Piemonte: le politiche regionali a favore dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine
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Si è svolto lo scorso 15 gennaio presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino un incontro per presentare le politiche regionali a favore dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine. Una mattina ricca di riflessioni ed esempi concreti, anche grazie al contributo di diverse realtà che hanno condiviso le loro buone pratiche di inclusione.
Un incontro dal duplice scopo, infatti da un lato si intendeva presentare una fotografia puntuale di quanto è stato realizzato in questi anni, dall’altro si è voluto fornire diversi spunti per come strutturare il lavoro futuro.
A dare il via al seminario è stato Sergio Chiamparino, Presidente Regione Piemonte, sottolineando l’importanza di ricevere stimoli e suggerimenti per poter implementare le politiche di inclusione che già si stanno attuando sui territori, dato che l’accoglienza non può non passare attraverso le politiche di inclusione.
Presente anche il Prefetto di Torino, Renato Saccone, che ha elogiato l’operato virtuoso e condiviso di chi ha saputo governare il fenomeno dell’accoglienza non in modo emergenziale, bensì in modo strutturato e tenendo ben presente il concetto di accoglienza integrata.
Il concetto di accoglienza integrata, infatti, si contrappone nettamente a chi concentra l’accoglienza in grandi centri, viceversa favorisce una diffusione di piccoli centri sull’intero territorio nazionale attraverso progetti capaci di permettere ai nuovi cittadini e alle nuove cittadine di integrarsi al meglio con i residenti e favorendo un costante scambio culturale e sociale.
Inevitabilmente, questo tipo di integrazione passa attraverso la formazione linguistica. Con questo presupposto ha avuto inizio l’intervento dell’Assessora regionale all’Immigrazione Monica Cerutti. La lingua è il primo tassello per l’inclusione sociale, per questo motivo dal 2011 la Regione Piemonte promuove il Progetto Petrarca.
Per questo quinto anno il Progetto Petrarca ha permesso l’attivazione di 300 corsi di lingua, raggiungendo 3000 beneficiari. Un lavoro di sinergia, che, attraverso fondi europei, ha saputo mettere in rete le istituzioni, la scuola, in particolare i C.P.I.A. (Centri Provinciali per l’Insegnamento degli Adulti), e l’associazionismo. Una forma di inclusione che utilizza l’insegnamento della lingua italiana come strumento per facilitare anche i processi di inserimento lavorativo.
A questo proposito, è stata presentata l’esperienza dell’Interporto di Rivalta Scrivia. Attraverso il Nodo di Rete Territoriale del C.P.I.A. di competenza, è emerso che molti studenti lavoratori non riuscivano a seguire i corsi di italiano a causa dei turni di lavoro o bloccati dall’impossibilità di raggiungere la scuola in orari serali, data la carenza dei mezzi pubblici. Pertantanto, l’azienda Koten Natie, specializzata nel settore della logistica, ha deciso di attivare, direttamente in azienda, dei corsi di italiano per i lavoratori. La frequenza ai corsi, inoltre, è retribuita proprio a dimostrazione di quanto sia importante la conoscenza di una lingua condivisa all’interno del luogo di lavoro, anche al fine di evitare infortuni.
Buone pratiche anche dal cuneese, presso l’Azienda agricola Albus, con un corso di italiano ad hoc per i mungitori. Un corso realizzato in sinergia con gli esperti del settore, la veterinaria dell’azienda, le insegnanti di lingua e la mediatrice culturale. Quindi “corsi di italiano che permettono di affrontare questioni specifiche necessarie in alcune professioni”, ha sottolineato l’Assessora Cerutti.
Dal vercellese si è cercato di agevolare la frequenza ai corsi di lingua per le mamma straniere, in particolare il Comune di Trino Vercellese ha messo a disposizione alcuni spazi comunali per attività di babysitting in contemporanea agli orari dei corsi. Anche a Torino, in uno dei progetti della Casa di Oz, le buone pratiche passano attraverso l’insegnamento della lingua, ma come momento di conversazione mentre si impara a lavorare a maglia.
Moltissimi spunti interessanti ed un impegno maggiore, da parte delle istituzioni, affinché queste progettualità si trasformino presto in politiche. Un incontro che ha messo ancora più in luce l’importanza e la necessità condivisa di sostenere i nuovi cittadini e le nuove cittadine nel processo di integrazione ed inclusione sociale.
Articolo tratto da Piemonte che Cambia
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