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Il nostro viaggio tra le imprese della Federazione italiana dell’Economia del Bene Comune prosegue con il nostro incontro con Triade Bio, un’azienda nata nel 1993 che commercializza prodotti biologici e biodinamici e che può contare su tre punti vendita tra Bolzano e provincia, con sedici dipendenti tutte donne. E’ gestita da Birgit e Franz Hillebrand, che l’hanno fondata dopo un lungo percorso di consapevolezza caratterizzato da un impegno a trecentosessanta gradi riguardo i temi della sostenibilità, della consapevolezza alimentare e soprattutto, per quello che ci riguarda, di un diverso modo di fare imprenditoria che vi stiamo raccontando.
Tra i loro 4.500 prodotti biologici, si possono trovare: alimenti e prodotti di cura per la prima infanzia, prodotti alimentari biologici, prodotti per persone allergiche o intolleranti, integratori alimentari nonché cosmetici naturali, articoli per l’igiene, detergenti e detersivi. Prodotti che provengono sia dall’ingrosso che da produttori locali, con una rigida selezione di qualità.
I due sviluppano infatti sin dagli anni settanta, quando il tema era affrontato da una ristretta nicchia di persone, una particolare attenzione ai temi alimentari in chiave di benessere: l’uomo e il benessere dell’uomo, tramite una sana alimentazione sana con materie prime genuine. “Da quando eravamo giovani ci siamo sempre occupati di una vita alternativa, più naturale e con un occhio di riguardo nei confronti dell’alimentazione” ci racconta Franz Hillebrand “Noi siamo di provenienza contadina e le nostre radici spirituali si fondano sull’antroposofia di Rudolf Steiner. Nella nostra visione esistono tre interlocutori che devono cooperare: i produttori, gli fornitori e gli intermediari come noi e i consumatori. Una Triade, ecco il perché del nome della nostra attività: una triade di elementi che lavorano insieme e cooperano.
L’incontro con l’Economia del Bene Comune
Triade Bio è una delle aziende pioniere ad aver conosciuto, introdotto e promosso il Bilancio e l’Economia del Bene Comune in Italia. Questo perché molte delle attività proposte dall’Economia del Bene Comune erano già dei temi che stavano a cuore all’azienda: “abbiamo messo al centro la persona come essere umano sin dall’inizio della nostra attività” ci racconta Birgit Hillebrand, che è anche membro del direttivo nazionale della Federazione dell’Economia del Bene Comune “e abbiamo già anni addietro cercato di attuare alcuni sistemi di convivenza all’interno della nostra azienda dove fosse presente il rispetto per i dipendenti, le collaboratrici, per i clienti, per l’ambiente e per il fornitore. Allora però non avevamo scoperto uno strumento credibile che misurasse queste azioni, dove potevamo dire cosa facevamo davvero nei confronti dell’ambiente che ci circonda e che valore avessero.
Quando abbiamo incontrato l’Economia del Bene Comune abbiamo finalmente trovato questo sistema per misurare tutto questo, un orientamento su come noi lavoriamo e come vogliamo lavorare e migliorare”. Per questo Birgit e Franz partecipano sin dall’inizio, insieme ad un gruppo di ventiquattro aziende pioniere, alla stipula del primo bilancio, per poi realizzarne anche un secondo con un maggior coinvolgimento diretto delle collaboratrici dell’azienda. Tutte e due i bilanci sono stati fatti tramite l’utilizzo di un audit: “abbiamo fatto questa scelta perché per noi era fondamentale completare tutto il processo che portava alla stesura del Bilancio” ci spiega Birgit “Il bilancio peer che abbiamo fatto insieme alle altre aziende è stato uno scambio sicuramente proficuo, ma l’audit è una figura esterna che veramente controlla se ciò che noi diciamo e facciamo corrisponde o meno a quella che è la realtà effettiva dell’azienda”.
I punti più importanti ricavati dai bilanci
Quando parliamo di Triade Bio ci troviamo di fronte ad un’azienda che, nel corso degli anni, ha sviluppato una grandissima quantità di azioni in coerenza con i principi del Bilancio dell’Economia del Bene Comune. Ad esempio ha eliminato dal proprio circuito di pagamento le carte di credito, perché “dopo un’approfondita ricerca abbiamo scoperto che tutto il giro dei soldi che viene effettuato con il pagamento delle carte di credito non è assolutamente trasparente” racconta Birgit. “Non è la banca a garantire, come con la carta di debito, ma ci sono diverse garanzie offerte da diversi istituti di credito, dei quali non abbiamo nessuna informazione trasparente su dove investono i soldi e soprattutto sulla loro provenienza. Noi non vogliamo far parte di una rete che potrebbe investire in un fondo che è contrario ai nostri principi, che coincidono con quelli dell’Economia del Bene Comune”.
