Migranti: mentre si chiudono i porti, c'è chi apre le case
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“Vorremmo fare qualcosa di concreto per aiutare chi è in difficoltà. Crediamo sia giusto per chi, come noi, vive in un paese meno svantaggiato di altri e che attraversa una fase storica in cui il senso di umanità sembra essere smarrito. Speriamo davvero di poter, nel nostro piccolo, fare la differenza”.
Questo è uno dei tanti messaggi che Refugees Welcome Italia ha ricevuto negli ultimi giorni, a dimostrazione di come una parte della popolazione italiana si sia mobilitata al cospetto delle posizioni di chiusura culturale – prima ancora che politica – espresse dal nuovo Governo italiano rispetto al fenomeno delle migrazioni forzate.
Nella settimana appena trascorsa Refugees Welcome Italia ha rilevato un incremento sensibile di registrazioni sulla piattaforma www.refugees-welcome.it, tanto da parte di famiglie disponibili a ospitare un rifugiato, quanto da parte di aspiranti attivisti, che vogliono unirsi ai team territoriali o dare avvio a un nuovo gruppo. Negli ultimi otto giorni è stato registrato un aumento di oltre l’80% nelle iscrizioni, con circa 40 nuove famiglie pronte ad aprire le porte a chi scappa da guerre, persecuzioni, povertà.
“Anche se dai recenti sondaggi pubblicati sui quotidiani nazionali vengono evidenziate elevate percentuali di coloro che sono pienamente in linea con le dichiarazioni del Governo italiano, l’analisi dei nostri dati racconta un’altra Italia, che è pronta a mettersi in prima linea per contribuire a un diverso modo di accogliere e sostenere l’inclusione nella società italiana. Un bel segnale in vista della settimana del rifugiato iniziata ieri” , dichiara Fabiana Musicco, Presidente di Refugees Welcome Italia.
Refugees Welcome Italia, che propone un modello di accoglienza fondato sulla cittadinanza attiva, prosegue le sue attività di sensibilizzazione e diffusione dell’accoglienza in famiglia e, nei prossimi giorni, sarà presente in diverse città: da Milano a Roma, passando per Torino, Palermo, Macerata. E proprio a Macerata è partita in questi giorni una nuova convivenza, l’ultima in ordine di tempo: Michele, 41 anni, ha deciso di aprire le porte di casa a Sadaqat, titolare di protezione sussidiaria pakistano. Arriva così a 90 il numero di convivenze attivate nei due anni e mezzo di attività in Italia dell’associazione.
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