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La proposta di legge d’iniziativa popolare per impedire l’ulteriore consumo di suolo del nostro Bel Paese è finalmente approdata in Parlamento, così com’era stata pensata dal Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio.
Lo scopo della proposta è quello di “promuovere e tutelare l’ambiente, il paesaggio e l’attività agricola, nonché di impedire l’ulteriore consumo di suolo” […] e di sottolineare come, accanto alla responsabilità congiunta delle istituzioni della tutela e della salvaguardia del suolo, vi è il diritto-dovere di ciascun cittadino “di contribuire alla effettiva realizzazione delle politiche a ciò indirizzate nell’interesse delle generazioni presenti e future”.
Già al termine della XVI legislatura il Governo aveva presentato un disegno di legge per il contenimento del consumo di suolo il cui esame non era però mai iniziato; anche la XVII legislatura aveva presentato numerosi progetti di legge in tal senso, ma si erano tutti arenati. All’inizio di questa XVIII legislatura, al progetto di legge elaborato dal Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio erano state apportate alcune modifiche che alteravano il valore e il senso della proposta e che sono state recentemente fatte emendare dai suoi promotori.
Ora finalmente, nel suo titolo corretto: “Disposizioni per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli edificati” incardinato all’atto della Camera 63, il progetto entra nella sua fase più delicata, ovvero quella della discussione in Parlamento.
Il lavoro per giungere fin qui è stato lungo e faticoso, e il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio a tale scopo ha voluto istituire un Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare formato da 75 esperti che ha creato una proposta di grande rigore, condivisa dall’intera rete promotrice, con oltre 1000 organizzazioni e decine di migliaia di cittadini.
Perché una legge di questo genere è più che mai urgente e necessaria? Perché negli ultimi 30 anni in Italia sono stati cementificati 6 milioni di ettari, ovvero l’equivalente di 1/5 del territorio nazionale e perché nonostante ci siano 7 milioni di case vuote, 700.000 capannoni dismessi, 500.000 negozi inutilizzati e 55.000 immobili confiscati alle mafie, in Italia si continuano a costruire edifici nuovi e a cementificare nuove porzioni di suolo, anziché riutilizzare e rigenerare terreni ed edifici già presenti sul territorio; la proposta ha infatti tra i suoi obiettivi primari anche il recupero, il riuso e la rigenerazione dell’enorme patrimonio edilizio esistente ed inutilizzato.
Come sostiene il Forum promotore, nonché gli esperti che hanno definito con precisione i contenuti della proposta di legge e come enunciato nel primo articolo della stessa, il suolo è un bene comune e una risorsa limitata e non rinnovabile che fornisce funzioni e servizi vitali, anche perché necessario per la produzione di cibo e per il benessere dei cittadini e delle comunità; inoltre impedire il consumo di suolo permette anche di contrastare attivamente il dissesto idrogeologico, l’impermeabilizzazione del terreno; serve altresì a contrastare gli effetti degli eventi meteorologici estremi, risultando quindi una misura necessaria anche per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
Speriamo che la maggioranza dei parlamentari che saranno tenuti a discutere questa proposta di legge, prima di votare si ricorderanno del contratto di governo in cui si faceva specificamente riferimento a “fermare il consumo di suolo […] attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana”.
Dal canto nostro, per esercitare il diritto-dovere di contribuire alla realizzazione di politiche per la salvaguardia del suolo, come auspicato dalla proposta stessa, possiamo ancora far sentire le nostre voci aderendo alla campagna lanciata dal Forum. Per tutti i dettagli clicca qui.
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