23 Nov 2018

Black Friday: cosa si nasconde dietro al Venerdì Nero?

Scritto da: Lorena Di Maria

L’ultimo venerdì di novembre si celebra il Black Friday, per molti consumatori il momento più atteso dell’anno, esportato dagli Stati Uniti in tutto il mondo. Ma cosa si cela dietro a questo giorno sempre più atteso e pubblicizzato? Il “Movimento per la Decrescita Felice”, che crede fortemente in un miglioramento del benessere della società e in una rivoluzione degli stili di vita individuali, ci propone su questo tema una chiave di lettura alternativa.

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Questo venerdì non è un giorno qualunque. Sponsorizzato sulle vetrine dei negozi, pubblicizzato dai mass media ed atteso impazientemente dai molti, è entrato nell’uso comune, come una ricorrenza scandita da un conto alla rovescia collettivo. Il “Venerdì Nero” viene chiamato, il giorno degli sconti più convenienti, delle promozioni eccezionali, delle vendite più consistenti. Per chi non lo conoscesse, è l’appuntamento che ogni anno popola i negozi, i centri commerciali e i siti di vendita online di offerte imperdibili, dando ai consumatori la possibilità di acquistare i prodotti a prezzi più ribassati che mai.
Insomma, il Black Friday sembra diventato una vera e propria celebrazione che, per la gioia dei più compulsivi consumatori, in molti casi si prolunga addirittura per una settimana, la cosiddetta “Black Week”.
Ma siamo sicuri che il venerdì nero sia davvero quel giorno felice dell’anno che tanto ci raccontano? Ci siamo mai chiesti cosa si cela dietro questa giornata di occasioni ed euforia condivisa?

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Per l’occasione vi proponiamo un’interessante riflessione del “Movimento per la Decrescita Felice” che, in Piemonte come in altre regioni di Italia, porta avanti una campagna di azione e sensibilizzazione che inverte il paradigma del Black Friday, offrendo una prospettiva nuova ed alternativa di questa giornata ormai sempre più diffusa e conosciuta.

“Come ormai ogni anno il venerdì nero si avvicina. Il giorno in cui si vende tutto, si compra tutto, si spende tutto. Il Black Friday, lo chiamano. Un’usanza che – chi l’avrebbe mai detto?! – arriva direttamente dagli Stati Uniti: il regno per eccellenza del consumismo bulimico. Cosa prevede il Black Friday è presto detto: incredibili sconti, offerte speciali, gara all’acquisto e, ovviamente, montagne di soldi spesi per lo più in grandi negozi e siti di e-commerce aperti 24 ore su 24, riforniti di qualsiasi merce…una festa, insomma, per le multinazionali e i mega centri commerciali, reali e virtuali. Un po’ meno per i piccoli produttori. Un castigo per tanti lavoratori. Un raggiro per i consumatori. Una condanna per il pianeta”.

Secondo questa visione, il Black Friday sembra rappresentare una domanda più che una risposta: cosa si cela dietro a questo giorno e quali sono le ricadute su una scala più ampia? Smog ed inquinamento, sfruttamento dei lavoratori, impatti sull’ambiente, consumo di plastica sembrano essere solo alcuni dei volti del consumismo che, come un effetto domino, dipendono strettamente da esso.
La riflessione proposta dal “Movimento per la Decrescita Felice” parte proprio dall’aggettivo “nero”, declinandolo in una serie di esempi che ci prospettano cause ed effetti del consumismo: “nero come il petrolio che verrà sprecato tra plastiche e packaging”, afferma, dichiarando che ogni anno finiscono in mare 12 milioni di tonnellate di plastica per lo più usa e getta e imballaggi.

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“Nero come lo smog e il fumo che sovrasterà le nostre città intasate da fattorini e corrieri”. Sembra un futuro distopico ma è una realtà a noi più vicina che mai. Guarda caso il termine “Black Friday”, a detta di molti, deriva proprio dal massiccio traffico stradale generato in quest’occasione!

“Nero come le condizioni del lavoro che vi si nasconde dietro”, un riferimento a schiavismo, corruzione e sfruttamento minorile che si nascondono dietro al più semplice oggetto di uso comune, a partire dal quale “nella moda come altrove, si generano relazioni inique, sfruttamento e violazione dei diritti che causano una crescente sproporzione tra prezzi e valore reale dei beni”.

E ancora, “nero come lo spreco”, ci raccontano, invitando a riflettere sul ruolo e la responsabilità che ognuno di noi ha nelle sue scelte quotidiane. “Indumenti indossati per meno di una stagione vengono cestinati senza motivo, la corsa al saldo, allo sconto e all’acquisto online è ormai abitudine diffusa. Dietro si nascondono incredibili consumi di acqua, un ingente impiego di sostanze chimiche, sfruttamento spesso minorile, inquinamento e danni incalcolabili all’ambiente”.

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Entrare in un negozio per fare acquisti rappresenta in quest’ottica solo un piccolo anello di un gioco di portata mondiale. Il punto non è non comprare, è comprare consapevolmente e questo giorno può essere per tutti l’occasione per avviare con se stessi un momento di riflessione: riflettere su ciò che accade nel mondo al di là delle nostre, seppur piccole, azioni; domandarci cosa è necessario e cosa superfluo; ragionare sulle conseguenze dei nostri acquisti.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, è il primo passo verso una maggior consapevolezza.

Articolo tratto da Piemonte che Cambia

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