26 Mar 2018

Torino Underground Cinefest: nominations, approfondimenti e visioni imperdibili

Dopo il sold out del primo giorno del festival ideato dal regista torinese Mauro Russo Rouge e proposto dalle associazioni ArtInMovimento e SystemOut, il Torino Underground Cinefest prosegue fino a martedì con un ricco programma tra proiezioni e Q&A con autori e produttori italiani e stranieri.

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Torino - La prima giornata della quinta edizione del Torino Underground Cinefest di ieri, 25 marzo, al Cinema Classico ha registrato un vero e proprio sold out.
500 gli accorsi per assistere ai primi undici film selezionati dalle associazioni SystemOut e A.C.S.D. ArtInMovimento e dal direttore artistico Mauro Russo Rouge.
La giornata è trascorsa fluidamente. Molto interessanti i Q&A previsti, quello con la produttrice Maria Kalvo del lungometraggio norvegese “Hurry slowly” di Anders Emblem condotto da Fabrizio Odetto, e quello con la regista Rosy Battaglia e il filmmaker Marco Balestra curato da Annunziato Gentiluomo. Soprattutto quest’ultimo ha soddisfatto gli spettatori in sala per il tema dell’amianto molto sentito e vicino a tutti.

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“Siamo soddisfatti del numero di ingressi che in qualche modo ci aspettavamo per la significativa risposta nei giorni addietro raccolta nei social. Credo che stiamo riuscendo a intercettare il bisogno di un pubblico che cerca nuovi linguaggi e nuove espressioni che il cinema è in grado di offrire, ed è affamato di verità” afferma il direttore artistico Mauro Russo Rouge.

Oggi saranno proiettati dodici film fra cui si distingue “Invisible” di Dimitri Athanitis, con cui la cinematografia greca conferma quanto di buono abbia fatto negli ultimi anni. 84 minuti intrisi di dramma e amore verso colui che rappresenta l’unica ragione di vita del protagonista, il figlio di sei anni. Accanto a questo, indubbiamente il film danese “Needle boy” di Alexander Bak Sagmo. Che la cinematografia del Nord Europa fosse tanto realista, quanto spietata, lo si sapeva già dai lontani anni Novanta con l’affermarsi del Movimento Dogma 95, ma con “Needle boy”, il giovane regista Alexander Bak Sagmo sconvolge e ci colpisce con un vero e proprio pugno nello stomaco. Vivamente consigliato a un pubblico maggiorenne.
Non possiamo non citare il cortometraggio greco “Freezer” di Dimitris Nakos che racconta la disperazione di un uomo greco di mezza età, con un curriculum invidiabile e grandi competenze professionali, che, dopo essere rimasto senza lavoro, vaga inconsolabile da un colloquio all’altro nella speranza che qualcuno possa ancora credere in lui. Accanto a questo il corto tedesco “King Grandpa” di Martin Grau, delicatissimo e lirico, che ruota attorno al concetto di storia.

L’ultima giornata di festival, il 27 marzo, vedrà da non perdere “Phallus malus”, attraverso cui la francese Claire Maugendre ci fa sorridere, ma anche riflettere su quelle che potrebbero essere le conseguenze di un’improvvisa mutazione genetica in ognuno di noi. “Phallus Malus” è la storia di una giovane ragazza ormai inconsolabile in seguito alla morte del padre che, un mattino, si scopre ermafrodita.
Accanto a questo, un altro film greco, “Bliss” di Christos Pitharas che ci presenta Anna, una donna distaccata e introversa, pronta a incontrare il suo stolker pur di riprendersi una vita e una sanità mentale che si stanno sgretolando.
E infine l’austriaco “The best of all worlds” di Adrian Goiginger, una sublime storia “vera” d’amore tra mamma e figlio. Lei è divisa tra la dipendenza dall’eroina e l’amore immenso per il suo bambino. Imperdibile!

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Proseguono anche oggi i Q&A, momenti di approfondimento e di analisi, condotti dagli attori e doppiatori Fabrizio Odetto e Giorgio Perno, e dal giornalista Annunziato Gentiluomo, direttore responsabile di ArtInMovimento Magazine.
“Credo sia importante avvicinare gli autori al pubblico e consentire un’interazione chiarificatrice intorno alle dinamiche e alle motivazioni dei diversi prodotti cinematografici. È un modo per permettere una totale immersione dello spettatore e per rendere più evidenti tutti gli step e i quid di un film” dichiara Mauro Russo Rouge, il direttore artistico del festival.

