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Da mesi sulla Casa Internazionale delle Donne pesa la minaccia dello sfratto e della chiusura. Una minaccia che appare oggi particolarmente incombente, alla luce del documento presentato qualche giorno fa da Gemma Guerrini, presidente della Commissione delle Elette del Comune di Roma, e firmato da 6 consigliere su 25 in cui il progetto della Casa viene di fatto dichiarato fallito. Il rischio è che la mozione venga ora votata e approvata, riferisce Francesca Koch, tra le componenti del consiglio direttivo della Casa, una struttura che da oltre trent’anni, rappresenta un patrimonio della capitale e centro propulsore di servizi sociali e culturali riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
Eppure, secondo il direttivo della Casa Internazionale delle Donne, si tratta di “una relazione incompleta, burocratica e sbagliata”. “Tutti – si legge sul sito della Casa – concordano sul fatto che la Casa Internazionale delle Donne svolga nella città una funzione preziosa, sia da trenta anni il luogo della politica e della cultura femminile e femminista, faccia vivere, mantenga aperto e fruibile un complesso architettonico del ‘600, fornisca consulenza, sostegno, aiuto contro la violenza e le discriminazioni di genere, senza aver mai ricevuto contributi pubblici per la gestione, senza nessun onere per l’amministrazione, a parte la mancata entrata di una parte di un canone che da anni abbiamo chiesto di cambiare perché assolutamente insostenibile.
Questa funzione pubblica che la Casa svolge, come tanti altri luoghi della città, deve essere finalmente riconosciuta, difesa e valorizzata. Noi vogliamo una risposta. Vogliamo che la Casa Internazionale delle donne e tutti gli altri luoghi sociali, siano messi in sicurezza e possano continuare il loro lavoro a servizio della città. Noi non ci arrendiamo alla politica del rinvio e del silenzio e rilanciamo la mobilitazione”, conclude il direttivo, ricordando che decine di migliaia di donne e di uomini hanno già firmato a sostegno della Casa.
Sulla base di queste considerazioni, il direttivo della Casa Internazionale delle Donne ha dunque chiesto chiesto un incontro con la Sindaca di Roma e l’immediata riapertura del tavolo di trattativa con la Giunta comunale. “Chiediamo alla Commissione delle Elette di prendere atto delle nostre considerazioni e di modificare di conseguenza il giudizio espresso nella relazione”.
Italia che Cambia ribadisce il proprio sostegno a questo grande spazio sociale nel cuore di Trastevere; insieme di organizzazioni, di donne e servizi sociali e culturali; simbolo del movimento femminista degli anni ’70; piazza che ospita eventi di musica, arte e spettacolo, un ristorante, una foresteria; giardino di permacultura; un palazzo del ‘600 nato come reclusorio di donne, ma soprattutto una casa e, da oltre trent’anni un punto di riferimento per le donne italiane e straniere.
Il consiglio direttivo della Casa invita tutte e tutti a recarsi domani 17 maggio alle ore 13 al Campidoglio in aula consiliare.
Il documentario sulla lotta femminista e il movimento “Non una di meno” in difesa per gli spazi sociali a Roma
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