28 Nov 2018

Associazione Mamre Onlus: dove la diversità vale

Scritto da: Lorena Di Maria

Solidarietà ed accoglienza declinate in tutte le possibili forme: esiste un luogo a Torino aperto a tutti, uno spazio che facilita processi di reinserimento ed integrazione. Si chiama Mamre e dal 2001 rappresenta un punto di riferimento sul territorio che opera nel campo della salute mentale in contesti multiculturali.

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Mamre è… un centro dedicato alla multiculturalità, uno spazio in cui non importa il punto di partenza ma il punto di arrivo, un luogo dove chiunque è il benvenuto. Si rivolge a persone di tutte le nazionalità, bambini e giovani in difficoltà, donne vittime di violenza, migranti.
L’ Associazione Mamre Onlus è stata fondata da Francesca Vallarino Gancia e suor Giuliana Galli che hanno fortemente creduto nella possibilità di creare uno spazio di cura e tutela delle utenze deboli.
Psicologi, antropologi, sociologi, mediatori culturali ed esperti di varie discipline fanno parte della variegata equipe che ogni giorno collabora con un obiettivo comune: dedicarsi alla persona focalizzando l’attenzione su una visione di insieme, tramite un approccio multidisciplinare.
Per questo le attività di Mamre perseguono un obiettivo comune, ovvero garantire il benessere della persona a casa, a scuola, nella società:

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Classi multietniche? Nessun problema!
Le scuole nelle nostre città sono sempre più multietniche, per questo necessitano di una maggior inclusività ed attenzione capaci di superare le barriere ideologiche e culturali, diventando ricchezza.
I mediatori culturali giocano un ruolo fondamentale all’interno di questo processo, ponendosi come ponte di comunicazione tra l’insegnante e l’alunno: Mamre interviene nelle scuole primarie e secondarie con l’obiettivo di creare azioni volte a promuovere un’educazione multiculturale. Sono percorsi orientati all’empowerment degli insegnanti, alla gestione e facilitazione di una cultura dell’accoglienza. L’obiettivo è “sostenere gli insegnanti, a volte disorientati e confusi, che vivono dentro una solitudine professionale, intrisa di dubbi e incertezze nell’incontro con l’alunno straniero”.
Di pari passo viene portata avanti la mediazione scuola-famiglia, con l’obiettivo di costruire un legame ed una comunicazione atti a favorire reti di collaborazione e rafforzare il senso di appartenenza, coesione e valorizzazione delle differenze.

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Etnopsichiatria, questa sconosciuta:
Dietro a questo termine apparentemente complesso si sviluppa una pratica sempre più diffusa nell’ambito della mediazione interculturale e dell’immigrazione, di cui Mamre fa suo valore portante.
Ma di cosa di occupa esattamente? L’obiettivo è affrontare le ricadute degli attuali processi migratori sulle persone e comprendere le motivazioni di un trauma subito focalizzandosi sulla cultura di provenienza della singola persona: “L’etnopsichiatria, applicata all’attività clinica è uno strumento operativo che ha deciso di considerare le persone, il loro funzionamento individuale, le modalità delle loro interazioni a partire dai loro attaccamenti; attaccamenti alla lingua, ai luoghi, ai modi di fare, alle tradizioni, ai riti, ai miti, agli antenati, al mondo degli invisibili”, sostiene Tobie Nathan, uno tra i principali rappresentanti dell’etnopsichiatria a livello mondiale.
E’ un approccio integrato che genera un vero e proprio “rovesciamento di pensiero” nel supporto alla persona: favorisce un nuovo modo di concepire la malattia guardando con attenzione i fattori sociali, economici ed i trascorsi del proprio vissuto. In molti casi infatti, quello che noi occidentali identifichiamo come disturbo psichico, in realtà può avere significati molto diversi in persone provenienti da altri mondi e altre culture!

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Il Teatro dell’Oppresso, uno spazio dove riscoprire se stessi
Il Teatro dell’Oppresso (TdO) è un metodo teatrale, uno strumento dedicato a tutte le persone che si trovano in situazioni di oppressione e disagio e che, tramite l’arte e l’espressione corporea, possono trovare un modo per relazionarsi con la loro personale condizione.
In particolare “il TdO invita al pensiero critico e al dialogo. Le tecniche teatrali sono spesso utilizzate per incoraggiare le persone ed avvicinarle ad una cittadinanza attiva e per partecipare alla vita politica e sociale. In questo senso il teatro intende rappresentare le oppressioni quotidiane, affrontarle e possibilmente trasformarle”.
Sono numerosi i gruppi di adolescenti e di adulti che, tramite Mamre, trovano nel Teatro dell’oppresso la possibilità di relazionarsi con tematiche complesse quali relazioni legate alla migrazione, alla discriminazione, alla violenza, al lavoro, alle dinamiche familiari. All’interno di un’ampia varietà di tecniche basate sull’interazione tra spettatore e attore, si inserisce il concetto di “spett-attore”, che indica proprio la trasformazione e l’evoluzione personale e creativa in atto e che utilizza il teatro come strumento per un cambiamento individuale, sociale, globale.

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