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Da tempo i telegiornali e i quotidiani ci martellano con notizie di “risse” fra Renzi e Gentiloni, ultim’ore che riesumano addirittura Berlusconi, Grillo che sbraita, la manovra finanziaria, bankitalia e… sembra di assistere alle litigate da talk show! Giriamo pagina e troviamo l’allarme smog. Ma non si parla del picco del petrolio, di transizione, di alternative sostenibili, no! Lo slogan che va per la maggiore è “non aprite quella porta”, per fare un po’ di teatrino speculando sull’allarme polveri sottili in nord Italia.
Negli ultimi giorni, per esempio, tutti i giornali hanno dato ampio risalto allo scandalo del giovane neodeputato siciliano Antonio Genovese, ma non troverete sulle prime pagine la notizia di due suoi conterranei e coetanei che stanno realizzando una piccola rivoluzione nel mondo della plastica: Antonio e Giovanni, con la loro start-up Kanesis, hanno ideato la prima bioplastica a base di canapa, creando un materiale completamente vegetale ricavato dagli scarti.
Si parla ancora di recessione economica, di disoccupazione, di scontri Governo-sindacati, ma allora perché non si propongono soluzioni, magari citando l’esempio del Sardex, il circuito di credito interaziendale nato nella “arretrata” Sardegna che ha consentito a migliaia di imprese di risollevarsi dalla crisi, che nel 2015 ha transato l’equivalente di 50 milioni di euro e che si sta diffondendo in tutta Italia con progetti collegati già presenti in 12 regioni?
L’Italia intera si è preoccupata, scandalizzata e disperata per i roghi che hanno devastato il Piemonte nei mesi di settembre e ottobre, causando danni incalcolabili al patrimonio verde regionale e facendo schizzare alle stelle i valori dell’inquinamento atmosferico. Eppure già da molti anni una piccola impresa sarda ha messo a punto un semplice sistema per monitorare gli incendi e intervenire sul nascere. La sperimentazione però – che aveva portato ottimi risultati, con una riduzione fino all’85% dei danni causati dal fuoco – è stata inspiegabilmente sospesa dalle autorità.
Il recente black friday è stato l’equivalente di una potente dose di consumismo, ma anche l’occasione per parlare della crisi dei centri commerciali americani, soppiantati dall’e-commerce e dai mostri del consumo on-line come Amazon e Yoox. Nessuno però si è premurato di parlare di progetti come Buyme4you, l’app che permette di gestire la compravendita di oggetti fatti in casa valorizzando l’economia a chilometro zero o Mercato Circolare, la prima app al mondo che permette a ogni cittadino di trovare prodotti o servizi dell’economia circolare via smartphone.
Una delle notizie che tiene più banco in questi giorni è quella sulla pubblicazione dell’annuale classifica delle città dove si vive meglio. Eppure, nel valutare la vivibilità in Italia, gli indicatori presi in considerazione sono quasi tutti di carattere socio-economico – ricchezza, consumi, lavoro, innovazione, servizi, sicurezza… – e solo una voce si riferisce a valori intangibili, come “cultura e tempo libero”. E se invece provassimo a misurare per davvero il benessere e la felicità dei cittadini, magari prendendo spunto dalla bellissima esperienza del GNH Centre del Bhutan?
Basta con la dittatura delle cattive notizie! Sarà perché le tragedie fanno sempre più audience, sarà perché un popolo impaurito e sotto pressione è inoffensivo, ma da troppo tempo i media mainstream italiani ci affliggono con notizie monocorde, dimenticandosi completamente di raccontarci quanto di bello, positivo ed entusiasmante c’è intorno a noi. Non vi siete stancati di questo atteggiamento?
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