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ll 15 novembre 2017, quasi all’unanimità, è stata approvata alla Camera la legge quadro per la Mobilità Ciclistica. Si tratta di un provvedimento redatto grazie al prezioso contributo della Fiab (Federazione italiana Amici della bicicletta) e che ora necessita solamente dell’approvazione del Senato per terminare il suo iter.
È una norma importante che potrebbe avere ripercussioni importanti per la riduzione del traffico cittadino: è infatti una legge quadro che vuole promuovere l’uso della bicicletta sia per spostamenti quotidiani che per attività turistico-ricreative. Per rendere possibile ciò la legge quadro punta a potenziare l’integrazione modale tra biciclette e mezzi di trasporto locali e regionali: aspetto spesso più che sottovalutato in molte regioni del nostro Paese.
Stazioni, aeroporti e porti dovranno così poter essere raggiunti in bicicletta (ad esempio, ad oggi, l’aeroporto di Malpensa non è raggiungibile in bici e basterebbe realizzare una pista ciclo-pedonale lungo la strada statale 336), mentre gli enti locali dovranno predisporre dei programmi triennali per l’attuazione di alcuni interventi sulla mobilità ciclistica. È previsto anche un utilizzo prioritario degli argini dei fiumi per realizzare percorsi pedonali e piste ciclabili. Il 2% dei fondi per l’infrastruttura strategica nazionale sarà destinato alla mobilità ciclistica.
Secondo l’Isfort, l’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, il sessanta per cento del totale degli spostamenti in automobile degli italiani (che per l’83% usano questo mezzo) non supera i cinque chilometri, il 40% i due chilometri e il 15% un chilometro. Ogni automobile, che spesso viaggia con un solo conducente, è su strada per due ore al giorno e nel rimanente tempo spesso rimane parcheggiata occupando suolo pubblico.
Rispetto al totale degli spostamenti in area urbana, il sessanta per cento del totale riguarda lo spostamento delle merci e il quarantadue per cento di questi potrebbe tranquillamente essere effettuato con cargo bike o bicicletta. Rimane dunque, oltre al problema legislativo, il nodo culturale da sciogliere ma le iniziative volte a sensibilizzare le persone sui temi riguardanti la mobilità sostenibile non mancano, come testimonia ad esempio il Bike Tour della Decrescita.
Guardando al passaggio che ora la legge deve fare in Senato per l’approvazione definitiva, Giulietta Pagliaccio, presidente della FIAN – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, lancia un appello: “Non interrompete un sogno che vorremmo diventasse velocemente realtà: l’Italia ha finalmente intrapreso un percorso virtuoso per lo sviluppo di un nuovo modello di mobilità, ma ha bisogno di essere sostenuta da coerenti politiche nazionali, norme nuove come quelle legate al Codice della strada e finanziamenti continuativi nel tempo”.
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