"A Corinaldo c'era mio fratello, e anche io a 16 anni"
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Ancona, Marche - È un po’ che non scrivo, da oggi si. A Corinaldo c’era mio fratello, la sua ragazza, mia cugina e le sue amiche. Tanti ragazzi del mio paese, adolescenti e preadolescenti partiti da ogni angolo della provincia. L’evento era attesissimo, ne abbiamo sentito parlare in casa per settimane. Era tutto così frizzante, tutto così atteso.
Un ‘divertiti’ a mia cugina ed era già come essere lì. Il fatto che in realtà eravamo altrove, noi passati chissà quante volte su quei pavimenti, a ballare, a divertirsi, non evita che oggi tutto cambi. Cambia il nostro passato, cambia il nostro essere stati adolescenti, lì, musica diversa ma stessa voglia di felicità, evasione, voglia di riconoscersi in qualche cosa. Che cosa, poi?
Da ora cambia la nostra realtà. Per me, 24 anni, una realtà che ho superato ma che ritorna e mi fa chiedere: “di cosa avevo bisogno?”, “cosa cercavo di gridare al mondo?”, “qual era la mia richiesta d’ aiuto?”. Per mia cugina, 16 anni, stesse domande e una realtà che invaderà, con rumore o con silenzio ogni angolo della sua vita: famiglia, studio, rapporti, fiducia nelle persone, negli adulti, nel futuro. Cosa ci stanno gridando bambini ed adolescenti oggi? Qual è la loro richiesta d’aiuto, i loro bisogni? Oltre la tragedia, oltre quello che è successo.
Il problema sociale esisteva già. Da prima di sabato notte. Esisteva quando gli adolescenti eravamo noi. Me la ricordo chiara la solitudine, l’inadeguatezza, l’adulto come carnefice e nemico, nessuno dalla mia parte solo la musica e gli amici. E non incrimino nessuno con questo, sia chiaro. Nessuno ha sbagliato, perché nessuno aveva le capacità di vederlo. Da oggi però cambia la mia responsabilità, come sorella, come cugina, come adulta, come futura madre, come cittadina, come persona. Come? Lo chiedo a quella che ero a 14, 15, 16 anni. Cosa posso fare per te? Come posso salvarti? Che alternative ho da offrirti? Come posso infonderti fiducia in me? Farti capire che siamo dalla stessa parte?
Cerco di abbandonare la retorica. I problemi, nel concreto, credo siano questi: quello che offriamo non è un mondo all’altezza di bambini ed adolescenti. Tutto quello che proponiamo per loro sono prototipi adatti, si e no, agli adulti. Ovviamente tutto finalizzato al denaro. L’offerta è imposta. E se non imposta le alternative di svago, aggregazione, riconoscimento sono comunque poche, pochissime, e non adatte a tutti. Per molti è molto più facile riconoscersi nel buio di una discoteca, luogo anche di libertà di espressione nei costumi, che in un oratorio. Lo è stato per me, ad esempio.
Non esiste supporto alle famiglie, agli insegnanti, ai giovani stessi. Sicuri che la cosa necessaria e urgente sia il decreto sicurezza e non invece un’offerta di sostegno, senza giudizio e discriminazione di ogni genere, a questi sistemi fragili che sono le famiglie e le scuole? È nelle famiglie e nelle scuole che si formano, crescono quelli che saranno gli adulti di domani. E lo saranno molto presto!!!! E con tutte le conseguenze che la società ha contribuito a creare in loro!!! Ma nessuno si occupa di questo, nessun sostegno esiste ed arriva a famiglie e scuole. Ai ragazzi. E nemmeno questo post è sostegno, non lo è parlarne alla tv, ci siamo capiti?
Nessuno è dalla parte di questi bambini cresciuti, in piena fase di cambiamento generale del loro corpo, della loro psiche. Essere dalla loro parte non significa assecondarli, significa ascoltarli ed aiutarli, senza rabbia, senza giudizio, senza censure! Credo che nessuno sia dalla loro parte per quanto fanno paura. Bambini ed adolescenti fanno paura. Fa paura la loro forza vitale, la loro resilienza, la loro passione, la loro rabbia, il loro amore ancora non represso, nei confronti di quello che stanno cercando di costruire.
Poi ho qualcosa da dire in difesa della musica. La musica è stata la mia migliore amica per tanti anni, l’unica voce che aveva da dirmi qualcosa di concreto, reale. Capace di aiutarmi, capirmi. Sfera Ebbasta racconta il suo vissuto, racconta ciò che probabilmente proprio da adolescente lo ha formato. Soprattutto racconta qualcosa! chi lo ha portato a cantare di ciò? Da dove lo ha tirato fuori se non da ciò che ha intorno? Non ci piace che i ragazzi si riflettano in certe parole? Eppure è così, avviene. La colpa non è di Sfera Ebbasta. La colpa è di un mondo che dovrebbe essere all’altezza di bambini ed adolescenti e non lo è, perché è più comodo e facile sopprimere, far sentire inadatti i più adatti di tutti!
Ora la smetto, ma prima rivolgo un sorriso all’adolescente che sono stata, non è passato poi tanto tempo. Le chiedo di fidarsi di me, che sono dalla sua parte, che per lei farò di tutto. Lo farò per Federico, per Alisia, per Sofia, per Giorgio, che ieri erano alla Lanterna Azzurra. Lo farò per Alessandro, lo farò per Daniel. Vi chiedo scusa, vi chiedo fiducia. Cercherò il coraggio per essere all’altezza. Il mondo non è il vostro ma deve esserlo.
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