30 Gen 2018

Chieri: quando la responsabilità è in mano ai giovani

Scritto da: Daniela Bartolini

Si parla spesso dei giovani con superficialità e senza dargli l'occasione di prendersi le responsabilità dei propri bisogni ed idee, cosa succede se si cambia questo paradigma? Un esempio lo abbiamo trovato a Chieri dove abbiamo incontrato Alessandro Piovano, Federico Facelli e Alessandro Guggino, tre ventenni che hanno deciso di mettersi in gioco e realizzare le proprie idee non solo per se stessi ma per tutta la comunità chierese.

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Torino - Questa storia nasce dalla vincita da parte dell’associazione di promozione sociale RadioOhm, insieme ad una rete di associazioni composta da Multiker, Techlab, Il Timone e Patchanka. del bando per la gestione del Centro Giovanile di Chieri, cuore pulsante della vita giovanile chierese.

In un’Italia che non responsabilizza i giovani, RadioOhm ha deciso di investire sui giovani e di responsabilizzarli, di rimettere nelle loro mani la responsabilità delle proprie idee, della loro realizzazione, lasciando che fosse proprio questo primo nucleo di tre giovani a gestire le attività giovanili. E le cose stanno andando molto bene!

Inaugurazione Centro.  Autore: Centro giovanile Chieri

Inaugurazione Centro.
Autore: Centro giovanile Chieri

“Siamo partiti in tre – raccontano- e poi si sono aggiunti altri sei ragazzi, più un paio di adulti dell’associazione che ci seguono e “proteggono”, costituendo un piccolo collettivo di gestione. Il bando dell’amministrazione comunale è stato vinto a marzo 2017 e prevedeva la ristrutturazione del posto da parte del comune, a noi invece la responsabilità di riempirlo di contenuti.”

Il centro sorge nell’ex-Area Caselli, recupero industriale dalla sede di una antica tessitura, uno spazio che può ospitare 120 persone all’interno con un ampio spazio esterno delimitato da cancelli. Il centro giovanile che è entrato in funzione a fine ottobre con l’inaugurazione ufficiale, prende al momento il nome “Area Caselli” in attesa dell’esito del concorso di idee che individui un nome più identificativo dello spazio e delle sue attività e proposte al territorio e alla città. Una realtà di cui questi ragazzi sono una parte accanto a tutto lo staff di RadiOhm.

“L’anno scorso abbiamo realizzato un primo evento per poi dare inizio al nuovo cammino del centro a partire dal nuovo anno. Per prima cosa abbiamo pensato a ciò che mancava e a che cosa potessero desiderare i nostri coetanei. Abbiamo così pensato a una serata di musica autogestita che non rispettasse i canoni del clubbing di adesso, il cui focus è ovviamente commerciale ed economico. Ci siamo detti: mettiamo al centro la musica e diamo spazio a artisti e produttori locali e facciamo una serata a basso costo. In questo modo abbiamo potuto dare anche un’offerta locale, senza dover costringere i giovani ad andare a Torino, con meno impatto ambientale e più sicura per gli spostamenti. Ed è stato un grande successo di partecipazione e gradimento.”

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“Un’altra esigenza che avevano percepito era che, durante la sessione esami, gli studenti dovevano andare fino a Torino per studiare perché solo là c’erano le aule studio notturne. A Chieri c’è la biblioteca che però è aperta dalle 9 alle 19. Il centro giovanile, anche nelle precedenti gestioni, non era mai stato visto da questo punto di vista ed abbiamo pensato che fosse un buon modo per aprirci ancora di più ai giovani e cambiare l’abitudine di vederlo solo come un posto dove passare il venerdì sera. Qui ci si deve sentire a casa, noi siamo un collettivo, che propone, accoglie, crea la possibilità di realizzare, non siamo i proprietari e crediamo che il nostro compito primario sia aprire il più possibile a tutti questo spazio.

Siamo andati a comprare i tavoli a spese nostre e li abbiamo collocati nel piano soppalcato, è nata così la Night Study Room, l’aula studio serale del centro con 32 postazioni aperta martedì, mercoledì e giovedì dalle 20,30 alle 1,00. Poi abbiamo scritto un messaggio e chiesto, se interessava, di condividere. Nel giro di poco tempo la notizia è stata condivisa da sessanta persone ed è iniziato il passaparola. Segno che avevamo individuato un’esigenza. La prima serata ci sono state quindici persone, la seconda, sull’opinione di questi primi partecipanti, l’iniziativa ha preso il volo e adesso è diventata un’abitudine. I ragazzi escono dalla biblioteca, si salutano e si danno appuntamento qui per continuare a studiare. Si è creata aggregazione. Questo ha generato movimento intorno al centro, la sera arrivano altre persone che non devono studiare e che usufruiscono diversamente degli altri spazi.”

L’obiettivo di questi ragazzi è chiaro: migliorare la qualità del tempo dei loro coetanei da una parte e dall’altra assorbire le esigenze sociali emergenti da tutta la comunità. Accanto alla programmazione artistica e musicale e in collaborazione con gli altri partner di gestione e realtà del territorio sono molte le idee in campo.

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“Stiamo organizzando delle serate di sensibilizzazione sulle dipendenze con il Sert, dentro il locale non si vendono superalcolici, nelle serate tutto è basato sulla musica che è l’unica cosa che si acquista. Vogliamo offrire un luogo di ritrovo che non sia il bar dove c’è sempre una logica di consumo, qui puoi venire liberamente, senza consumare. Poi ci saranno workshop, anche per costruire insieme gli allestimenti del posto, le altre idee verrano fuori poi in base a chi si aggiungerà.

Le altre associazioni coinvolte riescono a coprire altre aree e fasce d’età diverse, dal teatro per gli adolescenti all’animazione e alla ludoteca per i più piccoli. È una casa di tutti, che può essere frequentata da fasce diverse d’età in orari differenti o meno, anche da famiglie e anziani. Si chiama centro giovanile perchè è gestito da giovani ma in realtà è un posto dove fare aggregazione per tutti e vivibile da tutti. Nell’impianto sociale di RadioOhm c’è un’attenzione particolare anche alla disabilità, le attività cerchiamo di improntarle anche in questo senso, offrendo attività ludiche il più inclusive possibile.”

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