Caffè Alzheimer, un ciclo di incontri per l’ascolto e il sostegno reciproco
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Torino - “Caffè Alzheimer” è un momento di incontro ed aiuto reciproco pensato e progettato per offrire supporto e sostegno alle famiglie e a coloro che si occupano di assistere persone affette da demenza senile ed in particolare di Alzheimer. Il progetto, con il patrocinio del Comune di Avigliana, nasce dalla collaborazione tra l’ALS TO3, Con.I.S.A e la Casa di Carità Arti e Mestieri, declinandosi in un ciclo di otto appuntamenti condotti dal personale della Rsa Don Menzio di Avigliana, struttura sanitaria per anziani.
L’iniziativa, considerata un vero e proprio “progetto di comunità”, porta in Val di Susa esperienze precedentemente già sperimentate ed attuate in altri territori ed ha come obiettivo la creazione di uno spazio familiare, aperto e condiviso in cui i soggetti interessati hanno la possibilità di relazionarsi direttamente con specialisti del settore per chiedere informazioni e consigli su tali patologie ed allo stesso tempo confrontarsi con le esperienze altrui, al fine di entrare maggiormente in sintonia col proprio ruolo e con le problematiche ad esso connesse.
A condurre gli incontri sono professionisti quali medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi ed operatori sociosanitari disponibili a dispensare consigli, chiarire dubbi ed offrire supporto per una conoscenza più approfondita della problematica e per una più facile gestione della stessa.
Gli appuntamenti sono stati pensati in un ciclo di otto pomeriggi, dal 16 marzo al 29 giugno 2018 e si declinano in una speciale occasione di socializzazione e scambio, col fine di concentrare ogni incontro, della durata di due ore, su una diversa tematica e col supporto di una diversa figura professionale, in modo da offrire una visuale ampia e completa del tema affrontato.
Luogo degli appuntamenti è “La Fabrica”, che si offre come centro polifunzionale che favorisce l’incontro tra le persone e la fruizione di servizi. Ogni incontro prevede contemporaneamente attività per i cosiddetti caregivers, ovvero “coloro che si prendono cura” che si possono in questo modo confrontare con gli operatori sanitari; ed allo stesso tempo per i pazienti, intrattenuti con attività ricreative.
Nello specifico, il primo incontro, svolto il giorno 23 marzo, si è focalizzato sull’approfondimento degli aspetti medici legati alle demenze, concentrando l’attenzione su argomenti connessi agli stati degenerativi delle patologie, alle cure farmacologiche più adeguate ed alle strategie più efficaci per supportare il paziente. L’incontro si è sviluppato in un primo intenso momento informativo ed in un secondo momento di chiusura, inclusivo e conviviale, in cui i parenti ed i pazienti hanno potuto condividere un momento di svago e conoscenza reciproca presso la caffetteria de La Fabrica. Come sostenuto dalla Rsa Don Menzio, nel complesso, “si tratta di una terapia psico-sociale basata sull’incontro, con lo scopo di offrire uno spazio assistenziale informale e rilassato a malati e familiari, dove mangiare insieme un dolce, scambiarsi esperienze, ricevere informazioni e confrontarsi con esperti”.
Il progetto nel complesso mira a dare vita ad uno spazio di incontro, di riflessione e supporto che si basi sui principi della fiducia, della condivisione e dello scambio reciproco di informazioni, pensate in modo che nessuno si trovi ad affrontare da solo una problematica di tale entità. L’Alzheimer è infatti una malattia dall’impatto sociale elevato e che coinvolge non solo il paziente ma tutti i soggetti che quotidianamente lo sostengono. L’innovatività del progetto si basa proprio sulla volontà di offrire uno spazio alternativo per affrontare in modo naturale e propositivo una situazione critica ampiamente diffusa, garantendo ai pazienti, proprio come specificato dalla Casa di Carità Arti e Mestieri, “un’occasione per uscire dallo spazio domestico, incontrarsi e svolgere attività strutturate per loro. Il tutto in un clima familiare, richiamato appunto dal titolo del progetto, ‘Caffè’, che rimanda alla convivialità del ritrovarsi in spazi diversi da una struttura sanitaria”.
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