L'evoluzione della coscienza umana in 7 tappe
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Nell’evoluzione della coscienza esiste una scala di complessità, da inferiore a superiore, che, ad esempio, partendo da una semplice ameba, culmina nella neocorteccia di un Buddha? A questa interessante domanda ha provato a rispondere José Maria Doria, fondatore della Scuola di Sviluppo Transpersonale.
Il tema dell’evoluzione della coscienza per anni è rimasto ambiguo e vago ma attualmente sono in circolazione mappe di integrazione realizzate da ricercatori come Gebser, Wilber, Lachman e Nelles, che hanno messo a nostra disposizione riflessioni affascinanti su dove siamo, da dove veniamo e dove, pare, arriveremo.
Osservando un po’, possiamo dire che ci troviamo in un momento dell’Umanità che, in base alla scala che presentiamo di seguito, sembra essere a metà strada tra gli dei e le bestie.
La seguente mappa dell’espansione della coscienza è il risultato di una sintesi del lavoro degli autori sopra citati.
1. Prima tappa
Nello sviluppo della vita di un essere umano, questo primo passo corrisponde al feto come essere unito alla madre. Per quanto riguarda l’Umanità indica le orde di raccoglitori e cacciatori delle tribù nomadi che ci hanno preceduto nei tempi arcaici. In questo stadio la manifestazione della coscienza è solo istintiva e l’essere umano si identifica in modo assoluto con la natura, la terra, la madre.
Questa simbiosi del feto che non conosce ancora la dualità rappresenta uno stato di unità preconscia, in cui spiccano i fattori biologici e in cui non esiste l’individualità che consente all’essere umano di autodeterminarsi e superare lo stato di totale bisogno in cui vive.
Dalla prospettiva induista-yogica dei chakra o centri di energia del corpo umano, questa prima fase corrisponde alla zona del perineo o al chakra-radice, come principio della vita.
2. Seconda tappa
Nello sviluppo di vita di un essere umano, questa seconda tappa corrisponde alla fase dell’infanzia, una fase ancora preconscia ma con già un inizio di consapevolezza dell’essere separato dalla madre, dalla natura e dal resto.
Questa fase si manifesta nella coscienza magica di un bambino onnipotente e egocentrico che proietta la sua dipendenza infantile dalla madre vedendosi come un figlio del cielo e diventando un fervente seguace della religione come strumento di connessione con ciò che lo univa all’origine materna. Un essere che alla maniera di un bambino si sente soggetto a tutto ciò che riguarda dogmi, bandiere e troni in uno stato di subordinazione al “padre di famiglia”. È un essere che ha bisogno di riti, fede e cieca lealtà, così come di un’identità estesa alla famiglia di origine, cultura, razza e nazione.
Questo umano-bambino si sente impotente di fronte alla sua recente separazione dalla madre, ha bisogno di figure nei cieli per avere riparo e muoversi tra ricompense e punizioni. Figure magiche e mitiche con le quali si stabiliscono codici di condotta.
In questa fase, la donna è sottoposta al patriarcato, l’essere umano si considera espulso da un paradiso e dipendente dal suo glorioso passato. Per i membri di questo stadio, la vita umana consiste nell’attraversare la valle delle lacrime della separazione, per ritornare un giorno con sacrificio e dolore alla propria origine celeste. La vita del secondo stadio è focalizzata ancora sul “guardare indietro”, cioè, ancora verso la grande madre, e il suo livello di coscienza è ancora molto scarso. È un’età evolutiva in cui la superstizione e il mito sono punti di riferimento che si manifestano in idealismi febbrili e guerre fanatiche. Questi sono tempi di teocrazie e omicidi multipli guidate da “giuste idee” e bandiere.
A livello di società, la casta sacerdotale, i leader tiranni e i monarchi per diritto di Dio aiutano a organizzare l’umanità infantile. Questo è il livello proprio della guerra, perché il bambino, quando vuole un giocattolo di un altro, glielo strappa di mano, e se trova resistenza, litiga e combatte.
Dal punto di vista della tradizione induista-yogica dei chakra o centri di energia del corpo umano, questa seconda fase corrisponde al secondo chakra che si trova all’altezza dell’ombelico.
3. Terza tappa
Nello sviluppo della vita di un essere umano, questo terzo passo corrisponde alla giovinezza. Questo stadio ha superato la precoscienza e si è stabilito nella coscienza. Troviamo l’uomo e la donna contemporanei che hanno sviluppato un sé autonomo, che godono dell’indipendenza così come della gestione dei propri sentimenti e della conquista della dimensione razionale. È il tempo della scienza di cui Galileo fu probabilmente uno dei primi esponenti, subendo la punizione dei suoi contemporanei del livello precedente, che non riuscivano ancora a comprendere il mondo logico della Scienza e la ragione positiva che più tardi avrebbero liberato l’umanità dalla superstizione e dai dogmi.
Le grandi città del XXI secolo tuttavia hanno ancora una grande rappresenta di questo livello in quei cittadini il cui unico modo di vedere la vita è quello della scienza positivista e lo sviluppo di un cognitivismo pragmatico. Ci troviamo di fronte all’homo tecnologicus e economicus che ha imparato a “fare il suo”, lontano dal “branco” sia familiare che culturale, e che sceglie ciò che più gli conviene in quanto individuo separato e indipendente. Nel cemento delle grandi città accade che Dio è morto e la religione porta a ideologie politiche e pragmatismo ideologico ed economico di base materialista.
