1 Dic 2017

Una nuova società? Si costruisce a Ritmo Lento

Scritto da: Cristina Diana Bargu

Uno spazio collettivo di stimolo al confronto su temi sociali, un posto da cui partono percorsi di partecipazione inclusivi, uno sportello di orientamento al lavoro per i ragazzi e per i migranti. Tutto questo è Ritmo Lento, uno spazio di partecipazione, aggregazione e condivisione a Bologna completamente autogestito e autofinanziato grazie all’impegno quotidiano di studenti e giovani lavoratori.

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Ritmo Lento è un Circolo Arci fondato nel quartiere Porto di Bologna durante la primavera del 2016 da un gruppo di studenti e giovani lavoratori, insieme alle Associazioni Libera, Unione degli Studenti, Link e Rete della Conoscenza, con l’obbiettivo di fornire a coloro che ne hanno bisogno un punto di riferimento dentro alla città, prestando un’attenzione particolare alle esigenze di studenti fuori sede, giovani lavoratori e migranti.

 

Mentre gli spazi pubblici e collettivi sono crescentemente privatizzati e regolamentati, e gli spazi associativi e culturali tendono sempre di più a diventare luoghi dove il consumo è ciò che qualifica la presenza, a Ritmo Lento l’elemento qualificante è la partecipazione. “La stragrande maggioranza delle persone dice Alessandro, uno dei soci – è tagliata fuori da qualsiasi processo decisionale, e questo è un grosso problema. Noi proviamo ad invertire la rotta da questo punto di vista attraverso sperimentazioni assembleari di decisionalità interna, attraverso pratiche concrete, stimolando la riflessione, l’analisi e il confronto”.

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L’impegno di Ritmo Lento è politico, sociale e culturale. Il G7 sull’ambiente, che si è tenuto a Bologna nell’estate del 2017, è stata un’occasione di riflessione critica sulle tematiche ecologiche e di mobilità. Le tematiche di genere vengono affrontate all’interno del collettivo “La Mala Educacion” (parte di “Non Una di Meno”). È poi attivo un percorso sull’antimafia, in cui si mira ad analizzare il terreno sociale per cui si arriva alla criminalità, con particolare attenzione alla povertà e alle situazioni dove “il pubblico non riesce ad arrivare”.

 

In occasione dell’apertura di “Fico Eataly World”, il controverso parco alimentare recentemente inaugurato a Bologna, Ritmo Lento ha colto l’occasione per riflettere sull’attuale gestione dell’agricoltura e dei sistemi di produzione industriale degli alimenti. Oltre alla critica, Ritmo Lento fornisce delle alternative, come il Gruppo di Acquisto Solidale in collaborazione con la fattoria sociale Il Bricoccolo. Il circolo è anche uno degli spazi in cui è stato presentato il progetto “Camilla”, l’innovativo emporio di comunità attualmente in costruzione a Bologna.
Da quest’anno Ritmo Lento ospita delle scuole di italiano per migranti, organizzate da più Associazioni per un totale di 40/50 ore settimanali. Oltre a fornire lo spazio, Ritmo Lento, cerca anche di creare dei momenti di integrazione, attraverso partite di calcio e pranzi sociali.

 

Un tema caldo, anzi caldissimo per il circolo, frequentato prevalentemente da giovani fra i 15 e 28 anni, è quello del lavoro. Sono stati dunque creati uno spazio di riflessione ed uno sportello di orientamento. Nello spazio di incontro e informazione si riflette su cosa voglia dire entrare nel mercato del lavoro oggi, decostruendo la retorica del merito. “I discorsi sul lavoro vengono mascherati da possibilità e opportunità, mentre spesso si traducono in mero sfruttamento”, denuncia Alessandro, facendo riferimento ai giovani che lavorano per mesi in cambio “della promessa di una riga in più sul curriculum”.

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Lo sportello di orientamento al lavoro di Ritmo Lento è invece volto ad aiutare chi è appena uscito da un percorso di istruzione, insegnando a compilare un curriculum, a fare domanda di lavoro e organizzando gruppi di preparazione al colloquio di lavoro. Molti migranti passano a chiedere una mano, per capire il funzionamento del mercato del lavoro in Italia, e spesso vengono sostenuti individuando percorsi di formazione professionalizzanti. L’intento dello sportello di orientamento al lavoro non è quello di fornire una risposta diretta, quanto degli strumenti per l’autonomia e l’attivazione delle risorse personali. Più recentemente Ritmo Lento ha partecipato alla fondazione di “Riders Union Bologna”, il gruppo di ciclofattorini del delivery food che si sta attivando per allargare i propri diritti, e ha attivato per loro una Ciclofficina di riparazioni base, aperta anche a tutta la cittadinanza.

 

A livello culturale è attivo il circolo letterario “Le Torri di Merlino”, che recentemente ha organizzato il salotto letterario intitolato “I classici che non ti ho letto”, discutendo appunto il concetto di classico in letteratura. Ci sono numerose presentazioni di libri. E non mancano le attività ludico culturali per coinvolgere il quartiere, come swap party. Inoltre, c’è l’intenzione di avviare una biblioteca sociale, e altre attività di quartiere caratterizzanti. Ritmo Lento è un ottimo esempio di come sia possibile costruire degli spazi diversi, partendo dal basso, attraverso l’autofinanziamento ed il volontariato.

 

 

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