Questa sera lunedì 26 marzo tre saranno i Q&A curati tutti da Giorgio Perno.
Il primo, intorno alle 20.00, vedrà al centro Dimitris Nakos, il regista del film greco “Freezer” che fotografa la disperazione di un uomo greco di mezza età, con un curriculum invidiabile e grandi competenze professionali, che, dopo essere rimasto senza lavoro, vaga inconsolabile da un colloquio all’altro nella speranza che qualcuno possa ancora credere in lui.
Intorno alle 22.30 si discuterà con Dimitri Athanitis, regista del lungometraggio greco “Invisible”. 84 minuti intrisi di dramma e amore verso colui che rappresenta l’unica ragione di vita del protagonista, il figlio di sei anni.
In fine, intorno alle 00.00 l’ultimo Q&A è focalizzato su Alexander Bak Sagmo, il regista del film danese “Needle boy”, sconvolgente, intenso e capace di colpirci con un vero e proprio pugno nello stomaco.

Anche martedì 27 marzo, tre saranno i momenti di approfondimento.
Intorno alle 19.25, il protagonista del primo dei tre Q&A della giornata, curato da Giorgio Perno, sarà Christoph-Mert Hagen, il regista del film tedesco “Lovers never say goodbye”. Può l’amore tra due donne essere così forte a tal punto da accettare una fine insieme? Questo cortometraggio si concentra su di un legame estremo e indissolubile.
Successivamente, intorno alle ore 20.05, Fabrizio Odetto discuterà con Claire Maugendre, la regista del film francese “Phallus Malus”. Questo corto è la storia di una giovane ragazza ormai inconsolabile in seguito alla morte del padre che, un mattino, si scopre ermafrodita.
L’ultimo Q&A del festival, previsto per le ore 22.00 e curato nuovamente da Fabrizio Odetto, vedrà al centro il film greco “Bliss” di cui si parlerà col regista Christos Pitharas. Il lungometraggio ci presenta Anna, una donna distaccata e introversa, pronta a incontrare il suo stolker pur di riprendersi una vita e una sanità mentale che si stanno sgretolando.

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Le giurie della quinta edizione del Torino Underground Cinefest hanno anche reso pubbliche le nominations per i riconoscimenti tecnico-artistici previsti dal festival.
Per la sezione Cortometraggi gareggiano per il Premio come Miglior Regista Varun Raman e Tom Hancock (Transmission), Martin Grau (King Grandpa), Humberto Busto (The Julkita), Paillès Cyrille e Paillès Romain (The butterfly), Massimo Ottoni, Salvatore Centoducati (Water Hunters), Fabio Soares (I will crush you & go to hell) e Vesselin Boydev (Clothes).
Come Miglior attore, si contendono il riconoscimento Golan Azulay (Fatherland), Lior Hersku (Fatherland), Akillas Karazisis (Freezer), James Hyland (Transmission), Michael Shon (Transmission), Piotr Biedron (After down), Jacques Germain (The butterfly) e Filip Avramov (Clothes).
Per il Premio di Miglior attrice, sono state selezionate Zoé Boudou (King Kong), Anne Suarez (Marlon), Flavie Delangle (Marlon), Vanesa Vidakovic (Into the blue), Audrey Bastien (Phallus Malus), Sha Cage (New neighbors), Haydee Leyva (The Julkita) e Magali Contreras (The butterfly)
Per quanto riguarda i lungometraggi, invece, si contendono il Premio di Miglior Regista Agustín Falco (Course), Alexander Bak Sagmo (Needle Boy), Dimitri Athanitis (Invisible) e Christos Pitharas (Bliss).
Gareggiano per il riconoscimento di Miglior Attore Yannis Stankoglou (Invisible), Nicklas Søderberg Lundstrøm (Needle Boy) e Jeremy Miliker (The Best Of All The World).
Sono state selezionate per il Premio di Miglior Attrice Xanthi Spanou (Bliss), Amalie Ibsen Jensen (Hurry Slowly) e Verena Altenberger (The Best Of All The World).

Analogo trattamento dunque per i corti e per i lunghi! Una scelta di cui andiamo molto fieri. Un orientamento che legittima tutte le forme di produzione cinematografica e che onora i migliaia di corti che sono arrivati quest’anno. Tra i ventotto film, ventuno sono corti, un numero proporzionale agli arrivi e che meritava dunque un certo riconoscimento” afferma il direttore artistico Mauro Russo Rouge.

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