26 Giu 2018

Officine Capodarno, primo risultato della strategia Aree Interne

Innovazione, imprenditoria giovanile e sostenibilità contro lo spopolamento delle zone montane: sabato 23 giugno sono state inaugurate nei locali delle ex scuole elementari di Stia le “Officine Capodarno”.

Salva nei preferiti

Sabato 23 giugno, nell’ambito della manifestazione “Vivere Bio”, sono state inaugurate nei locali delle ex scuole elementari di Stia le “Officine Capodarno”, un progetto voluto dall’Amministrazione Comunale con lo scopo di favorire l’imprenditoria giovanile legata all’innovazione e a progetti di sostenibilità ambientale. Il tutto ha sullo sfondo l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono delle zone rurali e montane, che nel concreto ha portato dal 2014 – anno dell’istituzione del Comune di Pratovecchio Stia – ad oggi ad un calo demografico di circa 400 unità nel territorio comunale.

È questo il primo risultato concreto, in Casentino, della strategia governativa per le Aree Interne, della quale si è molto parlato in questi ultimi anni; i fondi derivanti da tale progetto si sommano agli impegni finanziari del Comune e di tanti altri soggetti pubblici e privati, per garantire la nascita e la continuità di questa iniziativa.

Anche per questo erano presenti al vernissage l’On. Riccardo Nencini, due assessori regionali – Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli, la vicepresidente della Provincia di Arezzo Eleonora Ducci, più vari Sindaci e amministratori del Casentino, esponenti delle categorie economiche, del mondo universitario e di istituti di ricerca.

“Vedere così tante persone all’inaugurazione delle Officine Capodarno ci ha ricompensato del tanto lavoro e delle tante preoccupazioni che hanno accompagnato la fase iniziale di questo progetto”, ha detto Nicolò Caleri che ha presentato evoluzione e obiettivi di Officine Capodarno, definite “un punto di partenza, e non certo di arrivo, per tutta la nostra comunità e per l’intero Casentino. Era opportuno recuperare uno stabile che ha segnato la storia del nostro paese senza modificarne la struttura e la destinazione formativa”.

officine capodarno risultato strategia aree interne 1529998042

Fatti i doverosi ringraziamenti ai tanti che hanno reso possibile giungere alla inaugurazione, Caleri ha sottolineato come “Per il finanziamento ottenuto dal MIUR nell’ambito del progetto Aree Interne, un ringraziamento particolare va a Massimiliano Mugnaini, Alfredo Bresciani e Daniela Nocentini, nonché a tutto il gruppo che ha seguito il progetto: è stato un lungo percorso ma da oggi possiamo dire che ha cominciato a trasformarsi in realtà”.

Ma quale sarà il futuro di Officine Capodarno? Caleri, a cui ha fatto poi eco Vincenzo Ceccarelli, ha confermato che la gestione della struttura sarà messa a bando specificandone gli obiettivi, e che al conseguimento di questi la corresponsione di fondi diventerà strutturale, quindi un aiuto cospicuo perché questo progetto possa mettere le ali. E magari riuscire a concretizzare anche il secondo step dello stesso progetto: l’altro immobile che ospiterà le Officine Capodarno è una struttura presso la stazione di Pratovecchio Stia, che oggi necessita di un robusto restauro.

“C’è già – ha concluso Caleri – un accordo tra l’Amministrazione e LFI per l’assegnazione al Comune. Qui l’Amministrazione intende spostare la Scuola del Ferro Battuto e creare successivamente una più articolata Scuola di Arti e Mestieri che dia risposte a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla lavorazione delle materie prime del territorio (legno, pietra, ferro) in collaborazione con scuole e associazioni di categoria”.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Armoniosa Ensemble, l’orchestra che fa rivivere musica e strumenti di 300 anni fa
Armoniosa Ensemble, l’orchestra che fa rivivere musica e strumenti di 300 anni fa

Raccontare il Medio Oriente: Al Ghalas, il nuovo romanzo del cronista sardo Luca Foschi
Raccontare il Medio Oriente: Al Ghalas, il nuovo romanzo del cronista sardo Luca Foschi

Il regista Vincenzo Caricari racconta il cinema calabrese, fra ‘ndrangheta e restanza
Il regista Vincenzo Caricari racconta il cinema calabrese, fra ‘ndrangheta e restanza

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Dopo i droni, le radiazioni: che succede negli Usa? – #1034

|

Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è libero, ma l’informazione no”

|

A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese

|

Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno

|

L’archeologia lo mostra: la cura è stata centrale nella storia della civiltà

|

I rifiuti elettronici sono un grosso problema. La soluzione? Riparare invece che ricomprare

|

Perché dire basta ai botti di Capodanno: petizioni e proposte sostenibili

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

string(9) "casentino"