Mega allevamenti in area patrimonio UNESCO
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Ferrara, Emilia-Romagna - Due milioni e mezzo di polli per 700 persone. Polesine Camerini è un piccolo paese di 700 abitanti. Si trova in una zona importantissima per la sua biodiversità e vanta paesaggi di particolare bellezza. Intorno a questo paese saranno costruiti 4 allevamenti di polli, ognuno di 7-8 capannoni, che in totale produrranno 2,5 milioni di polli per ciclo (ogni 40 giorni circa). Il più vicino degli allevamenti si trova a soli 700 metri dal paese.
Secondo i cittadini, che si sono riuniti in un Comitato No Polli, e hanno lanciato una petizione che ha già raccolto oltre 1500 firme, con la costruzione di questi allevamenti il traffico pesante aumenterà: secondo i loro calcoli sono previsti in media 33 viaggi di autoarticolati al giorno nell’area.
Ma questo non è il solo problema: gli allevamenti deturpano il paesaggio e possono rappresentare una minaccia per i fragili ecosistemi dell’area, come già denunciato da CIWF nel libro Dead Zone. Inoltre i cattivi odori provenienti dai capannoni, oltre a essere malsani, possono impattare sulla qualità della vita degli abitanti in maniera significativa.
È quello che succede già a Taglio di Po, paese a soli 25 chilometri da Polesine Camerini, dove 4 mega allevamenti, che in totale allevano 1,6 milioni di galline, hanno cambiato la vita dei cittadini: non possono più trascorrere le loro serate all’aperto a causa di un odore acre che arriva dagli allevamenti e li costringe a chiudersi in casa e a usare l’aria condizionata. Nella stessa area un ulteriore mega allevamento da 380mila polli è in attesa di autorizzazione e proprio sull’argine del fiume, nel comune di Porto Tolle, sempre a pochi chilometri, un altro allevamento è in attesa dell’autorizzazione per passare da 800mila a quasi 1,5 milioni di galline.
Nei capannoni scarso benessere animale: galline e polli, allevati a milioni in quest’area, trascorrono tutta la loro vita miseramente in capannoni chiusi con gravi limitazioni del loro benessere, tutto questo per garantire carne e uova a basso costo, ma con grandi impatti in termini ambientali e di salute dei cittadini. Va sottolineato inoltre che l’area è a rischio aviaria e che negli scorsi anni si è già dovuto procedere all’abbattimento di centinaia di migliaia di animali negli allevamenti.
Dichiara Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF Italia Onlus: “Questi mega allevamenti, che costringono gli animali a trascorrere la loro breve vita ad altissime densità in capannoni chiusi, hanno anche un impatto pesantissimo sulle aree in cui sorgono. Confidiamo che il Ministro dell’Ambiente Costa e il Presidente della Regione Veneto Zaia prenderanno in considerazione il caso del Delta del Po, dove è urgente una profonda riflessione sul futuro dell’area. Sarebbe grave lasciare un territorio tanto prezioso in preda agli appetiti da far west dell’allevamento intensivo. Per questo chiediamo con una petizione uno stop immediato a ulteriori approvazioni per la costruzione di nuovi impianti”.
Con questa petizione CIWF lancia anche la campagna InSOSstenibile. La battaglia dal basso contro gli allevamenti intensivi, con lo scopo di unire tutti i cittadini che combattono la loro battaglia contro i mega impianti intensivi. CIWF mette a disposizione un form sul proprio sito dove chi vuole può raccontare la propria storia, in modo da ottenere visibilità e essere messo in rete con altri comitati.
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