26 Mar 2018

Strage di Pasqua: saranno uccisi 500mila agnelli

Scritto da: ENPA

In molti, troppi, continuano a morire in ossequio ad una usanza crudele che con la tradizione non ha nulla a che fare. È quanto sottolinea l'Enpa che ha lanciato una campagna contro la “strage di Pasqua”: più di 500 mila agnelli saranno massacrati nelle prossime ore.

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Due cuccioli, uno di uomo uno di pecora, uniti da una carezza ma separati ma da un destino diverso. Il primo, una bambina, ha tutta la vita davanti; anni per crescere, maturare e invecchiare. Il secondo, un agnello, ha una “vita a scadenza”: tra pochi giorni morirà per finire sulle tavole della “festa”, in ossequio a un rito barbaro che nulla ha di tradizione. È la campagna Enpa contro la “strage di Pasqua”, una campagna intitolata provocatoriamente “Pasqua buona. Lei crescerà, lui no”, che è online già da alcuni giorni e che in queste ore entra nel clou, anche e soprattutto sui social, dove è già stata rilanciata da numerosi profili e bacheche.

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“Stando ai dati Istat, tra il 2012 e il 2013 il consumo annuale di carne ovina si è ridotto in misura significativa, considerando che il numero di animali macellati, tra agnelli, agnelloni e capretti, è passato dagli oltre 5 milioni del 2012 ai circa 2,8 milioni degli ultimi tre anni. Tuttavia – spiega Enpa – dopo il minimo del 2014, con 2,5 milioni di animali macellati, il numero nel 2017 è tornato a crescere, anche se non sui livelli del 2012”.

 

Insomma, le campagne di informazione e di sensibilizzazione promosse dall’Ente Nazionale Protezione Animali e dalle altre associazioni animaliste stanno iniziando a dare i primi frutti, ma il cammino da compiere è ancora molto lungo: in molti, troppi, continuano a morire in ossequio ad una usanza crudele che con la tradizione non ha nulla a che fare.

 

Crudele, anche perché le sofferenze dei poveri animali non iniziano con l’ingresso nel mattatoio. Cominciano, infatti, molto prima, quando i piccoli vengono sottratti alle loro mamme per iniziare un viaggio estenuante – lungo anche migliaia di chilometri – sui trasporti della morte. Tanti di loro muoiono sui camion, per fame, per fatica o per un viaggio in condizioni al limite della sopravvivenza. E per chi ce la fa, l’arrivo a destinazione ha il sapore di una beffa poiché non potrà mai esserci salvezza in un mattatoio. “A differenza dei cuccioli di pecora – aggiunge Enpa – noi abbiamo la possibilità di scegliere e, con la nostra scelta, di mettere fine al massacro, salvando così milioni di vite”.

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D’altro canto, anche autorevoli esponenti della Chiesa cattolica hanno ricordato più volte come la mattanza di agnelli non abbia nulla a che vedere con la celebrazione della Pasqua. Ultimo, in ordine di tempo l’autorevole arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Michele Castoro. “La Pasqua cristiana non ha nulla a che fare con la strage di milioni di agnellini – queste le parole dell’arcivescovo riportate dal Resto del Gargano – in quanto Cristo, vero agnello pasquale, ha immolato se stesso per riscattarci dalla malvagità, dalla ingiustizia e da tanti altri mali che affliggono l’uomo e il creato. Noi come Chiesa inoltre crediamo che l’uomo non sia il padrone del creato ma solo il custode, il quale è chiamato ad amare, a prendersi cura e a promuovere la bellezza e la vita del creato nelle sue diverse forme”.

 

 

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