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Marche - all’inizio dei tempi l’uomo contempla le stelle. Si rivolge a loro per orientarsi, per prevedere il futuro, per studiare il presente o semplicemente per sognare. Prendendo le distanze dalla società della tecnologia e della superficialità, in cui tante attività improduttive – specialmente se richiedono tempo – si stanno perdendo, gli amici di Destinazione Umana e il b&b La Casa dei Nonni propongono un’esperienza particolare. Con Sonia, gestrice del b&b, abbiamo parlato del weekend in tenda trasparente, durante il quale si potrà fare la bellissima esperienza di dormire all’aperto e osservare le stelle.
Com’è nata l’idea della tenda trasparente?
Ascoltando il territorio circostante, la Natura. Il B&B La casa dei nonni è posto proprio a metà via, tra i monti e il mare. Abbiamo la fortuna di godere di un panorama che va dalla pianura, salendo sulle colline fino a tutta la catena dei Monti Sibillini, o anche detti Monti Azzurri. Al di sopra di tutto questo, di notte, si apre il sipario sul vasto cielo blu non inquinato dall’illuminazione cittadina. Quindi abbiamo pensato di fare un invito speciale agli ospiti, un invito a restare al buio e a dormirci dentro. Perché nel buio, quello vero, non si può “fare”, non ci si può “dare da fare”. Al limite si può pensare a quello che si è fatto, cercando di capirlo. E in questo ci aiuta il cielo, con le stelle, le costellazioni, i pianeti. Se spegniamo la luce, entriamo nel regno dei dubbi, delle incertezze, dei limiti… e delle storie che lo popolano, quelle della mitologia greca.
Il nostro è un invito al buio. Un invito per pochi, perché non è una conferenza, ma un dialogo in cui le domande sono sempre più delle risposte, un dialogo intorno ad un telescopio. La tenda trasparente, sollevata da terra, ci ha aiutato a rendere ancora più magica l’esperienza. Quando io e Luigi ancora eravamo in dubbio sull’acquisto, una sera ne parlavamo seduti sull’altalena guardando il cielo e proprio lui ci ha dato la risposta: una magnifica stella cadente ha solcato con la sua lunga scia il cielo sopra di noi. Abbiamo detto subito “Sì, facciamolo!”.
Ci puoi raccontare com’è andato questo “esperimento” la prima volta che l’avete provato?
Una volta entrati ci siamo stupiti di come la visione cambi, la trasparenza della tenda permette di osservare davvero il cielo rimanendo comodamente sdraiati. Ci si sente al sicuro dentro la tenda, ma allo stesso tempo è come stare completamente all’aperto, senza nessuna barriera tra te e il cielo. La temperatura è ottimale e i suoni della natura circostante diventano la colonna sonora della notte… e quando a giugno arrivano le lucciole il quadro si completa. I primi ospiti ne sono rimasti meravigliati e da lì la tenda ha iniziato ad avere più nomi: la culla, l’astronave, un grande utero materno.
Come mai secondo te un’esperienza così naturale come dormire sotto le stelle oggi viene vista come qualcosa di eccezionale?
Nel corso del tempo, questo è il sesto anno, sono arrivati ospiti da ogni parte d’Italia, magari fanno 500 km per vivere questa esperienza e poi ripartire il giorno dopo. Penso che chi viene vuole fare e farsi un regalo speciale. Il cui valore sta tutto nel concedersi un momento per fermarsi, alzare la testa al cielo e seguire le emozioni e i pensieri che questo piccolo gesto produce dentro di sé. Questo perché non è così scontato avere la possibilità di vedere il cielo stellato, soprattutto per chi abita in grandi città. Intravedere una o due stelle tra la luce dei lampioni non è esattamente come sentire il cielo sopra di sé, con la sua enormità e profondità. C’è da perdersi a contare le stelle, ci si sente smarriti a volte, e allora forse si prova lo stesso impulso che hanno provato gli uomini che hanno cominciato a organizzare il cielo in costellazioni, i Sumeri, i Babilonesi e poi chiaramente i Greci. L’impulso di trovare un senso al caos, di rendere ciò in cui ci si potrebbe perdere e smarrire un punto certo di orientamento.
Quale può essere l’effetto sui bambini, che nonostante passino la maggior parte del loro tempo in ambienti urbani e chiusi, sono ancora dotati della capacità di stupirsi?Quando gli ospiti ci chiedono cosa potrebbe servire noi rispondiamo che sono necessari soltanto 2 occhi curiosi e quelli dei bambini che vedono per la prima volta i crateri della Luna o Saturno con i suoi anelli sono eccezionali. Ma attenzione, guardare da vicino i pianeti fa restare a bocca aperta ad ogni età. Soprattutto vincono la paura del buio, restando affascinati da quello che gli altri sensi insegnano loro.
Quale sarà il programma del weekend?
L’esperienza si può fare tutti i giorni da Maggio a Settembre. Accogliamo la coppia o la famiglia a partire dalle prime ore del pomeriggio e diamo loro la possibilità di sistemarsi in una camera con il bagno, farsi un tè o una tisana usando la cucina sempre aperta e stare comodamente in giardino o in terrazza. Prima dell’arrivo forniamo degli itinerari così che possano gestire il loro tempo come meglio credono. L’appuntamento per l’inizio del “viaggio astronomico” è in giardino dopo cena, a partire dalle 21.30, viaggio in cui raccontiamo le storie del cielo, legate alle costellazioni che si intrecciano una con l’altra, e la visione dei pianeti tramite il telescopio. Alla fine gli ospiti saranno in grado, tramite dei punti di riferimento, di orientarsi nel cielo anche una volta tornati a casa. Dopo l’osservazione li accompagniamo alla tenda dove potranno trascorrere la notte. La mattina ad aspettarli troveranno un’abbondante e profumata colazione con dolci fatti in casa e una vasta scelta di prodotti che potranno consumare in tutta tranquillità servendosi da soli.
A chi consiglieresti di non perdersi assolutamente questa esperienza?
Non ci sono controindicazioni! In questi sei anni nessuno ci ha segnalato casi di allergie o intolleranze. Certo speriamo sempre che chi arrivi faccia tesoro della magia in cui si è immerso per poi andare avanti nella vita di tutti i giorni e speriamo che la nostra esperienza contribuisca ad accrescere quel bagaglio di bellissimi ricordi che ci si porta dentro. Quindi, come sui giochi in scatola, consigliato da 0 a 99 anni… e oltre!
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