20 Dic 2018

La rinascita dei borghi: la vecchia centrale idroelettrica diventa un polo per la comunità

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Una centrale idroelettrica dismessa da anni diventa un polo al servizio della popolazione. Un borgo rurale verrà ristrutturato per i giovani imprenditori che ancora oggi lavorano sul territorio. È ciò che sta avvenendo nella Valli Sabbia e Trompia grazie al progetto Valli Resilienti, finanziato nell’ambito del programma AttivAree di Fondazione Cariplo.

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Brescia, Lombardia - Qualche decina di anni fa le centrali idroelettriche di cui sono disseminate queste valli erano il cuore pulsante di un boom industriale che – oggi lo possiamo dire – a questi territori ha regalato più che altro un benessere effimero e un conseguente lento decadimento. Ma come spesso accade una fine è anche un nuovo inizio e da queste montagne arrivano due storie che lo possono testimoniare.

 

Siamo in Valle Sabbia. Quello che sta avvenendo nel piccolo paese di Barghe è un esempio della capacità di rigenerazione insita nelle belle idee e nell’intraprendenza della gente. Qui sorge una centrale idroelettrica costruita ai primi del novecento e dismessa negli anni ’70. Oggi questo vecchio residuo industriale si sta trasformando per tornare al servizio della comunità.

 

«Stiamo lavorando a un progetto di recupero per far tornare questo fabbricato un luogo di produzione: un tempo produceva energia elettrica, oggi produrrà cultura, formazione e informazione». A parlare è l’architetto Davide Baretto, che descrive il progetto di riqualificazione reso possibile grazie al programma AttivAree di Fondazione Cariplo, finalizzato a rivitalizzare le aree interne, oggi considerate spesso degradate e marginali.

 

Nelle valli bresciane Trompia e Sabbia, la Fondazione sta intervenendo attraverso Valli Resilienti, uno dei due progetti di AttivAree, grazie al quale questi due valli si uniscono con la comune finalità di rilanciare la montagna bresciana facendo leva sulle risorse endogene culturali, storiche e ambientali, sull’accoglienza improntata alle risorse della comunità locale, su ciò che funziona e che deve essere amplificato e mutuato da valle a valle.

La ex centrale idroelettrica di Barghe

La ex centrale idroelettrica di Barghe


Queste modalità sono confermate anche da Marta Vezzola, referente della comunicazione del progetto di Barghe: «La destinazione di questo immobile si definirà in maniera inclusiva. Stiamo organizzando un processo partecipativo che riguarda la popolazione tutta e che vuole dare una soluzione reale scelta in base alle necessità della comunità».

 

Barghe sarà la sede che ospiterà la rappresentazione della mappa di comunità della Valle Sabbia, che ha visto i cittadini coinvolti in un percorso di riscoperta e riappropriazione dei “luoghi del cuore” del loro territorio.

 

Se a Barghe le infrastrutture del rilancio della valle nasceranno sulle ceneri di un’eredità industriale, presso il borgo di Rebecco il sostrato è costituito dalle vestigia della cultura e dell’architettura contadine proprie del territorio. «Questo borgo è un posto magico – spiega Fabrizio Veronesi, della Comunità Montana della Valle Trompia – perché è rimasto conservato nei secoli e racchiude la storia e la tradizione dei popoli che hanno vissuto in questa valle».

 

Gli studenti delle scuole del territorio e dell’Università di Brescia hanno studiato questo antico insediamento rurale per avviare il progetto di recupero e di valorizzazione dei suoi fabbricati. L’auspicio è che questo processo di rigenerazione architettonica dia luogo a sua volta a un analogo processo di rigenerazione sociale.

Uno scorcio dell'insediamento rurale di Rebecco

Uno scorcio dell’insediamento rurale di Rebecco


«La nostra aspirazione – prosegue Veronesi – è che questo posto venga affidato a delle energie nuove che costituiscano un volano di attrazione e di opportunità per tutte le realtà agricole e di trasformazione dei prodotti della terra che ancora resistono nella nostra valle».

 

«Barghe e Rebecco testimoniano come il progetto Valli Resilienti, promosso dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree, abbia affrontato in maniera innovativa il tema del recupero degli spazi, adottando il principio del design thinking per coinvolgere e ingaggiare la comunità nelle scelte e nelle modalità di rigenerazione dei luoghi del territorio», conclude Noemi Canevarolo di Fondazione Cariplo. «Inoltre Valli Resilienti si dimostra capace di rendere attrattivi i luoghi di montagna anche in rapporto ai limitrofi poli urbani. Rebecco ne è un esempio: un borgo che sarà ristrutturato e riattivato da una rete di imprese di giovani del luogo e ora anche sede del workshop della Domus Accademy, una delle più importanti scuole di design di Milano».

 

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