21 Dic 2017

DistORTO, un fazzoletto di terra che accorcia le distanze

Scritto da: Isabella Drocco

A San Giorgio Canavese (TO) sorge Cascina Misobolo, una casa vacanze per persone affette da disagio psichico, che permette a loro di gestire e curare un orto, sotto forma di GAS, Gruppo d’acquisto solidale.

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Torino - San Giorgio Canavese (TO) – Abbiamo incontrato Ivo Girardis, membro del consiglio direttivo di Casa Bordino Onlus, capofila di diversi progetti, tra cui distORTO.
Il progetto di cui scriviamo è nato all’interno del più ampio programma Il Bandolo, un progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo che raggruppa sei associazioni che da sempre hanno lavorato all’interno dell’ambito psichiatrico, tra cui appunto Casa Bordino e Arcobaleno.

Casa Bordino è diventata proprietaria di una casa vacanza ricettiva (Cascina Misobolo) nel Canavese, in cui permette a persone con difficoltà psichica di rilassarsi e godere di momenti immersi nel verde.
Qui avvenne la stretta di mano nel 2012 con l’associazione Arcobaleno Onlus, da sempre in cerca di spazi in cui organizzare attività per i propri utenti. La cascina godeva infatti di un terreno incolto adiacente alla struttura: fu così che dallo stesso anno partì l’iniziativa dist’ORTO, l’orto che cura.

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Cascina Misobolo iniziò così a sfruttare i terreni a partire dal 2010, con il progetto “Misobolo: vivere e lavorare nella natura”, una sperimentazione di attività di ortoterapia. Nel 2012 invece, si immerse nell’iniziativa “C’è un grande prato verde” che prevedeva la coltivazione di un terreno e la creazione di due serre.
La svolta arriva dunque cinque anni fa, quando Arcobaleno e Cascina Misobolo collaborano per creare distORTO, un progetto più strutturato che si è subito posto come obiettivo imprescindibile quello di creare un’impresa economicamente e finanziariamente sostenibile, a favore di soggetti svantaggiati, tramite l’agricoltura sociale.
“Siamo partiti con pochissimo terreno, ed ad oggi siamo quasi alla quantità necessaria per creare un’azienda agricola.” Ci racconta Ivo Girardis, mentre ci spiega meglio il funzionamento dell’attività.

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I volontari vengono “segnalati” dall’associazione Arcobaleno e operano per 12 ore a settimana, suddivise in tre giorni. Non vivono nella Cascina, ricevono un compenso che copre il viaggio, perché il loro guadagno è prettamente umano: “Hanno l’opportunità di avvicinarsi ad attività lavorative – aggiunge Ivo -, conoscere persone, soprattutto di uscire di casa.” Parliamo di persone affette da disagi psichici, che prima di arrivare a distORTO erano vittime della loro abulia, che li rinchiudeva in situazioni prettamente passive.  
Prendersi cura di organismi viventi riduce il senso di isolamento e di inutilità, stimola l’attività motoria, migliora il tono dell’organismo e contribuisce ad attenuare stress e ansia. Queste esperienze possono concorrere anche all’integrazione sociale di un individuo, le varie attività permettono di scoprire nuovi interessi, sviluppare abilità, recuperare equilibri perduti.”

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Dunque l’occasione è per loro fondamentale, quella del riscatto sociale e di rivalsa nei confronti della loro malattia.
Il lavoro svolto agisce così profondamente nell’animo dei volontari che, è stato riscontrato, dopo la partecipazione alle attività il numero dei loro ricoveri è radicalmente diminuito: vivono finalmente una situazione di normalità.
Per questa ragione, visti gli innumerevoli buoni risultati raggiunti, la Compagnia di San Paolo ha deciso di finanziare il progetto per il quinto anno consecutivo a Casa Bordino.
E così Ivo ci dà un’ultima, meravigliosa notizia: il progetto, sostenuto finanziariamente dalla vendita dei prodotti, oltre che dalle sovvenzioni esterne, quest’anno chiuderà il bilancio in pareggio.

DistORTO dà così una dimostrazione di quel che può essere un nuovo modello economico, non più soltanto basato su tecnicismi legati al dualismo valore-merce, ma su un fattore meno monetizzabile, l’aiuto, mostrandoci come esso possa essere contemporaneamente risorsa umana e finanziaria.

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