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Nuoro - La Sardegna è una terra piena di iniziative, che vanno oltre i sei mesi della stagione estiva. C’è tanta voglia di crescere e di creare opportunità. E questo ce lo conferma un’esperienza che va avanti dal 2013: il CESP (Centro Etico Sociale Pratosardo). Gestito dalla cooperativa Lariso e finanziato dal Comune di Nuoro e dall’Aspal, il CESP di Nuoro è un centro dagli spazi ampi (1200 metri quadri) dove vengono proposti percorsi formativi, laboratori, momenti di aggregazione, condivisione di conoscenze.
«L’idea era quella di creare un luogo di inclusione e quindi di abbandonare l’idea dello ‘svantaggio’ per aprirsi ad un discorso basato sulle competenze», ci spiega Salvatore Sanna, referente del CESP. «Abbiamo strutturato questo spazio pensando che ogni persona ha diverse competenze su differenti livelli, ma porta comunque con sé il suo bagaglio di esperienza».
Quando il centro è nato, nel 2013, era ancora all’inizio ma la direzione era già molto chiara: creare un luogo dove ci si potesse scambiare competenze e dove si potesse imparare a relazionarsi con gli altri, a stare in società. «Molto spesso si pensa che soltanto perché si ha un titolo di studio o un’esperienza lavorativa allora si è pronti per un lavoro; in realtà, ci vogliono anche quelle competenze trasversali che ci permettono di vivere e relazionarci con gli altri», racconta ancora Sanna.
Passano gli anni e il CESP si arricchisce: da «spazio diventa luogo», in cui l’ecosostenibilità ha un ruolo strutturale. Nascono diverse sale, ognuna dedicata a qualcosa: la Cukina per i laboratori di cucina, lo Spazio Performance dedicata alla ciclomotricità e quindi a tutti quei corsi che prevedono una connessione fra il corpo e la mente (yoga e tai chi, ad esempio), la Sala Relax, la Falegnameria, l’Aula Informatica.
Fra questi c’è un luogo importante, che è l’eco-sartoria, che ha esteso i propri confini anche al di fuori del CESP ed è riuscita a diventare una piccola azienda aprendo un microcredito: un gruppo di donne, infatti, hanno occupato questo spazio nel 2015 e hanno cominciato a lavorare come sarte, con grande attenzione all’ecosostenbilità e alla qualità dei loro prodotti.
All’interno di un luogo così ampio e diversificato non poteva mancare l’Agorà. Il nome dice tutto: l’agorà è quello spazio dedicato all’incontro, che può essere di qualsiasi tipo, ma che produce inevitabilmente scambio e conoscenza. Ed è proprio grazie a questa apertura che il CESP è riuscito a calamitare l’interesse sia del settore pubblico che di quello privato.
Da una parte, infatti, è finanziato dal Comune di Nuoro, grazie ad un bando, e dall’Aspal (Agenzia Sarda Politiche Attive del Lavoro). Dall’altra diversi privati si sono avvicinati proponendo corsi e nuove forme di scambio. Un esempio? Un’associazione che ha bisogno di uno spazio lo chiede al CESP e invece di pagare un affitto in soldi, lo paga restituendo un corso gratuito ai cittadini. Nel tempo, infatti, i laboratori e la formazione proposti dal CESP sono diventati sempre più corposi, proprio perché la voglia di collaborare è ricominciata e ha dato nuova spinta all’iniziativa di associazioni e singoli.
«Questo è un luogo prezioso per la comunità», aggiunge Valeria Romagnoli, assessora per le Politiche sociali, giovanili, delle pari opportunità e politiche per la casa. Valeria rappresenta quella pubblica amministrazione che «ha deciso di scommettere sul progetto», facendolo diventare uno strumento attivo nel campo del lavoro. « Mantenendo questa filosofia delle competenze trasversali di vita, abbiamo voluto scommettere su questo progetto innovativo dando la possibilità di creare laboratori più corposi e che potessero dare accesso alla qualifica delle competenze, che restituissero ai partecipanti qualcosa di spendibile nel mondo del lavoro, sempre mantenendo attenzione all’inclusione sociale (per ogni corso c’erano quindi dei posti riservati alle persone con disabilità, ai soggetti svantaggiati, a disoccupati e inoccupati)».
Non mero assistenzialismo, ma inclusione attiva, capace di valorizzare le competenze del singolo e dare quella spinta in più verso il mondo del lavoro. Una direzione «giusta»: ad esempio ai primi corsi attivati il CESP riceve 400 domande per soli 66 posti disponibili. Un segno che la voglia di fare c’è. Dal CESP, infatti, passano circa 1500 persone l’anno, ci lavorano 90 associazioni e ogni giorno ci sono almeno 6 ore impegnate in diversi corsi o laboratori.
«Questo ultimo anno questi percorsi formativi sono stati estesi al territorio: noi facciamo parte di un distretto di 20 comuni ed è stata data la possibilità anche agli altri comuni di poter iscrivere attraverso i loro servizi i cittadini per usufruire dei nostri corsi. L’idea è che questo centro diventi un luogo che possa dare risposte a tutto il territorio, non solo alla città di Nuoro», spiega ancora Valeria Romagnoli.
E in effetti, oltre ad essere benvoluto dal territorio e dai cittadini, il CESP qualche soddisfazione concreta l’ha avuta: 3 persone su 8 hanno avuto la possibilità di continuare a lavorare, grazie ai corsi da loro proposti, oltre la stagione estiva. Qualcuno, dopo aver partecipato ai laboratori, ha capito la sua strada e ha deciso di ricominciare a studiare. Qualcun altro è diventato falegname e grazie ai contatti del CESP ha iniziato a lavorare nel campo.
Ora, l’obiettivo è «capitalizzare questa esperienza, lavorare sulle tematiche importanti come ecosostenibilità e lavoro, rafforzare l’innovazione sociale e recuperare il senso di comunità anche attraverso lo scambio competenze». Nella speranza che la collaborazione fra pubblico e privato continui e che il CESP diventi una realtà solida per molti lunghi anni.
Intervista e realizzazione video: Paolo Cignini
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