31 Gen 2018

Smog, emergenza cronica in tutto il nord: Torino è la città più inquinata d’Europa

Scritto da: Alessandra Profilio

Spetta a Torino il triste primato di città più inquinata d’Italia e d’Europa, al terzo posto Alessandria. La situazione è critica per ben sei capoluoghi piemontesi su otto. Sono questi alcuni dei preoccupanti dati emersi da “Mal’Aria 2018”, il rapporto di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. “Non servono misure sporadiche, occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane”.

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In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e a guidare la classifica nazionale è Torino, con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali. Nel 2017 in ben 6 capoluoghi piemontesi su 8 è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. Sono questi alcuni dati emersi da Mal’Aria 2018 – “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane di Legambiente.

Dal report emerge che nel 2017 in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato il limite. Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del nord (Frosinone è la prima del Centro/Sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano.

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Ben cinque su 39 capoluoghi hanno oltrepassato addirittura la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali; Cremona (Fatebenefratelli) con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Ci sono andate molto vicine anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) 94; Frosinone (Scalo) 93; Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90.

Il dossier Mal’Aria 2018 contiene anche il focus “Che aria tira in città: il confronto con i dati europei” dal quale emerge che le principali città italiane sono tra le più critiche a livello europeo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, secondo i dati elaborati da Legambiente a partire dall’ultimo report del 2016 dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Legambiente ha confrontato le medie annuali di PM10 di 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito (dati 2013). I valori peggiori si registrano proprio a Torino e negli anni successivi al 2013 la situazione delle città italiane non è migliorata.

“Come ribadiamo da anni non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale – ha spiegato Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente –. Una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare. Gli innumerevoli protocolli e accordi non devono riguardare solo le regioni padane, ma tutte le regioni e le città coinvolte da questa emergenza. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano”.

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I dati riferiti da Legambiente confermano i risultati del monitoraggio effettuato da Greenpeace nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Torino. La situazione riscontrata nelle scuole torinesi, all’orario della prima campana, è stata la peggiore emersa dai monitoraggi fatti dall’associazione ambientalista nelle quattro città italiane maggiormente interessate dalla concentrazione di biossido di azoto.

Classificato tra le “sostanze certamente cancerogene”, il biossido di azoto negli ambienti urbani proviene per il 70-80% dal settore dei trasporti, e in massima parte dai diesel. I suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È inoltre particolarmente nocivo sui bambini causando infezioni alle vie respiratorie, asma, polmoniti, ritardo nello sviluppo del sistema nervoso e dei processi cognitivi.
Greenpeace afferma: “C’è un solo modo per abbattere le concentrazioni di biossidi di azoto nelle grandi città: limitare progressivamente la circolazione dei diesel, fino a vietarla nei prossimi anni”.

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