Torino, stop ai veicoli a diesel: l’appello di Greenpeace
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Torino - Greenpeace ha avviato nelle scorse settimane una campagna per chiedere ai sindaci delle quattro città più colpite dai fumi dei diesel – Milano, Torino, Palermo e Roma – di impegnarsi per limitare progressivamente la circolazione nei loro centri urbani di questi veicoli altamente inquinanti, fino a prevederne, entro la fine del loro mandato, lo stop definitivo.
L’organizzazione ambientalista ha inoltre messo a disposizione di tutti un kit di mobilitazione per costruire dal basso, in ogni città, una Rete No Diesel e chiedere al proprio sindaco misure progressive di bando del diesel.
“I danni che le auto diesel arrecano all’ambiente e a tutti noi, nonché il disastro del Dieselgate, non sono certo da imputare a chi ha comprato un’auto a gasolio, ma alle aziende che hanno ingannato i consumatori e ai governi che glielo hanno consentito. Se quei veicoli avessero avuto problemi all’impianto frenante, all’airbag o cose simili sarebbero stati immediatamente richiamati dalle aziende per verifiche, controlli o sostituzioni. Invece hanno solo il ‘piccolo difetto’ di emettere fino a 14 volte i valori dichiarati di un gas cancerogeno. E sono ancora sulle nostre strade, senza che nessuno prenda provvedimenti”. È quanto ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Greenpeace in particolare punta la sua attenzione su un inquinante specifico della mobilità a gasolio, il biossido di azoto.
Recenti studi, scrive l’associazione ambientalista, dimostrano che l’esposizione al biossido di azoto causa 75.000 morti premature l’anno solo in Europa. L’Italia è il Paese più colpito, con oltre 17.000 casi e una incidenza sulla popolazione doppia rispetto ai valori medi europei. Ad essere più colpiti sono i bambini e le donne in gravidanza.
Respirare biossido di azoto aumenta la probabilità di nascite premature, disturbi di gravidanza, asma e altre patologie respiratorie. Inoltre il biossido di azoto è anche responsabile di deficit nello sviluppo cognitivo e ritardi nelle performance intellettive dei bambini. Negli adulti l’esposizione a questo e ad altri inquinanti è correlata all’insorgere di patologie come cancro, diabete e problemi cardiovascolari.
“Un diesel pulito non esiste – scrive Greenpeace – le case automobilistiche hanno per anni promosso il diesel come alternativa più economica ed ecologica alla benzina, ma hanno ingannato i cittadini e i consumatori. I trucchi usati da Volkswagen per omologare le proprie auto sono solo la punta dell’iceberg del Dieselgate: automobili prodotte da altre aziende, inclusa la FIAT, emettono fino a 14 volte i valori dichiarati di NO2. È necessario intervenire subito per migliorare la qualità dell’aria delle grandi città, implementando misure di restrizione alla circolazione dei diesel, fino al bando per questi veicoli dai centri urbani”.
“La sfida per il futuro – continua l’associazione – è bloccare l’inquinamento, senza penalizzare la mobilità. I cittadini, inclusi gli automobilisti, subiscono gli effetti dell’inquinamento e sono gli unici a poterlo fermare: cambiando le proprie abitudini, e pretendendo alternative sostenibili ed efficienti all’uso delle macchine più inquinanti.
Per questo è urgente fare pressione sui governi locali: i sindaci delle nostre città possono adottare presto le misure necessarie a proteggere la nostra salute, mostrando che l’età del diesel è giunta alla fine! Parigi, Atene, Madrid, Oslo, Francoforte e altre città ancora hanno già intrapreso questa strada: quale futuro attende le nostre città?”.
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