22 Feb 2018

Realizzare un ecovillaggio: un weekend da sogno

Scritto da: Ezio Maisto

Si svolgerà dal 15 al 18 marzo in una località segreta della Toscana il primo weekend formativo sulla progettazione di un ecovillaggio mai realizzato in Europa. L’appuntamento fa parte di “Progettare il Cambiamento”, il percorso ideato da Italia che Cambia per chi vuole comprendere meglio il presente per orientare il proprio futuro.

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Toscana - Da anni Italia che Cambia è in contatto con coloro che hanno cambiato la propria vita. Questo impegno ci ha portati non soltanto a conoscere centinaia di realtà virtuose – associative e imprenditoriali – attive su tutto il territorio nazionale, ma anche ad ascoltare le voci di un numero incredibile di altri che sognano di cambiare. Da questo fitto dialogo quotidiano, fatto di confessioni e paure, grandi slanci e brusche frenate, è nata l’idea di attivare un percorso di weekend formativi diviso in tre moduli e chiamato “Progettare il Cambiamento”.

 

Se con i primi due moduli, dedicati al Pensiero e agli Strumenti, abbiamo presentato le teorie che spiegano le ragioni della crisi socio-economica e ambientale del nostro tempo suggerendo nuove strade per affrontare la sfida del futuro, con il terzo modulo, che ha per tema le Azioni del Cambiamento, vogliamo fornire supporto a coloro i quali sono pronti a svuotare il cassetto dei sogni per riempire quello delle opportunità.

Il worskhop con Maurizio Pallante durante il Modulo 1

Il worskhop con Maurizio Pallante durante il Modulo 1

Da giovedì 15 a domenica 18 marzo, pertanto, simuleremo la fondazione di un ecovillaggio nel luogo che ci ospiterà. Lo faremo accompagnati da esperti internazionali di progettazione e dall’esperienza di chi vive e lavora quotidianamente nel mondo delle comunità intenzionali. Partendo dai sogni dei partecipanti e dalla ricognizione del posto, costruiremo una visione comune attraverso il dragon dreaming, per poi toccare via via tutti gli aspetti che rendono possibile la realizzazione e la gestione di un microsistema etico tendente all’autosufficienza: permacultura, bioedilizia, cucina comunitaria, autocostruzione, sostenibilità economica, più una parte dedicata alla vita e alle dinamiche di gruppo, inclusi esercizi di autogestione.

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Eh sì, l’autogestione. A differenza degli altri moduli, questa volta non andremo in un ecovillaggio vero e proprio, per cui toccherà a tutti darsi un po’ da fare, individuando insieme regole e criteri: magari si potrebbe arrivare e trovare le stanze ancora da sistemare, oppure una sala pasti troppo piccola, oppure le docce senza acqua calda (no, dai, scherziamo, l’acqua calda ci sarà!). In ogni caso sarà bene aspettarsi di trovare qualche piccolo intoppo sul quale cimentare le proprie doti organizzative, o di adattamento, o anche le proprie attitudini all’ascolto del gruppo. Farà tutto parte del percorso!

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Gruppo Panta Rei ottobre 2017 (1)

Progettare il Cambiamento a Panta Rei

Ma non sarà l’unica novità rispetto agli altri weekend formativi. Ce ne saranno altre. Per esempio stavolta si inizierà il giovedì pomeriggio anziché il venerdì, e per di più… in una località segreta. Già, perché questo modulo si svolgerà in una struttura che non è ancora un ecovillaggio ma ha le caratteristiche per diventarlo. Il luogo si trova in provincia di Firenze ma per il momento resta segreto perché è importante che chi parteciperà lo scopra e lo esplori per la prima volta insieme a tutti gli altri. Qualche giorno prima dell’inizio del corso riveleremo ai soli iscritti la stazione ferroviaria in cui ci ritroveremo e da dove partiremo, tutti insieme, per raggiungere il nostro luogo segreto.

 

Un’altra novità è costituita dal numero dei docenti, che sarà quasi il doppio rispetto a quello degli altri moduli. In rigoroso ordine alfabetico, saranno con noi:

Ramona Bavassano, psicologa del lavoro, formatrice, artigiana e fondatrice dell’ecovillaggio Jamadda Permacultural Park, in Giamaica.
Filippo Bozotti, fondatore di Tribewanted, cooperativa inglese che ha realizzato comunità ecosostenibili in Sierra Leone, Papua Nuova Guinea, Fiji e Umbria.
Riccardo Clemente, membro del Popolo degli Elfi e co-presidente RIVE-Rete Italiana dei Villaggi Ecologici.
Vittorio Curcio, eco-chef specializzato in cucina comunitaria e fondatore di Veg Autoproduzioni, per la divulgazione della sostenibilità alimentare.
Sauro Guarnieri, architetto specializzato in bioedilizia, permacultore, sperimentatore nel campo dell’innovazione sociale.
Francesca Guidotti, fondatrice dell’ecovillaggio Torre di Mezzo, autrice del libro “Ecovillaggi e cohousing” ed ex presidente RIVE.
Marco Pianalto, agronomo, permacultore, progettista di sistemi rigenerativi e facilitatore di dragon dreaming.

 

Sette docenti di altissimo livello, dunque, per altrettanti worskshop di diverse materie; e poi tre laboratori pratici ed esperienziali, due cerchi di condivisione, mindfulness mattutino, cibo biologico locale e vari esercizi di autogestione per un esperimento formativo totalmente nuovo in Europa. Un esperimento che abbiamo ideato ad hoc prendendo spunto dalle decine di mail che riceviamo ogni settimana da chi – fra le tante, possibili Azioni del Cambiamento – individua come priorità un diverso concetto dell’Abitare rispetto a quello comune.

 

Guarda il video del secondo modulo a Torri Superiore

 

Attenzione, però. Il modello alternativo che proponiamo non è un semplice spostamento geografico, ma sottintende un vero e proprio cambio di paradigma. È per questo che, pur non essendo strettamente necessario (ogni modulo è indipendente dagli altri), prima di iscriversi al modulo sulle Azioni suggeriamo di partecipare ad almeno uno degli altri due moduli di Progettare il Cambiamento: a quello sul Pensiero, la cui prossima replica – una vera e propria edizione straordinaria in formato maxi – si svolgerà dal 28 aprile al primo maggio presso la nuova sede dell’ecovillaggio Tempo di Vivere; oppure a quello sugli Strumenti, in programma dal 14 al 17 giugno all’ecovillaggio Torri Superiore.

 

Il modulo sulle Azioni del Cambiamento è, infatti, rivolto a chi già si sente pronto ad abbassare il suo tenore di vita, inteso in termini di necessità di consumo e di comodità, per alzarne la qualità complessiva. A chi ha già scelto di dedicare una parte del proprio futuro alla riscoperta o alla sperimentazione di forme di produzione, lavoro, istruzione, edilizia, alimentazione e aggregazione – incluse le relazioni fra le generazioni – alternative al tradizionale modello urbano. A chi ha deciso che il proprio benessere va costruito, non acquistato.

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