Mercato Circolare, l’app dell’economia che gira bene
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“Mi chiamo Nadia Lambiase, ho 36 anni e sono laureata in Cooperazione, Sviluppo e Mercato Transnazionali. Dopo dieci anni in Banca Etica, in cui mi sono occupata di progetti di microcredito, microrisparmio, innovazione, pianificazione strategica e controllo di gestione, sono oggi dottoranda in Innovation for the Circular Economy all’Università degli Studi di Torino. Sono ideatrice, fondatrice e presidente di Mercato Circolare srl società benefit, come pure dell’Associazione Pop Economix“.
Che cos’è Mercato Circolare?
“Mercato Circolare è una applicazione gratuita che rivela agli utenti chi, in Italia e anche fuori, sta facendo economia circolare. Ed è anche una start-up innovativa a vocazione sociale, nonché benefit company, fondata a giugno del 2018 con la missione di far emergere e far crescere l’attenzione e l’interesse del pubblico per l’economia circolare e le sue imprese, a partire da un uso mirato delle tecnologie digitali.
In Italia, va sottolineato, esistono ormai centinaia di imprese che producono e/o vendono beni e/o servizi seguendo i principi dell’economia circolare. E tanti italiani si dicono interessati a prodotti che riducono sensibilmente l’impatto sull’ambiente. Ma non sempre imprese e potenziali clienti si incontrano. Per questo stiamo provando a costruire ponti tra cittadini e imprese che hanno fatto questa scelta coraggiosa e intelligente”.
Com’è nata l’idea?
“L’idea di creare una app nasce nella primavera 2017, contemporaneamente alla messa in scena dello spettacolo Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta, seconda produzione dell’Associazione Pop Economix che si occupa di aiutare le persone a conoscere l’economia per essere cittadini più consapevoli.
Blue Revolution unisce tre storie – la storia dell’economia dell’usa e getta, il dramma dell’inquinamento da plastica dei mari e la vicenda del giovane imprenditore Tom Szaky, per proporre una nuova visione del rapporto tra produzione, consumo e ambiente: un’alleanza basata sull’economia circolare, quella che trasforma i rifiuti in ricchezza, e l’economia civile, teorizzata da Antonio Genovesi (1763) qualche anno prima del celebre “La Ricchezza delle Nazioni” di Adam Smith. Per Genovesi, in fatti, il fine ultimo dell’economia non è la ricchezza ma la felicità pubblica.
Il lavoro di costruzione drammaturgica ha fatto scoprire tante realtà virtuose di economia circolare in Italia, ma poiché, ai fini dello spettacolo, si è scelto di raccontare una storia straniera è nata l’idea di creare un sistema semplice per renderle accessibili a tutti le storie di imprese raccolte, attraverso una app.
Dalla app si è passati a scegliere di dare vita a una azienda a nostra volta, i cui soci fondatori, oltre a me, sono Riccardo Gagliarducci, Paolo Piacenza, Carlotta Cicconetti e la stessa Associazione Pop Economix”.
Che cosa intendete per “imprese circolari” e perché è importante promuoverne la diffusione?
“L’economia circolare rappresenta la risposta strutturale più avanzata e completa al nodo della sostenibilità dello sviluppo economico, in ragione dei quattro principi su cui si fonda. Questi sono anche i criteri alla luce di quali selezioniamo imprese e prodotti da far conoscere attraverso la app. E’ più facile parlarne se facciamo qualche esempio.
Il primo principio postula la necessità di generare valore dallo scarto, come ben rappresenta l’operato di Edizero, nata in Sardegna, che recupera le eccedenze della lana, delle sottoproduzioni di vinacce, di latte, di miele, di formaggi, di potature, per ottenere prodotti isolanti, pitture e intonaci ecologici. O come ha scelto di fare l’azienda Quagga, che produce giacche e maglie a partire da plastica riciclata.
Il secondo principio postula la transizione verso l’utilizzo di materiale biodegradabile e l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, come evidenzia il processo produttivo della società agricola Le Erbe di Brillor, di Alice Superiore (Torino), che realizza agridetergenti per bucato e piatti a partire da piante che coltiva e trasforma presso la propria cascina.
Il terzo principio postula la necessità di estendere la vita dei prodotti attraverso il mercato dell’usato, attraverso la riparazione, la vendita di prodotti sfusi, e la rigenerazione. Qui basta è pensare agli artigiani che fanno ancora riparazioni, ai negozi leggeri, a chi costruisce per la durata (lo smartphone Fairphone, ad esempio) o ha introdotto processi di rigenerazione degli elettrodomestici come il progetto Ri-Generation, di Torino, ideato da Astelav.
Infine il quarto principio invita a concentrarsi sul valore d’uso piuttosto che su quello di proprietà, come per esempio incentiva a fare la App Paladin con cui è possibile mettere in condivisione le cose che abbiamo ma usiamo raramente, come, ad esempio, il proprio trapano o le ciaspole per andare sulla neve”.
Avete creato un’app. Di cosa si tratta e come funziona?
“La app Mercato Circolare, disponibile in versione beta per Android e Apple, dà accesso a una mappa qualificata e georeferenziata del mondo dell’economia circolare in Italia e non solo: ad oggi censisce più di 400 realtà ed è pensata sia per cittadini, proponendo prodotti e imprese che si rivolgono al consumatore finale, sia per le aziende, proponendo prodotti e imprese che si rivolgono ad altre imprese. Importante anche, la sezione “Partecipa in Prima Persona“, dove si possono trovare non solo eventi sul tema dell’economia circolare ma anche associazioni e organizzazioni eco-sostenibili, come ciclofficine, ferramenta di quartiere e orti urbani. Una mappa, quella di Mercato Circolare, che si arricchisce grazie a un lavoro di scouting quotidiano e grazie al crowdsourcing degli stessi utenti che suggeriscono prodotti, imprese, iniziative in linea con i criteri dell’economia circolare”.
Che attività portate avanti e quali eventi organizzate? Solo a Torino o anche in altre città?
“Oltre alla app, Mercato Circolare conduce attività di formazione e consulenza su tutta Italia. Infatti, cura la realizzazione di eventi formativi, divulgativi e culturali, come la circuizione dello spettacolo teatrale “Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta” e workshop modulabili. Attiva inoltre percorsi di consulenza e occasioni di networking tra imprese, istituzioni, enti di ricerca, come per esempio il percorso di consulenza che sta portando avanti con il comune di Genola, nel cuneese, per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza sui temi della raccolta differenziata e dell’economia circolare, includendo alcune imprese circolari del territorio”.
Il progetto Mercato Circolare è nato da poco. Com’è andata questa fase iniziale e quali i prossimi obiettivi?
“Siamo ancora in fase di avvio ma abbiamo già ottenuto un riconoscimento importante: siamo stati selezionati tra le prime 10 start up più innovative dal Circular Economy Network.
Uno dei prossimi progetti di Mercato Circolare è quelli di attivare percorsi di uso del gioco – digitale o meno – come modalità di apprendimento su temi specifici come l’energia, il cibo e il fashion, per fare un giro virtuale tra imprese, prodotti, eventi ed esperienze circolari”.
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