3 Set 2018

Lo stress cronico: strategie di attacco e difesa

Scritto da: Annalisa Jannone

Le malattie derivano, spesso, da una condizione di “silenzioso” sovraccarico delle risorse adattative dell’organismo all’ambiente generando una spesa energetica eccessiva che si manifesta improvvisamente con l’emergere di una patologia. E’ coinvolto tutto il sistema psico-neuro-endocrino-immunologico.

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Negli organismi viventi la gestione delle risorse energetiche è fondamentale; finissimi meccanismi regolatori rendono infatti possibili reazioni chimiche simultanee e complesse con il minimo costo biologico.

 

Lo stress è un meccanismo strategico per distribuire l’energia in funzione delle necessità del momento.  È uno schema innato per reagire al pericolo: attacco o fuga. In uno stato di allarme l’organismo sceglie di attivare l’apparato muscolo scheletrico, la vista, il battito cardiaco secernendo adrenalina, l’ormone dell’allerta generale, e il cortisolo che riduce la sensazione di fatica e del dolore. Così si può combattere o fuggire al massimo delle nostre capacità. 

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In compenso però si silenziano, più del normale, altre funzioni, quella digestiva, riproduttiva, immunitaria e altre tra cui alcune cerebrali come la neurogenesi cioè la capacità di generare nuove cellule nervose nel cervello. Quindi un cervello costantemente in allerta è costretto a stare concentrato sul pericolo e non su altre funzioni come la memoria, la capacità riflessiva, e rischia di perdere varie funzionalità a breve e lungo termine.

 

Lo stress è fondamentale per reagire ad una situazione di crisi. Qualcosa si attiva più del normale qualcos’altro si silenzia: è una strategia.
Ma se è protratto nel tempo? Se è dovuto ad una condizione ambientale stabile? E se facendo una vita troppo sedentaria non scarichiamo la forza muscolare accumulata? O, al contrario, se eccediamo nell’attività fisica  stimolando troppo il meccanismo pro-infiammatorio? E, infine, se la minaccia non ha a che fare con un combattimento o con una fuga ma con altro?

 

Nell’era moderna gli stimoli stressogeni sono per lo più di origine psicologica (senso di inadeguatezza, senso di ingiustizia, frustrazione) e relazionale (ambiente di lavoro, familiare); non dovendo “scaricare in battaglia” l’energia pronta, arriviamo ad una costante tensione mentale e muscolare, spesso, con ansia anticipatoria.  L’adrenalina porta con sé l’emozione della paura, quindi, in uno stato di attivazione continua, siamo più propensi a vivere la sensazione di pericolo e insicurezza indipendentemente dalla nostra reale situazione. Risulta quindi più difficile analizzare con calma e serenità qualsiasi condizione e fare scelte ben progettate.

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Da vari studi si è visto che l’adrenalina favorisce in diverse maniere il cancro. Stimola direttamente le cellule cancerose attraverso recettori specifici sulla membrana delle cellule malate. E’ stato dimostrato che questi recettori si moltiplicano tre volte più in fretta in presenza di emozioni negative. L’adrenalina migliora l’ambiente e l’irrorazione sanguigna delle cellule cancerose fornendo loro nutrimento e ossigeno. Inoltre, attiva processi ossidativi sulle membrane cellulari definito, appunto, stress ossidativo, il principale attore dell’invecchiamento cellulare.

 

Se la condizione di stress dura a lungo non ci accorgiamo di erodere le scorte energetiche ma, in realtà, le stiamo consumando. Forse ci accorgiamo di dormire male o di perdere la memoria. Ma queste energie servono non solo per il metabolismo o per le funzioni di base ma proprio per poterci adattare agli stimoli ambientali esterni e/o interni. La capacità di adattamento è il nostro tesoro, è la capacità di stare in salute.

 

Lo stress cronico porta ad un “circolo vizioso” che porta, poi,  all’improvviso, al cedimento che si manifesta con una patologia. Un evento stressante di qualsiasi tipo (infettivo, traumatico, emotivo, etc) diventa la goccia che fa traboccare il vaso, ma le condizioni di partenza erano la vera causa. Il sistema immunitario è incapace, perché addormentato da tempo, di far fronte anche ai piccoli insulti.

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Gli stati prolungati di ansietà o di disagio emotivo (lutto non risolto, depressione, disperazione, isolamento sociale) indeboliscono il sistema immunitario.  Al contrario alcune terapie psicologiche, l’ipnosi, la meditazione, le visualizzazioni, ridere e l’esercizio fisico hanno dimostrato, in molti studi clinici, di rinforzare il sistema immunitario e migliorare il decorso di diverse patologie, anche il cancro.
Lo stress cronico ci fa vivere in una condizione drogata, agiamo sopra le nostre reali possibilità. Individuare le cause e scegliere di affrontarle potrebbe essere uno strumento di prevenzione primaria.

 

Per approfondire leggi i riferimenti scientifici contenuti nel testo “Il potere anticancro delle emozioni” di Christian Boukaram:

 

Shazad M.M., Arevalo J.M., Armaiz-Pena G.N et al., “Stress effects on FosB-and interleukin-8-driven ovarian cancer growth and metastasis”, The journal of Biological chemistry, vol.285, n46, page 35.462-35.470 pubblicazione elettronica : 8 settembre 2010

 

Yang E.V., KimS.J., Donovan E.L. et al, “Norepinephrine upregulates VEGF, IL-8, and IL-6 expression in human melanoma tumor cell lines: Implication for stress-related enhancement of tumor progression” Brain, Behavior, and Immunity, vol.23, n.2, pagg 267-275 pubb. elettronica  21 ottobre 2008

 

Antoni M.H., “The influence of bio-behavioral factors on tumor biology: Pathways and mechanisms”, Nature reviews cancer, vol.6, n.3, page 240-248, 2006

 

Thaker P.H., Lutgendorf S.K., Sood A.K., “The neuroendocrine impact of chronic stress on cancer”, Cell Cycle, vol.6, n.4, pagg 430-433, 15 febbraio 2007

 

Thaker P.H., Sood A.K., “The neuroendocrine impact of chronic stress on cancer”, Seminars in Cancer Biology, vol.18, n.3, pagg. 164-170, giugno 2008

 

Yang E.V., Sood A.K., Chen M. et al., “Noreprinephrine up-regulates the expression of vascular endothelial growth factor, matrix metalloproteinase-2 e MM-9, in nasopharyngeal carcinoma tumor cells”, Cancer Research, vol.66, n.21, page 10.357-10364, 1 novembre 2006

 

 

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