“Vuoti a perdere”: una mostra fotografica mette in scena l’abbandono a Biella
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Biella - “Vuoti a perdere” è un progetto di ricerca e documentazione di archeologie industriali piemontesi che nasce e si sviluppa negli spazi propri della fotografia, ma che ne valica i confini fino a deflagrare nella letteratura, nel cinema e nella musica attraverso citazioni e continui rimandi. È un progetto fotografico, quindi, che tende continuamente ad ibridarsi con altre forme d’arte e che trova la sua espressione più completa in un blog intitolato “Vuoti a perdere. Un viaggio tra i luoghi abbandonati del nostro paese.” Il progetto nasce nel 2013 e l’autore è Riccardo Poma, giovane fotografo e videomaker di Castelletto Cervo (paese in provincia di Biella), laureato al DAMS di Torino ed oggi professionista freelance e relatore di diversi corsi di Cinema promossi nel territorio locale.
Il titolo del progetto rivela la formazione cinematografica dell’autore. “Vuoti a perdere”, infatti, è il modo in cui venivano definite le fabbriche biellesi abbandonate protagoniste del film “Come fossili cristallizzati nel tempo”, lungometraggio del 2001 di Luca Pastore (regista) e Maurizio Pellegrini (autore e sceneggiatore) che esplora in forma artistica e concettuale lo stato di abbandono delle fabbriche biellesi.
“Il progetto – racconta l’autore – è nato quasi casualmente: esploravo di consueto il territorio biellese e vercellese alla ricerca di quei luoghi abbandonati che tanto mi affascinavano. Presi, quindi, la decisione di fotografarli e pubblicarli su un blog mettendo in piedi un breve testo per ognuno di loro”. I testi – di natura descrittiva, informativa o addirittura narrativa – che Riccardo accompagna alle foto sono frutto di ricerche di documenti, studi e interviste. Questi non sono mai una polemica sul tema dell’abbandono, ma si pongono come riflessione positiva e propositiva. Il suo obiettivo, infatti, non è quello di accusare, bensì di mettere in mostra questi magnifici luoghi, che potrebbero essere valorizzati e rivalutati se maggiormente conosciuti. Il suo intento è quello di far emergere le bellezze perdute e ormai dimenticate che giacciono dislocate sul territorio e le relative storie che gli sono appartenute.
La documentazione e la riflessione sul territorio locale sono proprio il fil rouge del lavoro di Riccardo, il quale, attraverso le sue periodiche pubblicazioni dedicate a luoghi sempre diversi ma tutti geograficamente vicini, dà vita ad una personale ed intima mappa topografica.
Il suo grandangolo ha ritratto cascine, fabbriche, ospedali, mulini, ville e discoteche: luoghi abbandonati alle forze inarrestabili della natura e del tempo. “Una delle cose che amo di più – prosegue Poma – è il paradosso della grandezza umana, che è riuscita a progettare e realizzare determinate strutture e, allo stesso tempo, la sua piccolezza, che si manifesta quando la natura si riappropria di questi luoghi”.
Tra tutte le location documentate da Riccardo ce n’è una, in particolare, che è stata recuperata, ristrutturata e risemantizzata recentemente: la sede del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
“Ho fotografato l’attuale sede del Terzo Paradiso nel 2014, prima della ristrutturazione – spiega il fotografo – e ho intitolato quel capitolo ‘Biella Classic’ per tre motivi: era una fabbrica, era costruita lungo il fiume cervo ed era abbandonata, tutte caratteristiche tipicamente biellesi. È stato interessante fotografarlo ancora decadente e ritrovarlo, poco dopo, ristrutturato. Quel luogo non era più abbandonato ma il suo aspetto non è nemmeno stato snaturato. È grazie a quegli scatti che ho maturato la passione per simmetrie e geometrie: le sue volte ad arco, le colonne, i suoi volumi mi conferivano un senso di ordine e regolarità. Da quel momento in poi le mie fotografie sono molto cambiate”.
Il destino della fabbrica biellese posta sulle sponde del Cervo è desiderabile per ogni vuoto a perdere della Città e questo auspicio è da poco provenuto anche dalle operazioni artistiche di Vanessa Sandoval, un’artista colombiana che ha passato questi ultimi tre mesi a Biella in residenza presso Cittadellarte. Le azioni che ha svolto nel periodo in questione sono un grido di supplica nei confronti di chi se ne va; una preghiera affinché tornino ad essere abitati tutti quei luoghi che, seppur abbandonati, continuano a portare la memoria di chi li ha vissuti.
Gli scatti dei vuoti a perdere del fotografico saranno esposti dal 9 al 15 febbraio 2018 nell’area eventi del Polo Culturale Villa Ranzoni, gli stessi spazi che ospitano i corsi di cinema curati dal giovane autore. La mostra, sponsorizzata dal comune di Cossato, prevede la stampa di 50 fotografie e sarà propedeutica alla realizzazione di un crowdfunding per la pubblicazione del libro fotografico dello stesso Poma.
Articolo scritto da Eleonora Angius, fonte Journal.
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