12 Lug 2018

Karmadonne, l’integrazione che parte dalle donne

Scritto da: Lorena Di Maria

Karmadonne è un’Associazione di promozione sociale presente a Carmagnola, costituita ufficialmente nell’anno 2014 ed attiva sul territorio già da lungo tempo, con l’obiettivo di dare vita ad un luogo di incontro per donne provenienti da diverse culture, finalizzato a incoraggiare forme di integrazione, sostegno ed accompagnamento, favorendo una maggior inclusione sociale nel contesto cittadino.

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Torino - A Carmagnola esiste una realtà innovativa che svolge diverse attività volte alla promozione sociale, all’incontro tra le diverse culture ed all’accoglienza di tutte le persone e che rappresenta un contenitore di idee, iniziative e progettualità che favoriscono la cittadinanza attiva e l’integrazione. A parlarcene è Angela Inglese, che, insieme alle altre fondatrici del progetto, ha creduto fortemente alla creazione dell’Associazione, contribuendo alla realizzazione di numerose iniziative e promuovendo la convivenza e la collaborazione tra le donne.

Raccontaci com’è nata l’Associazione e di cosa si occupa
La nostra attività nasce in corrispondenza della crescente presenza di persone straniere giunte negli ultimi anni a Carmagnola. Insieme ad altre volontarie che avevano una pregressa esperienza nel campo del sociale, abbiamo constatato che erano molte le donne che avevano necessità di imparare l’italiano e nell’anno 2002 abbiamo deciso di dare vita ad un corso di italiano per straniere, partendo dal presupposto che chi non conosce la lingua, in qualsiasi posto vada, rimarrà sempre straniero.
Il corso è stato attivato all’interno del centro sociale del quartiere popolare di Carmagnola, attualmente abitato da una forte componente multietnica. A partire da questa iniziativa, è nata la voglia da parte delle donne che frequentavano il corso, di dare vita ad altre attività condivise, quali cene e feste a tema a seconda delle diverse provenienze, attività e scambi sulla cura del corpo e sulla cucina. È nato in questo modo un bel rapporto di amicizia che nel tempo si è consolidato, con la volontà di mettersi in gioco insieme. Nel 2014 viene infine costituita l’Associazione, frutto dell’esperienza di una decina di anni.

Da dove deriva la denominazione “Karmadonne”?
Il nome “Karmadonne” deriva dal termine Karma che si riferisce a Carmagnola ed anche alla filosofia Indù, legata al concetto del divenire, dell’avanzare, del progredire e quindi al raggiungimento un obiettivo, quale, nel nostro caso, dedicarsi alla diversità in maniera solidale e disinteressata ed abbattere lo stereotipo dello straniero.
In quale luogo svolgete le vostre attività?
Il grande cambiamento è avvenuto nel 2013, quando abbiamo preso in comodato d’uso la casa parrocchiale di San Francesco, trasformandola nella nostra sede, dove abbiamo dato vita ai tanti progetti che svolgevamo precedentemente al centro sociale. Nasce così “Casa Frisco”, un luogo dove tutti possono sentirsi a casa e che è divenuta al piano terreno Casa di Quartiere, mentre al piano superiore è stata trasformata in Housing Sociale per donne in difficoltà, offrendo sistemazioni temporanee a coloro necessitano di inserirsi nella società.
Nel complesso le donne arrivano da diversi paesi quali Italia, Marocco, Senegal, India, Romania e Sudamerica, trovando l’opportunità in questo contesto di conoscersi e fare rete.
Karmadonne è un’Associazione di promozione sociale, tramite la quale offriamo possibilità lavorative per i nostri soci e ciò permette loro di svolgere il proprio lavoro rispettando le esigenze familiari. Un esempio è la “mensa popolare”, nella quale i soci lavorano in prima persona e che rappresenta una mensa aperta a tutti i cittadini ed a basso costo, poichè intercettiamo dai supermercati prodotti vicini alla scadenza e frutta e verdura non più in vendita.

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Quali attività ed iniziative state attualmente portando avanti?
Da due anni facciamo accoglienza ai richiedenti asilo, mettendo a disposizione esperti con diverse competenze quali psicologia, educazione ed infermieristica. I richiedenti asilo sono attualmente una trentina e vivono nell’Housing Sociale ed in alcuni alloggi affittati in città per favorire forme di accoglienza diffusa.
Un altro progetto importante è la sartoria, gestita dalle donne e da un gruppo di volontari, la cui sfida è riuscire a creare modelli con le stoffe africane ma di gusto e taglio europei.
Gestiamo inoltre un doposcuola per bambini, un corso di cucina etnica, diversi corsi di lingue ed un laboratorio per la cura del corpo. Abbiamo attivato anche uno sportello di ascolto psicologico, consulenze di ascolto legale ed uno sportello infermieristico, servizi gratuiti per tutti.
Attualmente collaboriamo con diversi progetti di cooperazione internazionale: siamo in contatto con l’Associazione “El Amane” di Marrakech in difesa di donne vittime di violenza alla quale abbiamo destinato contributi economici.
In tal proposito, un’attività che ci sta molto a cuore è organizzare ogni anno un viaggio nei luoghi di provenienza delle donne, per conoscerne le famiglie ed entrare nella loro cultura. Abbiamo inoltre collaborato ad una mensa per bambini in Perù, organizzato una raccolta fondi in Romania per aiutare la ricostruzione di un paese a seguito di un terremoto, ideato una cena per aiutare ad acquistare la strumentazione per la sala parto di un ospedale in Congo. Sono tutti progetti che partono dalle proposte delle donne che collaborano con noi e che hanno contatti con i loro paesi di origine.

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Su quali valori basate le vostre azioni?
Ciò che ci sta a cuore è la volontà di accogliere tutti, indipendentemente dal credo, così come il rispetto dell’altro, la solidarietà tra le persone, la capacità di fare rete ed essere solidali verso chi ha bisogno. Nel complesso facciamo riferimento ai valori universali legati alla Carta dei Diritti Umani, sulla quale fondiamo il nostro agire.

Parlaci dei vostri progetti per il futuro.
Tra i nostri progetti per il futuro abbiamo in programma l’ampliamento della sartoria, l’apertura della mensa anche nel week end con cucina tradizionale italiana o etnica ed inoltre l’apertura dello sportello antiviolenza, insieme alla creazione una casa rifugio per le donne che necessitano di vivere temporaneamente in un luogo protetto.
Perché proprio le donne?
All’interno del processo di integrazione, le donne rappresentano il motore perché hanno la grande capacità di unirsi ed aggregarsi, condividendo la cura dei figli, della casa, del lavoro. Le nostre attività hanno origine dalle esperienze e dalle capacità delle singole donne, che offrono le proprie competenze e perciò abbiamo deciso di sfruttare questa grande potenzialità per dare vita ad una associazione più strutturata, come laboratorio che realizzi la nuova comunità, vista come una comunità plurale, dove la diversità diventa una ricchezza. “Casa Frisco” è per noi il porto sicuro dove ognuno può venire a riprendere fiato senza che nessuno ti chieda chi sei e quali sono le tue origini.

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