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Qualcuno non sa neanche cosa sia un co-living e, in effetti, dare una definizione univoca a qualcosa che è ancora in via di sperimentazione è difficile. Ce ne sono un’ottantina in tutto il mondo e pochi in Italia. Fra questi quello di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, ideato da Roberta Caruso, che ha deciso di trasformare la sua casa in uno spazio abitativo condiviso, una sorta di “condominio dei saperi”. Alla base di Home for creativity, infatti, ci sono la voglia di condividere spazi e idee, vivere insieme e lavorare in un luogo rigenerante che permetta di realizzarsi, apprendere e crescere.
Di cosa si tratta esattamente? “Il funzionamento è simile a quello di un bed and breakfast, ma è l’esperienza che trovi dentro che cambia tutto”, ci spiega Roberta, CEO di Home for creativity. “Puoi prenotare una camera per brevi o medio-lunghi periodi e iniziare a vivere con noi, lavorando. La maggior parte delle persone che viene, infatti, è composta da remote-worker o nomadi digitali, a volte intere famiglie. Sono perlopiù stranieri, che hanno proprio come stile di vita quello di muoversi e conoscere posti nuovi lavorando da remoto, ma ci sono anche italiani.
L’esperimento è andato così bene che ne è nata anche una società, la H4C, creata con lo scopo di creare una vera e propria rete: “Da tutto questo, poi, è nata l’idea di convertire altre case in co-living con il nostro metodo: abbiamo capito che soprattutto nelle aree decentrate ci sono tanti ragazzi che avrebbero delle competenze che potrebbero mettere a frutto ma che oggi non hanno la possibilità di farlo. Home for creativity è diventato, così, anche una società, la H4C, con l’intento di portare il co-living nelle zone periferiche, che siano mare, campagna o montagna”.
Home for creativity è sostenuto da una filosofia positiva, in cui si intersecano diverse idee e linee d’azione. Prima di tutto c’è il vivere insieme, nel senso più semplice del termine: si condividono gli spazi, il vivere quotidiano, il lavoro, recuperando l’idea di fare comunità. Questo si concretizza anche nello scambio: in alcuni casi è possibile, infatti, accedere al co-living scambiando opere d’arte e lavori richiesti dalla struttura o permettendo compartecipazioni ad attività imprenditoriali. È a questo punto che Home for creativity diventa un vero e proprio “incubatore di idee”.
Ma poi ci sono progetti, corsi di formazione, altre proposte che animano il luogo: un esempio è la partnership con EverMind (una smartworking company) con cui sono stati realizzati workshop sulle strategie digitali per promuovere il territorio. Ed è proprio quest’ultima un’altra componente importante di questo esperimento di co-living. La Calabria e i suoi talenti, infatti, hanno un ruolo fondamentale e Home for Creativity fa affidamento anche su questi: “Noi organizziamo dei percorsi formativo-esperienziali, in cui i ragazzi del posto, perlopiù disoccupati, mettono a frutto il loro talento, le loro creatività, consentendo poi alle persone che vengono a stare qui di conoscere il territorio imparando delle cose. Può essere una giornata per imparare metodi di cucina tradizionale così come una passeggiata nei boschi imparando le basi della fisica”.
Home for creativity ha una storia di successo, ma nasce però da una storia di cambiamento: “Ho studiato filosofia fuori dalla Calabria e, una volta terminati gli studi, sono partita per la California, intenzionata a rimanerci. Ma una volta arrivata lì mi sono resa conto che stavo sbagliando”, racconta Roberta. “Ero proprio sul pullman in viaggio da San Francisco a Los Angeles quando mi sono resa conto che avevo già tutto per iniziare: una casa grande in un luogo rigenerante e immerso nella natura, i miei genitori (anche loro alle prese con i problemi della crisi economica), i miei studi”. Un cambiamento che ha coinvolto anche i suoi genitori, che, alle prese con la crisi, si sono reinventati.
E così Roberta, che si definisce “un’ex fuggitiva della Calabria pentita”, trasforma la propria casa e la propria vita. Un cambiamento importante, e anche difficile all’inizio, quello di “spossessarsi delle proprie cose”, ma che poi ha dato vita ad un luogo benefico e ricco di creatività.
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