19 Apr 2018

Arte migrante Donne: libertà di espressione al femminile

Scritto da: Lorena Di Maria

Si è tenuto recentemente un evento unico nel suo genere e tutto al femminile: il gruppo di Arte Migrante, realtà ormai conosciuta a Torino per il suo impegno a favore dell’integrazione e dello scambio multiculturale, ha aperto le porte ad una serata interamente dedicata alle donne. Sono donne dalle diverse età, provenienze, lingue e culture, unite per trovare e ritrovare il proprio spazio e la propria libertà di espressione, lontano da vincoli o pregiudizi, in un incontro con se stesse e con l’altra.

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Torino - “Arte Migrante donne – Uno spazio al femminile per esprimerci senza confini” è il nome dell’evento che si è svolto nel mese di marzo in via Ormea 4 a Torino, luogo che da anni ormai ospita gli incontri settimanali di Arte Migrante. Si tratta di un evento speciale che viene celebrato circa una o due volte l’anno, le cui protagoniste sono proprio le donne. Italia, Somalia, Siria, Marocco, Albania, Libano sono alcune delle diverse nazionalità che si sono incontrate sotto lo stesso tetto, dando vita ad un micro mondo all’insegna della multiculturalità e della condivisione.

 

L’evento è stato pensato per la prima volta da Suad Omar, donna di origini somale e componente della Commissione Pari Opportunità Donna-Uomo della Regione Piemonte, attualmente attiva a livello politico e sociale nella lotta a favore della multiculturalità, dell’integrazione e di una società che garantisca a tutti pari diritti. Come afferma Suad, tale evento ha come finalità quella di permettere alle donne di trovare uno spazio fertile per esprimersi e raccontarsi, essendo talvolta difficile farlo nella vita quotidiana. L’idea di trovare un momento intimo di espressione e di ascolto al femminile è stata di forte interesse per molte, riuscendo a trovare la sua realizzazione con questa particolare iniziativa.

Partecipare a quest’evento è senza dubbio un’esperienza che qualsiasi donna, giovane o adulta, dovrebbe sperimentare e la formula è molto semplice: condividere una serata in compagnia portando con sé la voglia di conoscere, giocare, mettersi alla prova.

 

Nel complesso, la serata si è svolta in diverse attività, prendendo avvio con un momento iniziale di conoscenza e presentazione che ha avuto come obiettivo quello di creare e completare insieme un cartellone dal titolo: “Quale donna ti è stata di ispirazione, cosa ti ha insegnato e cosa ha cambiato in te?” L’attività è stata di forte stimolo per tutte, dando origine ad una riflessione comune. È stato bello vedere Yaman, ragazza di origine siriana, intervenire per prima e proporre in maniera del tutto spontanea ed istintiva, la figura della mamma, che nel suo caso, era proprio lì presente.

 

La serata è poi proseguita con una cena condivisa, un vero e proprio momento di convivialità in cui assaporare cibo e bevande dalle diverse provenienze e dai diversi gusti. Si è subito potuta notare la grande cura ed attenzione con cui le donne si sono preoccupate di imbandire ed apparecchiare la tavola con piatti colorati e preparati con le loro mani e ciò ha reso la cena ancora più arricchente e partecipata.

 

Successivamente ha avuto inizio il momento più intenso e coinvolgente della serata, ovvero il cerchio delle donne, occasione per presentare e proporre una capacità od un talento da offrire alle altre, come danza, canto, musica, poesia, giochi, teatro, giocoleria, acrobatica, quali strumento di libera espressione per condividere esperienze, momenti di ilarità ed argomenti che toccano in profondità.

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Il cerchio, dal punto di vista artistico e simbolico, ha da sempre avuto in tutte le culture un forte significato legato all’idea di perfezione, di completezza. Rappresenta una delle figure più emblematiche e suggestive tra tutte, esprimendo un forte senso di unione, totalità e di nuove possibilità evolutive. Il cerchio delle donne si pone proprio in quest’ottica, rappresentando un momento di incontro e congiunzione per condividere il proprio io, per portare il proprio mondo al di fuori di sè, per entrare in profonda connessione con l’altra.

 

Sono molte le donne che, col susseguirsi della serata, hanno avuto il coraggio e l’intraprendenza di mostrare e condividere qualcosa di grande, trasformando i propri trascorsi e difficoltà in un motivo di arricchimento e speranza. Durante la serata si è passato da momenti più dinamici e divertenti, come condividere un canto o un ballo tipico al suono di tamburi, a momenti più riflessivi e ricchi di pathos, come recitare una poesia o un brano scritto con le proprie mani.

 

Tra le danze proposte, si è ballata la Dabka, danza popolare diffusa nei paesi del Medio Oriente come Palestina, ma anche Siria e Libia. Si tratta di un ballo in cerchio che rappresenta l’amore per la terra, per il proprio paese e soprattutto l’unione tra le persone. Hanno poi seguito una danza somala, un canto italiano ed uno arabo che ha approfondito il tema della paura.

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Amina, Medina e Hamdi hanno poi intonato una canzone somala che tratta del rapporto con la loro terra di origine, della lontananza, del sentimento di nostalgia verso un luogo lontano a cui non si può fare ritorno. Meryem ha poi condiviso con noi tutte una lettura basata su un brano di Princess Nokia, cantante rap attiva sul tema del femminismo, le cui parole descrivono la forza che le donne devono avere per non farsi schiacciare dagli stereotipi, dai ruoli sociali e dalle aspettative che il mondo ha su di loro. Valentina, artista di strada e fondatrice di “Per caso u-Mani”, che porta avanti performances di giocoleria, equilibrismo e acrobatica, ci ha poi regalato un’appassionante ed emozionante lettura sulla vita, sulla società, sull’essere umano da lei scritta ed interpretata, unita ad una esibizione con piccoli giochi di fuoco, i quali hanno accompagnato i suoi movimenti fluidi in una danza da cui è stato impossibile non rimanere affascinati. Amarilli ci ha poi regalato una canzone da lei scritta ed interpretata con la sua inseparabile chitarra.

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Nel corso della serata, ognuna ha contribuito attivamente con grande forza e coinvolgimento emotivo, anche solo grazie ad un battito di mani od un sorriso. L’incontro e l’energia creatasi hanno incoraggiato tutte le donne a dare vita, tramite movimenti, canti, letture, ad un momento di riflessione comune, in cui la propria storia personale è diventata la storia di tutte, celebrando un momento di unità tra sconosciute, ma allo stesso tempo amiche e sorelle.

 

Foto copertina
Didascalia: Arte Migrante Donne Torino incontro

 

Tratto da Piemonte che Cambia

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