“Ivrea città industriale del XX secolo” nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO
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Torino - L’idea di proporre la candidatura di “Ivrea Città Industriale del XX secolo” a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nasce nel 2008 su iniziativa del Comune di Ivrea e della Fondazione Adriano Olivetti.
Da quel momento in poi, raccontano i promotori sul sito dedicato alla candidatura, ha preso vita il progetto che ha visto una prima tappa importante nel maggio 2012 con l’iscrizione della proposta nella Lista Propositiva Nazionale (Tentative List) UNESCO. Da allora il Comune di Ivrea, il Ministero dei Beni e delle attività culturali e turistiche, insieme alla Fondazione Adriano Olivetti, alla Fondazione Guelpa e con l’attiva partecipazione della Regione Piemonte e della Provincia di Torino (poi Città Metropolitana), hanno lavorato alla preparazione del Dossier di Candidatura (Nomination File) dando inizio al complesso lavoro di progettazione del Piano di Gestione, individuando gli obiettivi fondamentali, così come richiesti da UNESCO, di protezione, conservazione e trasmissione alle future generazioni dell’area candidata, con il coinvolgimento di tutti i soggetti attivi sul territorio.
Arriva adesso, a sei anni di distanza, la comunicazione ufficiale di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO direttamente dal Bahrein dove si stanno svolgendo i lavori del 42° Comitato del Patrimonio Mondiale e con essa la possibilità di conservare e tramandare una memoria eccezionale di storia e appartenenza, insieme alla speranza di un rinnovamento per le future generazioni.
Le basi della Candidatura di “Ivrea Città Industriale del XX secolo” nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO
Nel corso del Novecento, Ivrea ha realizzato un modello alternativo e unico di città industriale basato su un sistema sociale e produttivo ispirato alla Comunità. Il concetto di “comunità” racchiude in sé, infatti, valori umani, ambientali e architettonici che hanno fatto di Ivrea la città industriale per eccellenza del XX secolo. Un modello di lavoro, un modello di vita che fanno coesistere armonicamente lo spazio economico-produttivo e quello sociale.
Nel periodo che va dal 1930 alla morte di Adriano Olivetti, nel 1960, Ivrea diviene il fulcro delle più avanzate riflessioni in campo industriale e socio-economico, architettonico e urbanistico. Il pensiero olivettiano si manifesta in un insieme eccezionale di edifici per l’industria e per i servizi sociali di straordinaria qualità, secondo un modello di sviluppo alternativo a quello tradizionale.
Le politiche sociali costituiscono i presupposti delle opere di architettura moderna (che traducono quei concetti in manufatti) e dei piani urbanistici che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
Diversi elementi concorrono alla sua costruzione: la presenza dell’Olivetti e l’azione di Adriano Olivetti che crea un terreno fertile di idee e di scambi con le culture del lavoro internazionali coeve; le riflessioni sulle ricadute della produzione sul territorio elaborate dei tayloristi sociali degli anni Trenta; le idee sulla città funzionale proposte nei primi Congressi Internazionali di Architettura Moderna; la proposta comunitaria elaborata da Olivetti nel secondo dopoguerra; la felice congiuntura economica che investe la fabbrica tra il 1954 e il 1958; l’introduzione di discipline come la psicologia e la sociologia applicate direttamente alla conoscenza e al miglioramento della produzione; l’introduzione di tecniche urbanistiche innovative nella pianificazione della città e del territorio e la visione della cultura come elemento di modernizzazione sociale.
Ivrea rappresenta, dunque, il possibile modello di sviluppo, fondato sulla collaborazione tra capitale e lavoro, tra lavoratori e imprese alternativo a quello tradizionale. Tutto ciò si traduce in un ‘progetto realizzato’ dove le nuove relazioni industriali, sindacali e le politiche sociali costituiscono i presupposti tanto delle opere di architettura moderna quanto dei piani urbanistici, che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
Il complesso di edifici di straordinaria qualità che compone la città industriale di Ivrea costituisce tra le prime e più alte espressioni di una visione moderna dei rapporti produttivi in cui le funzioni sono individuate attraverso il filtro tanto delle riflessioni sul cittadino – utente proposte dal Movimento Comunità quanto delle nuove relazioni industriali che l’Olivetti elabora.
Il Movimento Comunità, fondato a Ivrea nel 1947 sulla scorta delle riflessioni teoriche proposte da Adriano Olivetti e riguardante un nuovo ordinamento politico e amministrativo basato sulla Comunità, propone un modello economico caratterizzato da una visione collettiva delle relazioni tra lavoratori e comunità delle imprese, regolata da un’attenta attività di pianificazione, da un’attitudine dell’industria a riversare i benefici economici sul territorio, da un’innovativa politica dei servizi sociali e dall’affermazione del primato della cultura nelle azioni di modernizzazione sociale.
L’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO riconosce una storia di tradizione di ingegno, operosità e savoir-faire.
Foto copertina, autore: Sito ivreacittaindustriale
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