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Umbria - Si è da poco chiuso in Umbria, tra le boscose colline di Passignano (PG) affacciate sul lago Trasimeno, il Festival della RigenerAzione, che ha accolto – nei suoi 16 giorni di svolgimento, dal 22 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 – un numero di partecipanti superiore a ogni più rosea aspettativa. “RigenerAzione di se stessi, corpo e anima” e “Rigenerare la propria comunità per rigenerare il mondo” sono stati gli slogan dell’iniziativa.
Il nostro resoconto sul Festival della Rigenerazione
Nato come esperimento di autorganizzazione dei membri dell’ecovillaggio Panta Rei, con il suo calendario fittissimo di oltre 30 eventi – alcuni dei quali proposti dai partecipanti stessi e quindi realizzati al di fuori del programma ufficiale – il Festival ha allietato la fine del 2017 e l’inizio del 2018 di uomini e donne (queste ultime in maggioranza), famiglie con bambini e (tanti) giovani provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.
Concepiti come uno spazio-tempo di festa, socializzazione e scambio di talenti e competenze, i giorni del festival sono stati un tripudio di pro-attività per coloro che sono passati per un weekend o per più giorni. Da chi ha proposto nuovi workshop a chi ha dato una mano in cucina, da chi ha messo a disposizione le proprie abilità nel laboratorio di artigianato a chi ha improvvisato performance canore o musicali notturne, da chi ha contribuito alla pulizia del luogo a chi ha arricchito le celebrazioni con riti e testimonianze lontane, non ricordiamo di aver visto qualcuno che si sia limitato semplicemente a esserci, senza rendersi utile in qualcos’altro.
È la testimonianza, qualora ve ne fosse ancora bisogno, di quanta fame di partecipazione, convivialità e supporto si sia sviluppata nel nostro paese negli ultimi anni nonostante il paradigma prevalente ci voglia tutti semplici acquirenti/utilizzatori di servizi in cambio di un prezzo. E invece a Panta Rei questo modello è stato messo in discussione in ogni istante del progetto. Per esempio attraverso la pratica del biglietto al contrario, che ha consentito ai partecipanti alle iniziative a pagamento di scegliere il contributo a proprio giudizio più equo per l’evento in questione e di versarlo in una busta chiusa e anonima solo al termine dello stesso.
Come negli intenti iniziali dei suoi promotori, il Festival si è dunque rivelato un’occasione di educazione alla co-costruzione del fare attraverso la progettazione partecipata, alla vita comunitaria (anche per chi non aveva mai vissuto prima d’ora questa esperienza), agli stili di vita alternativi al modello urbano, all’accettazione dei tempi e delle persone, alla cura degli impatti di ciascun gesto quotidiano, a cominciare dal focus sul riuso e sui “rifiuti zero”.
Laboratori, workshop, proiezioni, conferenze, tavole rotonde, presentazione di libri, mostre artistiche, spettacoli teatrali, musiche e balli si sono succeduti gli uni dopo gli altri prima e dopo la grande festa di fine anno, sviluppatasi attorno al falò acceso nel grande prato sottostante le sale comuni dell’ecovillaggio.
In aggiunta a tutto questo, dulcis in fundo, la “Sinfonia del Cambiamento”, un’intera giornata di interventi in stile TED sul palco dell’Auditorium di Passignano alla presenza di 12 speaker d’eccezione, fra cui Jacopo Fo, Christian Raimo, Leonardo Cenci e molti altri. 12 protagonisti del cambiamento per 15 minuti ciascuno, per ispirare il cambiamento su ambiente, scienza, alimentazione, economia, educazione, leadership, rigenerazione urbana, eco-tecnologie e imprese di nuova generazione.
E ora che le celebrazioni sono terminate, inizia il primo respiro della nuova fase. Sì, perché dopo aver ispirato la rigenerazione di tante persone, Panta Rei chiude un ciclo importante della sua storia, quello che ha portato alla creazione del primo trust sociale in Italia, e si appresta nei prossimi mesi a concentrarsi sulla sua propria rigenerazione: un nuovo viaggio evolutivo del quale vi aggiorneremo presto e al quale saremo tutti invitati a partecipare.
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