Cibo e clima: cambiare dieta può cambiare il mondo
Seguici su:
Il 2017 è stato l’anno più secco in Italia dal 1800 a oggi. A sostenerlo è il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) che ha sottolineato come le piogge siano state il 30% in meno rispetto alla media di riferimento, calcolata nel periodo 1971-2000. Per trovare un anno simile bisogna andare indietro nel tempo, fino al 1945.
Il clima dunque sta cambiando con risvolti imprevedibili e drammatici per la sopravvivenza di molte popolazioni in tutto il pianeta. Possiamo annoverare la produzione industriale e intensiva del settore alimentare come la principale causa accertata di distruzione dell’ambiente e sfruttamento del lavoro. L’agricoltura (compresa la deforestazione) produce circa un terzo delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane.
Intervenire sull’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura, con opzioni innovative che integrano la gestione delle risorse territoriali, può migliorare le condizioni delle popolazioni umane, degli ecosistemi e bloccare la perdita di fertilità dei terreni agricoli. Incentivare l’agroforestazione e l’allevamento sostenibile, un maggiore accesso al mercato e maggiore facilità nel reperimento di risorse energetiche adeguate (comprese le rinnovabili) può aumentare i redditi e garantire la sicurezza alimentare delle popolazioni rurali.
L’effetto dei cambiamenti climatici potrebbe spingere gli Stati a collaborare secondo una logica condivisa per la gestione a lungo termine degli ecosistemi, al fine di preservare la fertilità del suolo e la conservazione dell’acqua come condicio sine qua non per mantenere la produttività, raggiungere la sicurezza alimentare, la riduzione della povertà e la promozione di strategie flessibili di utilizzo del suolo.
Desertificazione, perdita di biodiversità, innalzamento del livello del mare, frequenza di fenomeni metereologici eccezionali e aumento delle migrazioni sono solo alcune delle catastrofiche conseguenze in atto che stiamo affrontando. Il degrado delle risorse terrestri (suolo, acqua, manto vegetale) mette ancor di più a rischio popolazioni già vulnerabili a causa della scarsa disponibilità di cibo, energia e reddito. Il problema si complica perché queste stesse popolazioni si procurano cibo e risorse con sistemi che spesso peggiorano aggravano il sovrasfruttamento delle risorse. Un circolo vizioso che è tra le prime cause della perdita di terreni agricoli e desertificazione.
Il clima ha bisogno di noi ma soprattutto di comportamenti corretti e abitudini sostenibili. E allora mangiamo cibo locale, mangiamo meno carne ma di migliore qualità e troviamo il tempo di condividere il cibo a tavola. La nostra vita cambierà in meglio immediatamente e ne beneficerà anche il pianeta. È arrivato il momento di prenderne coscienza e far conoscere iniziative per invertire la rotta: piccole azioni nel quotidiano moltiplicate per ogni persona possono diventare milioni di azioni che cambiano il mondo.
Soprattutto in festività come il Natale, scegliere di acquistare il cibo da mettere sulla propria tavola in base alla sua stagionalità, provenienza e qualità può fare la differenza. Scegliendo infatti cosa mangiare, scegliamo che impatto produrre sulla Terra. È proprio a partire dal cibo, insomma, che possiamo individuare le soluzioni per frenare il riscaldamento globale.
Questo è l’obiettivo di Slow Food che con Menu for Change ha avviato una campagna di raccolta fondi e comunicazione che mette in relazione cibo e cambiamento climatico. Il 15 dicembre si terrà a Roma “Night for Change – la festa del cibo amico del clima”. Questo evento vuole sostenere la raccolta fondi per la campagna internazionale a salvaguardia del clima #Menuforchange, rendere disponibile il cibo buono dei cuochi della rete Slow Food per tutti e farsi promotrice di un messaggio propositivo di speranza e fiducia nel cambiamento. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti. È possibile mangiare e bere slow con un contributo consigliato. Tutti i proventi saranno destinati alla campagna “Menu For Change” in quanto l’evento è una raccolta fondi. In collaborazione con Baobab Experience si potrà offrire un pasto “sospeso” ai ragazzi accolti dall’associazione romana. Un gesto solidale per dei giovanissimi migranti di tipo economico, le prime vittime dei cambiamenti climatici che desertificano le loro terre di origine.
E se è vero che il cibo è condivisione, grazie alle sapienti mani dei Cuochi dell’Alleanza del Lazio durante la serata sarà possibile degustare numerosi piatti delle più disparate tradizioni enogastronomiche del mondo: dalla polentona di Natale con mais Agostinella alla zuppa di cicerchia e cicoria, dalla steccata di Morolo ai dolci della tradizione palestinese. Non solo un menu eccezionale quindi, ma una grande occasione di condivisione. Il cambiamento non è mai stato così piacevole!
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento