Seguici su:
“Interazioni creative – be yourself”: non è soltanto uno slogan dai toni ottimistici, ma uno spazio dove è possibile lavorare insieme, confrontarsi, fare rete. E allo stesso tempo è un progetto, un’idea, una storia di cambiamento, un locale di 48 mq in quel di Cosenza. “Interazioni creative” è quello che oggi viene comunemente detto coworking, ma ha dei contorni difficili da definire.
Nato come semplice blog nel 2012, è cresciuto giorno dopo giorno fino a convogliare i migliori fermenti del territorio e a diventare una realtà concreta nell’ottobre 2015: “Oggi il nostro spazio è considerato un punto di riferimento, una piccola casa creativa che accoglie, un covo per creativi dove confrontarsi; in appena un anno e mezzo siamo riusciti a attivare oltre un centinaio tra incontri culturali e laboratori artigianali e creativi”, spiega Deborah.
L’idea fondante del progetto è il fare insieme, la condivisione dei saperi e la creazione di un “circolo virtuoso”: “la sinergia genera fiducia” e la fiducia slancia i talenti, che poi agiscono sul territorio. Nel locale di coworking una comunità di persone si incontra per progettare, sviluppare e migliorare le proprie capacità, metterle a disposizione di tutti e programmare attività da realizzare poi assieme: “Progettiamo di continuo e ci impegniamo per trasformare le idee in opportunità concrete, piccole o grandi che siano. La bellezza di Interazioni Creative è accogliere, fare spazio a chi vuole prendere parte al progetto, mettere in luce chi vuole esprimere il proprio valore per dare vita insieme ad un racconto collettivo del talento e ad un progetto di comunità creativa”.
Lo scambio di saperi e talenti è continuo: a volta è la comunità di Interazioni Creative a portare avanti progetti che poi incidono sul territorio e lo valorizzano, altre sono i “talenti esterni” a portare i loro saperi nella comunità (e questo è il caso di artigiani e maker invitati ad esporre le loro opere nel monolocale di Cosenza).
Un progetto a dir poco innovativo se paragonato al territorio entro cui è inserito: quello calabrese, tradizionalmente restio a idee che non siano quelle classiche e a volte molto chiuso alle novità. “In un Sud abituato da sempre a politiche assistenziali, a vedere partire i propri giovani e in cui il tasso di disoccupazione è altissimo, non è facile proporre un progetto ottimista e che parla di talenti, di potenzialità, opportunità e potere dal basso”, racconta la fondatrice di Interazioni Creative, “per giunta, un progetto partecipato e frutto di tantissima energia, nato dalla caparbietà di una giovane donna che ha deciso di rivoluzionare la sua professione di avvocato trasformando quello che stava diventando il suo piccolissimo studio legale in uno spazio in cui condividere valori e momenti creativi: praticamente Interazioni Creative è un progetto in cui all’inizio non ha creduto nessuno e che è stato giudicato da tanti come una grande utopia o un capriccio”.
Quella di Interazioni Creative, infatti, è anche una storia di un cambiamento personale: Deborah si laurea in giurisprudenza e conclude il praticantato, ottenendo l’abilitazione da avvocato, ma prende tutt’altra strada. Decide di aprire questo laboratorio di energie creative, di lavorare con altre persone, di puntare su un territorio ricco ma spesso sottovalutato e di servirsi delle proprie conoscenze giuridiche per gestire al meglio il progetto. Ma è anche storia di cambiamento di valori: cultura del talento, cultura dell’impresa creativa, cultura dell’economia collaborativa, cultura del possibile e cultura delle relazioni e del vivere lento sono i pilastri che mandano avanti questa impresa.
In poche parole: vi si esprimono i talenti del territorio, viene incentivato quel “saper fare” pratico e artigianale che dicono sarà la base dei mestieri del futuro, si lavora insieme in comunità e con i giusti tempi. Tutta un’altra storia se si pensa a quali sono i valori che la società di oggi impone a chi lavora. A tal proposito Deborah afferma: “Sono convinta che se si cresce insieme si cresce tutti, ed è questo il primo valore che ho deciso di condivide da sempre e che continuo a portare in ogni progetto: se questa per molti è utopia è per me la chiave dell’innovazione, e mi piacerebbe che diventasse per molti la chiave di lettura di un nuovo modo di osservare il proprio talento e le potenzialità della propria terra”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento