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Nel nostro viaggio alla scoperta della Federazione italiana dell’Economia del Bene Comune, oggi vi parliamo dell’esperienza di Almacabio, un’azienda con sede a Bolzano pioniera nel settore della detergenza eco-bio-compatibile.
Almacabio crea prodotti per la pulizia della casa e per la cura del corpo, così come linee per il bucato e le stoviglie, con particolare attenzione alla detergenza rivolta sia a persone che soffrono di irritazioni cutanee che a quella per neonati e bambini. Oltre a questi appena descritti, crea anche linee di prodotto per il giardino.
Le materie prime utilizzate per realizzare questi prodotti sono tutte di origine vegetale, nel rispetto di una delle linee guida che da sempre caratterizza l’azienda: quella del rispetto per l’uomo e di conseguenza per l’ambiente, elementi profondamente connessi nella visione dell’azienda.
Qui abbiamo raccontato la storia della nascita e dell’evoluzione di Almacabio, da decenni punto di riferimento nazionale ed internazionale per la detergenza ecologica.
L’incontro con l’Economia del Bene Comune
L’incontro tra la Federazione dell’Economia del Bene Comune e Almacabio avviene nel 2012: l’azienda è infatti una delle realtà pioniere nella realizzazione del Bilancio in Italia. Racconta Torresan: “quando siamo venuti a conoscenza dei fondamenti dell’Economia del Bene Comune e dell’attività della Federazione, ci siamo subito resi conto che aveva definito una struttura, un disciplinare, uno schema di valutazione delle aziende che ricercavamo da tempo, per avere dei parametri sui quali confrontarsi che andassero oltre a quelli imposti dal mercato tradizionale”.
Almacabio adotta così il modello della Matrice dell’Economia del Bene Comune e si impegna nella stesura di due Bilanci, uno nel 2012 e l’altro nel 2016, nella convinzione (già radicata da tempo all’interno dell’azienda) che siano i piccoli gesti e non il fatalismo a cambiare davvero le cose.
“Abbiamo adottato questo modello proposto dall’Economia del Bene Comune, ci siamo confrontati con i nostri collaboratori e abbiamo scoperto una cosa stupenda: rientravamo benissimo in questo schema!”, ci racconta entusiasta Torresan. “Ci siamo poi confrontati con altre aziende locali nella stesura del primo Bilancio e abbiamo ricevuto la piacevole conferma di non essere i soli a desiderare un altro tipo di economia, senza dover rinunciare al proprio fare business. Perché adottare il modello proposto dall’Economia del Bene Comune non significa rinunciare al proprio business, anzi significa investire ed avere delle idee molto chiare e degli obiettivi ben precisi che non si adattano solo al mercato”.
I punti più importanti ricavati dai bilanci
Come la gran parte delle aziende pioniere dell’Economia del Bene Comune in Italia, molte azioni già messe in pratica dall’azienda sono risultate poi perfettamente coerenti con i principi cardine dell’Economia del Bene Comune. Ma come in tutti gli incontri che abbiamo visto nelle precedenti puntate della nostra rubrica, le aziende già consapevoli delle tematiche ambientali, sociali e umane diffuse dall’Economia del Bene Comune hanno poi scoperto da questo incontro la possibilità di riflettere sullo stato dell’azienda e su come provare a migliorare il proprio atteggiamento.
Una delle scoperte da parte di Almacabio nell’incontro con l’Economia del Bene Comune ha riguardato il tema della finanza etica: “Abbiamo scoperto che esiste una Banca Etica e abbiamo deciso di lavorarci insieme. Questo ci ha dato la possibilità di finanziarci in un modo totalmente diverso, nella speranza di una collaborazione attiva per migliorare l’attività di Ricerca e Sviluppo interna, che per Almacabio rappresenta un punto fondamentale”.
Uno dei punti più importanti nell’incontro tra Almacabio e l’Economia del Bene Comune è sicuramente quello che riguarda i collaboratori e l’ambiente di lavoro. Già negli anni precedenti al 2012, quando Almacabio stipulò il primo Bilancio dell’Economia del Bene Comune, l’azienda stava riflettendo su come dare priorità alla qualità del posto di lavoro, nell’ottica di un rapporto sano e pro-attivo con i propri dipendenti.
Grazie allo stimolo della matrice dell’economia del bene comune, Almacabio ha reso ancor più a misura d’uomo il rapporto di lavoro: concede piena autonomia nella gestione dei permessi, delle presenze e delle assenza, nell’ottica della responsabilizzazione del dipendente. Gli stessi orari di lavoro all’interno sono oggi flessibili, mentre l’amministrazione si svolge in team e tutti i collaboratori vengono informati delle attività da svolgere e delle decisioni, che spesso prevedono il coinvolgimento diretto di tutti i collaboratori e non soltanto dalla direzione, che conserva il ruolo di facilitazione nei processi.
Almacabio ha inoltre agito nella direzione delle forniture: dall’utilizzo di materie prime di origine completamente vegetale fino alle modalità di produzione, Almacabio cura ogni singolo passaggio di questo punto in un’ottica coerente con l’Economia del Bene Comune. L’azienda esternalizza il confezionamento dei propri prodotti, tutti realizzati in plastica riciclata, ad una Onlus che conta tra i propri collaboratori persone detenute che, tramite il lavoro, affrontano un processo di riabilitazione.
Questi sono solo alcuni dei numerosi punti del Bilancio dell’Economia del Bene Comune di Almacabio, che ora pone tra i suoi obiettivi anche il miglioramento della comunicazione con i clienti: “vogliamo riuscire a informare in modo più pertinente ed incisivo il nostro cliente finale, usando degli strumenti di comunicazione che permettano di comunicare il valore dei nostri prodotti.
Inoltre abbiamo a cuore un altro aspetto: i nostri prodotti sono ultra-concentrati. Questo significa che, sul costo dell’unità, non siamo competitivi come i prodotti tradizionali. Ma è un inganno, perché per lavare e detergere con i prodotti Almacabio c’è bisogno di molto meno quantità di prodotto, che si traduce in una minore spesa su singolo lavaggio. Noi indichiamo chiaramente questo concetto nelle nostre etichette, vogliamo comunicare alle persone di leggerle sempre con grande attenzione”.
Perché fare il bilancio
Concludiamo il nostro incontro con un suggerimento di Torresan sul perché un imprenditore dovrebbe affrontare il Bilancio dell’Economia del Bene Comune: “fare il Bilancio dell’Economia del Bene Comune porta l’azienda a diventare consapevole di se stessa. Questa consapevolezza induce l’azienda a farsi la domanda se ciò che produce sia veramente utile o meno. Il più grande vantaggio del bilancio per l’azienda è che non si perde tempo ad insistere su un’attività o su un investimento che non hanno futuro. Questo è sicuramente l’aspetto più importante che si ottiene realizzando il Bilancio dell’Economia del Bene Comune: dare consistenza e sostanza alla propria attività”.
Intervista: Daniel Tarozzi
Riprese e montaggio: Paolo Cignini
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