Questa decisione è stata ricavata dopo un confronto diretto con la Consulta dei Clienti di Triade Bio, un altro elemento che fa capire bene l’attenzione data al cliente da questa realtà: “Dopo la stesura del secondo Bilancio abbiamo anche affrontato il tema del dialogo con i nostri clienti, dal quale è emersa una volontà di maggiore dialogo” ci racconta Franz. “Abbiamo dato vita così alla Consulta dei Clienti, chiedendo a dieci dei nostri clienti di aderire ad alcuni cicli di incontri durante l’anno. Abbiamo sollevato diverse problematiche che sono causa di discussione spesso tra azienda e consumatori: per esempio il meccanismo dei prezzi e di come si formano e della reperibilità dei prodotti, cercando di improntare il rapporto verso la maggior trasparenza possibile per quanto riguarda il prezzo e per come si forma, nel tentativo di far capire i vari passaggi che incidono sulla formazione di questo”.
Oltre questo, gli spunti emersi nella stesura dei Bilanci sono davvero tanti e di spessore: “dopo il secondo bilancio, anche per quanto riguarda il tema della trasparenza degli stipendi delle collaboratrici e dei nostri ricavi, abbiamo deciso di essere un libro aperto l’uno con l’altro” racconta Brigit. Così “ogni dipendente ha la facoltà di conoscere quanto guadagniamo noi, quanto guadagnano i propri colleghi e da questo lavoro è emerso che la differenza tra lo stipendio più basso di un nostro dipendente e i nostri ricavi è di uno a due. Ci mettiamo il più possibile allo stesso livello dei nostri collaboratori, nonostante abbiamo tutta la responsabilità di mandare avanti un’azienda e di essere responsabili nei loro confronti.
Nel percorso dell’Economia del Bene Comune le nostre collaboratrici hanno appreso dell’importanza del loro impegno all’interno dell’azienda. Hanno preso consapevolezza che non si tratta solo di un luogo di lavoro, ma che stanno contribuendo con il loro lavoro ad accelerare il cammino per un cambiamento di paradigma nella società. Un altro aspetto importante è che le collaboratrici hanno appreso quanto sia importante per noi la loro crescita personale: loro per noi non sono solamente dei numeri, noi prendiamo sul serio il loro sviluppo umano ed esistenziale e cerchiamo di incentivarlo, per quanto possiamo”.
Per quanto riguarda il tema dello spreco alimentare, ci spiega Franz che “i prodotti che non sono più vendibili, soprattutto frutta e verdura, noi li doniamo ad un Ente che li raccoglie ogni giorno gratuitamente e che si occupa di redistribuirli a chi ne ha bisogno.”
Altro particolare punto importante che ha stimolato Triade Bio è il delicato tema dei rifiuti e degli imballaggi: “ Un’altra problematica che avevamo qualche anno fa riguardava gli imballaggi dei fornitori: ci siamo battuti tanto affinché cambiassero la politica dei loro imballaggi, diminuendone il numero e soprattutto utilizzando il più possibile imballaggi ecologici. Dopo un dialogo con i nostri fornitori, li abbiamo pian piano convinti a cambiare il modo di produrre imballaggi. Tanti prodotti li vendiamo sfusi, sono ricaricabili e riutilizzabili”.
Perché fare il bilancio
Concludiamo il nostro ricco e denso incontro con Franz e Birgit con una considerazione sul valore reale dato dalla realizzazione del Bilancio dell’Economia del bene Comune per un’impresa: “secondo noi l’aspetto più importante del Bilancio, la lezione che possiamo trarne non è tanto il valore numerico del punteggio, quanto come si evolve nel tempo l’azienda rispetto alle tematiche proposte dalla Matrice. Abbiamo potuto vedere che nel corso degli anni qualcosa si sta muovendo nel mondo imprenditoriale riguardo certi temi, che sono di fondamentale importanza per il futuro dell’umanità intera: il Bilancio dell’Economia del Bene Comune noi lo facciamo soprattutto per fare chiarezza e per darci un orientamento, per vedere se siamo sulla strada giusta o se stiamo andiamo nella direzione sbagliata”.
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