Bombe americane: l'Italia approva in nome del libero commercio
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E così, mentre l’OPAC – l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, organismo neutrale e sovranazionale già premio Nobel per la pace – muove i primi passi della propria missione a Douma, in Siria, per cercare di scoprire la verità sul presunto uso di armi chimiche, l’Occidente la “sua” verità l’ha già trovata.
Tre giorni fa Trump ha dato il via libera a un attacco missilistico americano, con il supporto di Francia e Gran Bretagna, contro i siti di Homs e Barzah, in cui secondo “fonti occidentali” sarebbero stoccate armi chimiche – Barzah fu già ispezionato dall’OPAC a novembre scorso, con esito negativo.
Questa nuova piega che ha preso la guerra in Siria è veramente drammatica dal punto di vista umanitario e ricorda da molto vicino la colossale truffa – ammessa dal suo stesso regista, Colin Powell, qualche anno più tardi – che portò all’invasione del’Iraq nel 2003.
Eppure un aspetto positivo c’era: l’Italia sembrava, almeno per questa volta, essersi defilata. Purtroppo non era e non è così. Lo conferma l’appoggio logistico fornito dalle basi NATO in Italia, prima fra tutte quella di Niscemi, casa del famigerato MUOS, tanto contestato da parte delle comunità locali quanto utile alla marina militare americana.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dichiarazione del Presidente del Consiglio Gentiloni rilasciata ieri nel corso di una seduta alla Camera. “L’Italia è da sempre un coerente alleato dell’America, chiunque sia a governarla. È una scelta di campo. E non dipende solo dal fatto che gli americani ci liberarono del nazifascismo, ma da una difesa continua dei nostri valori”, ha detto il premier suscitando applausi a scena aperta in aula.
Ma quali sono questi valori? “Libertà, democrazia, i diritti, il libero commercio”. Ecco, adesso è tutto chiaro. “Nessuna stagione sovranista può portare al tramonto dell’Occidente e dei suoi valori”. Dunque, nessuna presunta dittatura può permettersi di minacciare il liberal-capitalismo, l’apertura di nuovi mercati e la conservazione di quelli esistenti, capisaldi di questo regime economico.
Maliziosamente, mi viene da pensare che libertà, diritti e democrazia siano asserviti all’ultimo dei valori elencati da Gentiloni. Dove sono la libertà, la democrazia e i diritti degli abitanti di Niscemi, che da anni protestano contro il MUOS, repressi e censurati? Dove sono la libertà, la democrazia e i diritti della Sardegna, dove le esercitazioni con armi non meglio identificate si accompagnano a un’inquietante incidenza di sindromi militari e tumori? Dove sono la libertà, la democrazia e i diritti delle famiglie coinvolte nella strage del Cermis, vergognosamente infangata dalle autorità americane? E l’elenco potrebbe essere ancora lungo.
È davvero sconfortante, in conclusione, dover ammettere a noi stessi che per l’Occidente il libero commercio rimane un valore fondamentale. Ce ne accorgiamo noi stessi, tutti i giorni, sperimentando uno stile di vita fondato sul consumo e sulla produzione sfrenati. Se ne accorgono in maniera molto più tragica i siriani, che continuano a morire massacrati da chi combatte in nome del libero mercato.
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