Lorella Zanardo: “Ragazze e ragazzi, usate Internet per cambiare il mondo”
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Dagli stereotipi di genere al cyberbullismo, dalle fake news all’odio in rete, dalla gestione dei dati al diritto all’oblio. Questi i temi al centro della conferenza spettacolo “Schermi: se li conosci non li eviti” di e con Lorella Zanardo, che ha debuttato ieri a Milano al Festival Nazionale del Teatro Ragazzi “Segnali”.
Proseguendo il percorso educativo verso un uso critico dei mezzi di comunicazione – che ha preso le mosse dal documentario “Il corpo delle donne” ed è continuato con il progetto “Nuovi occhi per i media” – questo nuovo lavoro si rivolge agli studenti delle scuole secondarie ed è per loro che, a partire dal mese di settembre, andrà in scena nei teatri delle città italiane (1).
Nell’epoca delle reti digitali e delle connessioni senza fine, l’obiettivo è quello di fornire alle ragazze e ai ragazzi strumenti di interpretazione dei media. “Alcuni insegnanti e genitori vorrebbero che ai ragazzi venissero vietati gli strumenti digitali. Io credo che un simile divieto sarebbe ingiusto, oltre che inattuabile”, ci spiega Lorella, che da anni incontra studenti e studentesse guidandoli, con grande empatia e capacità di coinvolgimento, alla comprensione dei principali temi riguardanti i mass media, la differenza di genere e la cittadinanza attiva.
Gli ultimi dati Censis pubblicati a dicembre 2017 ci dicono non solo che ormai tutti gli under 24 hanno uno smartphone ma anche che molti di loro sono collegati per 15-16 ore al giorno e di anno in anno raddoppia la percentuale di coloro che non spengono mai il telefono. “Alla luce di questo – afferma Lorella – la nostra proposta è quella di parlarne ed educare. Con questa conferenza spettacolo parliamo di stereotipi sessisti, di linguaggio d’odio, di cyberbullismo e fake news. Sul palco, oltre a me che conduco il racconto, ci sono tantissimi stimoli visivi, video e fotografie.
Parlando di bullismo riporto la storia dell’attrice Kate Winslet e quella di Elon Musk, tra i CEO più potenti del pianeta. Citiamo queste persone di successo che nell’infanzia sono state vittime di gravi atti di bullismo per non far sentire ‘sfigati’ e soli i ragazzini bullizzati, che spesso vivono in una condizione di solitudine terrificante”.
Durante la conferenza vengono poi trattati alcuni temi su cui i ragazzi sono poco consapevoli. “Mi riferisco ai dati personali degli utenti e all’importanza di renderci conto che stiamo cedendo i nostri dati quando, per esempio, accettiamo ‘Termini e Condizioni’ di Facebook. Chi sa che da quel momento tutte le foto ed i post che condividiamo diventano di proprietà del social network? Praticamente nessuno”.
Tra le questioni affrontate anche quella del consenso. “È necessario imparare a non aver bisogno del consenso. É vero, tutti ne abbiamo in qualche modo bisogno. Tuttavia, nell’epoca di Facebook e dei like i ragazzi sono imprigionati dalla ricerca del consenso. Eppure coloro che hanno cambiato davvero il mondo non sono mai piaciuti a tutti!”.
“Il nostro impegno – continua Lorella – è quello di informare affinché si diventi cittadini consapevoli, una sorta di educazione civica 2.0, che purtroppo è assente dalle scuole. Il MIUR, per vari motivi, non è riuscito a stare al passo delle nuove generazioni digitali. La prima urgenza è dunque quella di formare le insegnanti e gli insegnanti che sono per lo più impreparati su questi temi, pur percependone l’importanza.
In questi anni non siamo mai stati noi a proporci alle scuole: da quando abbiamo ideato il progetto “Nuovi occhi per i media” siamo stati sommersi dalle richieste di aiuto di centinaia di insegnanti desiderosi di ricevere gli strumenti per educare all’uso consapevole delle immagini e dei media. In quasi tutti i Paesi esteri l’educazione ai media è una materia obbligatoria. La prima cosa da fare in Italia – il paese con il più alto tasso di analfabetismo funzionale in Europa – è quindi partire dalla formazione degli insegnanti, affinché questi siano poi in grado di educare i ragazzi. Il mio è un appello a non colpevolizzare né insegnanti né genitori. Forniamo loro, piuttosto, gli strumenti di cui hanno bisogno.
È quello che vogliamo contribuire a fare con questa conferenza spettacolo, che ha un approccio propositivo: il messaggio che vogliamo trasmettere è che le cose possono essere cambiate in meglio e che ognuno può fare qualcosa per combattere, ad esempio, le fake news o il linguaggio d’odio in rete. Noi vogliamo educare a reagire dinanzi a ciò che è ingiusto, vogliamo far conoscere gli strumenti per protestare pacificamente e cambiare lo stato delle cose. Internet, se usato con consapevolezza, è uno strumento potentissimo di cittadinanza attiva. Ecco quello che diciamo ai ragazzi: potete cambiare il mondo”.
- Docenti e dirigenti scolastici che intendono presentare la conferenza spettacolo ai propri studenti possono prendere accordi con il teatro dove solitamente portano le proprie classi. I responsabili del teatro possono scrivere a info@nuoviocchiperimedia.it
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