I dentisti italiani che lavorano per cambiare il mondo
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Lombardia - Fare il dentista è sempre stata una professione ambita e, sapere che ci sono paesi in cui di mal di denti si può morire, lo fa diventare non solo un buon mestiere e un servizio sociale utile ma a buon diritto un fatto eroico.
Pino La Corte, dentista milanese che non ha mai perso la sua prima vocazione di assistente sociale, inizia nel 1994 a prestare cure odontoiatriche in Kenya e a passare le sue vacanze estive in Mozambico facendo il dentista. Dopo aver incontrato altri colleghi che si adopravano per le stesse finalità e scopi, decide di unire la sua esperienza professionale con la sua anima filantropica e nel 2004 fonda SMOM – associazione per la Solidarietà Medico Odontoiatra nel Mondo, che opera in quattro continenti creando progetti di sviluppo della salute orale ed evolvendosi in progetti di progresso sociale e di cooperazione allo sviluppo.
“I miei colleghi professionisti hanno messo a disposizione quello che sapevano e potevano fare”, racconta Pino. “Noi davamo aiuto a chi lo chiedeva, ma quando ci siamo associati e organizzati abbiamo capito che aiutare una persona è un atto caritatevole ma non è un progetto di sviluppo”.
E se l’associazione si è fatta conoscere nei primi anni di attività per i suoi programmi odontoiatrici, oggi si fregia di aver costruito scuole, case, pozzi, attività produttive e imprenditoriali capaci di ridurre la migrazione e guidare il rientro di migrati. Ha cambiato la sanità in paesi come Uganda e Burundi. Passa dalle prestazioni mediche a ministeri e università per fondare in Uganda la prima scuola di odontotecnici e aprire un corso universitario per dental therapist in Burundi, formando personale che sappia fare terapie conservative e di protesi con un kit contenuto in una valigetta facilmente trasportabile.
Di fronte alla negazione dei diritti più basici, il dottor La Corte e i suoi volontari capiscono che per contribuire allo sviluppo della persona sul piano culturale e sociale non è sufficiente operare sulla salute con l’apertura di ambulatori odontoiatrici presso gli ospedali e si sentono di intervenire insegnando loro a leggere e scrivere e impostando delle attività produttive che mirino all’indipendenza economica della popolazione. Oggi, sono i maggiori produttori di conserva di pomodoro in Burkina Faso e i più grandi esportatori di sapone al burro di karité. È un modello testato e ripetibile, e SMOM mette a disposizione la sua struttura per chiunque voglia realizzare proposte di attività di cooperazione e sviluppo.
Pino continua a crederci e volge uno sguardo anche a casa: “Vorrei fare la stessa cosa in Sicilia. L’olio rancido va bene per fare il sapone e volevo creare un progetto per insegnare a fare saponette e monetizzare il tempo dei giovani disoccupati”. Il pragmatismo illuminato di La Corte è inarrestabile, e se pensi che non ci sia niente da fare, allora SMOM!
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