La patologia di questo livello è l’eccesso di materialismo, un esistenzialismo disincantato in cui il denaro e il piacere, la ragione e il rafforzamento dell’ego hanno la precedenza nel viaggio della vita.
Dalla prospettiva induista-yogica dei chakra, questo terzo stadio corrisponde al cosiddetto terzo chakra, che si trova tra le costole, sotto la punta dello sterno e rappresenta la frontiera verso passi più ampi e più profondi che chiamiamo transpersonali.
4. Quarta tappa
Nello sviluppo della vita umana, questo quarto passo corrisponde alla maturità nel suo primo stadio. Il suo centro energetico è il cuore.
Nello sviluppo dell’Umanità è associato a una società radicata nell’intelligenza del cuore, compassionevole e inclusiva. Questo tipo di stadio include iniziative globali di diritto internazionale, reti transnazionali e movimenti umanisti che trascendono l’origine, la cultura e i ranghi di provenienza.
In questo livello emerge l’anima e la vita è percorsa e vista con gli occhi dell’amore. L’essere umano intraprende di nuovo un movimento di riunione, ma con la famiglia prescelta, o con gruppi affini. È un essere che ritorna dall’individualità precedente per stabilire alleanze basate sull’impegno, rispetto e compassione che determinano la società emergente.
Dalla prospettiva induista-yogica dei centri energetici del corpo umano, questo quarto stadio, come indicato, corrispondere al quarto centro o chakra del cuore, e si manifesta con un sentimento di fratellanza e con sani legami. L’essere umano ha conquistato l’indipendenza e ora ritorna a stabilire collegamenti di amore e affinità.
5. Quinta tappa
Nello sviluppo di vita di un essere umano, questo quinto passo corrisponde alla maturità nel suo secondo stadio. A livello di Umanità si manifesta nella coscienza transpersonale, nello spirito di servizio e nel contribuire alla pace e al benessere dell’umanità.
L’essere umano è andato oltre il suo ego, è riuscito a riconoscere nell’amore i legami delle sue relazioni e può esprimere la missione della sua vita con completa dedizione, senza il pericolo di gonfiare il suo ego con i riconoscimenti ricevuti. Ha a che fare con la vocazione, con la voce e l’espressione creativa di un essere umano che si riconosce come il proprio modello e mette la sua vita a disposizione di una causa più grande per superare gli ostacoli e integrare verità, bontà e bellezza.
Dal punto di vista induista-yogico dei chakra , questa quinta fase corrisponde all’area della laringe, l’accento è sull’esprimere la missione di vita.
6. Sesta tappa
Nello sviluppo di vita dell’essere umano, questo sesto passo corrisponde alla vecchiaia. Per l’Umanità, corrisponde alla voce dell’esperienza e della saggezza in un livello di visione transpersonale unitario che integra l’unità della coscienza e la molteplicità della forma, e che indica anche la vita contemplativa e la gioia primordiale di una seconda solitudine. La visione di questo stadio implica lucidità e amore come combinazione di esperienze che trascendono il tempo e lo spazio nell’interiorità dell’essenza.
La simultaneità di tutti i tempi, la trasparenza e la testimonianza dei processi interni ed esterni della propria vita indicano che la consapevolezza di questo stadio è associata alla pace profonda e alla raffinata comprensione del Mistero transrazionale.
Dal punto di vista induista-yogico, questa sesta tappa corrisponde al sesto chakra, situato nella ghiandola pituitaria e pineale, chiamato anche nelle tradizioni spirituali “terzo occhio”.
7. Settima tappa
Nirvana, estinzione, arrivo, conclusione. Fine e inizio. Oceano infinito di coscienza. Tao. Oltre ogni dualità. Il potere della quiete primordiale in cui tutto si manifesta.
8. Conclusioni
Innanzitutto, anche se la scala di per sé ha un aspetto gerarchico, nessun gradino è migliore o peggiore di un altro ma comporta solo una visione di maggiore o minore ampiezza e profondità. Vedere la vita dal 4° piano non è “migliore” che vederla dal 3 ° piano, semplicemente contempla un orizzonte più grande. Un adulto non è “migliore” di un bambino; il bambino non può essere messo al posto dell’adulto, tuttavia, l’adulto può essere messo al posto del bambino.
Secondo, il fatto di essere nel 4 ° livello, per esempio, non significa che gli impulsi istintuali o emotivi dei primo e secondo livello siano sepolti per sempre e non esistano più. Ricorda che ogni nuovo passo permette di integrare e trascendere il precedente. Ciò significa che vivremo gli impulsi e i processi di tutte le fasi, la differenza consisterà nel fatto che questi non determineranno le nostre azioni, saranno solo presenti, senza che la loro influenza determini le azioni del nostro percorso.
In terzo luogo, se durante la lettura di questa mappa abbiamo cercato di collocarci in un certo livello, dovremmo prendere in considerazione che le sette tappe menzionate non sono ordini chiusi e che l’essere umano, in qualche modo, è in risonanza con tutte e sette le tappe. Un’altra cosa è invece riconoscere con umiltà che una parte preponderante del nostro lavoro evolutivo è immerso in uno stadio predominante, sebbene ci siano risonanze, in misura minore, con altri stadi.
Siamo in un momento di grande accelerazione evolutiva che ci permetterà di orientarci verso l’autorealizzazione di potenziali insospettati. Coerentemente con la scala dei bisogni della piramide di Maslow, possiamo affermare che una parte di questa Umanità inizia a trascendere i livelli di base della scala, e questo gli consente di orientare lo sguardo verso la Coscienza di Luce.
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