I pediatri di UPPA: “Essere genitori? Si impara strada facendo”
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Una rivista per i genitori indipendente e senza pubblicità nata per offrire ai genitori un supporto informativo durante le differenti fasi di crescita dei bambini. Perché la genitorialità è un mestiere, affascinante e al contempo difficile. Abbiamo intervistato Sergio Conti Nibali, direttore di UPPA (Un Pediatra Per Amico).
Come e perché nasce questo progetto?
UPPA nasce nel 2001 dall’idea di due pediatri illuminati: Vincenzo Calia, pediatra di famiglia di Roma e Franco Panizon, direttore della Clinica Pediatrica del Burlo Garofolo di Trieste. L’idea prende forma nell’alveo dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP), della quale Panizon è stato Presidente. Si è trattato di una vera sfida, principalmente culturale, ma anche imprenditoriale. All’inizio la diffusione della rivista avveniva principalmente tramite la rete diffusa dei pediatri di famiglia, gran parte dei quali facevano parte dell’ACP.
L’esigenza era quella di offrire ai genitori un sostegno informativo per affrontare con più consapevolezza le varie fasi dello sviluppo dei loro bambini, per aiutarli a comprendere e risolvere i problemi più comuni, per fornire informazioni scientificamente corrette sulle malattie e le loro cause. Sin dall’avvio la rivista ha rappresentato per i pediatri un supporto e un rinforzo ai messaggi che i genitori ricevevano nei loro ambulatori.
UPPA risponde a domande comuni dei genitori. Quali le più significative?
Il mestiere del genitore è affascinante e, al contempo, impegnativo, a volte difficile. Non si nasce genitori; è un percorso di crescita e maturazione; quanto più il bambino si vede compreso e aiutato nella sua crescita dai suoi genitori, tanto più sfrutterà in pieno le sue potenzialità. I genitori si trovano ad affrontare tantissime fasi differenti nella crescita del loro bambino; a volte sono le malattie, ma più spesso riguardano il loro comportamento. Il sonno, l’alimentazione, il gioco, i capricci, le punizioni, lo spannolinamento, l’ingresso all’asilo, solo per citarne alcuni, sono i crocevia nei quali si ritrovano mamma e papà nel loro percorso e per i quali, in genere, chiedono aiuto. La genitorialità va avanti per prove ed errori: offrire informazioni a sostegno delle domande dei genitori può servire a sostenere le loro capacità.
Chi, come e dove si insegna la genitorialità oggi in Italia? Perché ce ne è bisogno?
Essere genitori, occorre ribadirlo, è un mestiere che si impara strada facendo; il nostro servizio sanitario nazionale offre delle opportunità per incontrare professionisti in grado di accompagnare i genitori in questo cammino; basti pensare ai corsi di accompagnamento alla nascita o al pediatra di famiglia; tuttavia la disponibilità dei servizi non è omogenea, sia in termini di qualità che di localizzazione geografica, per cui vi sono delle falle nel sistema di accompagnamento. Vi sono poi operatori, penso ai pedagogisti ad esempio, che potrebbero rappresentare un ulteriore valido aiuto, ma che non hanno una collocazione nel sistema pubblico.
UPPA si inserisce in questo contesto cercando, attraverso la rivista e i suoi canali web, di raggiungere i genitori con messaggi che li possono supportare e incoraggiare a intraprendere comportamenti virtuosi volti alla salute e al benessere psico-fisico dei loro bambini.
Maturità, insicurezza, capacità di ascolto e rispetto, iperprotettività, etc. Che lettura fa dell’Italia oggi dal punto di vista dei nuovi genitori rispetto al passato?
Non è facile dare una risposta netta e onnicomprensiva per un fenomeno così complesso. Dalle numerosissime richieste di aiuto, chiarimento e supporto che riceviamo ogni giorno dai nostri lettori ci rendiamo conto che oggi molti genitori sono disorientati; probabilmente dall’eccesso di informazioni, molto spesso contraddittorie, che ricevono. Purtroppo i nostri media sono pieni di fake news e di notizie spesso pilotate da chi ha interessi commerciali che spesso vanno in direzione contraria al supporto delle buone pratiche.
Quali i dati più soddisfacenti di UPPA?
La crescita di UPPA procede speditamente. Abbiamo superato i 21.000 abbonamenti; ogni settimana inviamo aggiornamenti e informazioni per approfondire temi che riguardano i bambini a oltre 160.000 utenti iscritti alla nostra Newsletter; nell’ultimo anno abbiamo avuto 4.700.000 pagine visualizzate dei nostri 400 articoli, pubblicati e offerti per intero sul web in maniera gratuita, senza banner pubblicitari; abbiamo oltre 180.000 followers sui social con oltre 800.000 utenti raggiunti al mese.
Al di là dei numeri in rapida crescita, il ritorno più soddisfacente lo riceviamo dagli operatori che ci dicono che utilizzano UPPA per le loro attività di formazione rivolte sia ad altri operatori che si occupano di infanzia sia ai genitori. Le lettere che riceviamo dai nostri lettori ci incoraggiano e, nel contempo, ci danno tanti spunti che sfruttiamo per scrivere e approfondire gli argomenti più richiesti.
Cosa vuole sottolineare o aggiungere sul progetto UPPA?
In una realtà così ricca di informazioni di scarsa qualità UPPA ha lo scopo di mettere ordine, fornendo informazioni basate sulle prove scientifiche; si sforza di utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, alla portata di tutti. Con il passare del tempo gli autori sono aumentati e adesso il gruppo è costituito da pediatri, pedagogisti, psicologi, giornalisti scientifici, librai, genitori, psichiatri, neonatologi, ostetriche, infermieri, fisici, biologi.
All’interno della redazione lavorano grafici, illustratori, redattori e altri addetti alle varie attività necessarie alla rivista che, con grande senso di appartenenza, mettono in gioco le loro professionalità in un lavoro di gruppo realmente partecipato e molto ben organizzato.
Nelle 64 pagine della rivista bimestrale, nel supplemento quadrimestrale Upplà (la rivista dedicata ai bambini) e in tutta la parte web non ci sono spazi pubblicitari. Questa linea editoriale rigorosa vuole significare che UPPA sta dalla parte dei genitori e vuole evitare che la pubblicità possa distrarre o fuorviare i genitori mistificando i messaggi. L’assenza di conflitti d’interesse è un requisito richiesto ai nostri collaboratori. Anche questo aspetto rappresenta un unicum nel panorama nazionale di prodotti rivolti ai genitori. È una scelta editoriale ben precisa condivisa con l’editore che ha scelto di rinunciare a sicuri guadagni pur di mantenere saldi i principi di UPPA.
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