Ugo Mattei: “Il diritto segua le leggi della natura” – Meme #9
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Siamo a Panta Rei, centro di sperimentazione ambientale, e intervistiamo il professor Ugo Mattei, giurista e scrittore, in occasione della presentazione del libro “Ecologia del diritto” edito da Aboca, scritto insieme al fisico Fritjof Capra divulgatore del paradigma ecologico sistemico.
Scopo del libro è quello di indagare le radici comuni tra pensiero scientifico e giuridico in un momento di svolta del paradigma culturale e sociale. Mattei denuncia la separazione tra il diritto e la società, l’alienazione del diritto dai processi trasformativi culturali, politici, economici e sociali che invece dovrebbero governarlo.
Esperto di Beni Comuni, è stato uno dei promotori del referendum sull’acqua pubblica, da giurista propone che essi si costituiscano in un nuovo genere di soggetto giuridico. Una nuova configurazione proprietaria che liberi i Beni Comuni (primi fra tutti acqua, terra, scuola e informazione) dalla sovranità del privato e/o dello Stato finalizzata alle reali esigenze di chi li vive. Propone così ad esempio la costituzione di aziende dei lavoratori, la catena di produzione di cibo in mano a piccoli finanziatori, servizi di conservazione delle terre, banche di comunità e cooperative di credito.
L’idea è che il diritto non deve essere subito dalla comunità ecologica ma vivere per essere rigenerativo e a garanzia dei valori della vita. Il cambiamento deve superare la logica, definita “estrattiva”, meccanicistica, predatoria neoliberista legata alla quantità verso un paradigma sistemico volto a creare una comunità giuridica a rete, ecologica capace di generare tempo comune e beni comuni per proteggere il pianeta terra e l’accesso di tutti alla disponibilità delle risorse condivise.
Mentre la scienza più avanzata sta percorrendo questo processo evolutivo il diritto ne è completamente avulso. Dovrebbe invece imparare dai processi naturali ritornando a rapportarsi con la vita. Costituire le diverse soggettività della comunità ecologica nel suo insieme complessivo, per operare processi trasformativi dal basso. Già molte persone in Italia stanno creando realtà legate alla qualità delle relazioni con visioni di lungo periodo ma manca ancora la visione della sovranità di questi luoghi, di una soggettività politica. Ora più che mai per contrastare il processo di finanziarizzazione e globalizzazione economica che incombe bisogna uscire dalla logica del potere della maggioranza, della legge formale, unica e gerarchica che espropria il bene comune e favorire un riconoscimento dei diritti di chi accede alle risorse, di chi le vive.
Mattei propone una gestione virtuosa dei Beni Comuni attraverso competenze ecologiche legate alle comunità di riferimento e libere dall’arbitrio dei confini giurisdizionali dello Stato e degli enti territoriali consentendo l’organizzazione reale in base alle reali necessità della comunità e di tutti viventi. Un ordine dialettico e spontaneo che superi le dicotomie soggetto-oggetto, privato-pubblico e che riconosca il valore delle relazioni di qualità tra tutti i soggetti coinvolti in funzione dell’interesse comune. Insomma le leggi della natura e degli uomini e delle donne dovrebbero seguire le medesime logiche. È necessario imparare a mettere a sistema le capacità organizzative, le resistenze collettive e le competenze della scienza più evoluta per riuscire ad integrare meccanismi rigenerativi e crescere in libertà.
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