Da Mercalli a Latouche, passando per Bonaiuti e Tamino per “Scenari di futuro”
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Torino - TORINO – L’intrecciarsi di una molteplicità di crisi del nostro tempo è alla base di “Scenari di futuro”.Quattro incontri e un percorso che da lì si svilupperà per indagare su quello che sta accadendo.
Si inizia martedì 28 novembre con la conferenza tenuta da Luca Mercalli sul tema dei cambiamenti climatici al Circolo dei lettori. A seguire Gianni Tamino martedì 5 Dicembre e Mauro Bonaiuti il 16 Gennaio gennaio presso il circolo dei lettori parleranno dell’attuale crisi ecologica il primo e della evidente crisi economica-finanziaria e delle sue conseguenze sociali il secondo. Ogni presentazione avrà come filo conduttore le ricadute sulla nostra vita quotidiana (cibo, energia, lavoro, relazioni sociali ecc.).
L’ultimo incontro sarà martedì 23 Gennaio presso la “Fabbriche delle E” del Gruppo Abele con Serge Latouche. Come si legge sul manifesto di presentazione dell’evento “uno degli intellettuali che più ha riflettuto sulla necessità di una radicale transizione verso una società capace di offrire risposte all’altezza dei problemi del presente. A questa prima parte del percorso ne seguirà una seconda, Progetti di futuro, curata da una rete di associazioni del territorio a cui sono invitati tutti coloro che vogliono impegnarsi nella definizione, e attivazione, di proposte concrete di transizione”.
Data l’importanza e la rilevanza della proposta, abbiamo intervistato Mauro Bonaiuti, tra i relatori e allo stesso tempo promotori dell’iniziativa. Mauro è un economista, accademico italiano, da sempre impegnato nello studiare la realtà che ci circonda e nell’attivare percorsi come quello che sta partendo con Scenari di futuro. Così gli chiediamo come sia nata questa iniziativa.
“E’ un’esperienza interessante, quanto atipica. E’ nata da un gruppo spontaneo formato due anni fa”. Il gruppo in questione è il Circolo della Decrescita Felice di Torino, che voleva strutturare dei momenti di approfondimento per dare continuità ai loro incontri.
Mauro, invece di proporre altri seminari o conferenze sul tema, ha lanciato l’idea di realizzare un’attività legata alle letture. “ Ci siamo trovati per leggere assieme dei testi importanti per la decrescita: siamo partiti da Ivan Illich e da lì è iniziato il percorso”.
Nasce così due anni fa il gruppo Convivium Decrescita Torino. “Abbiamo provato a mettere insieme 2 intuizioni: i gruppi di lettura – che Mauro aveva già sperimentato a Bologna – e quella del Convivium illiciano”. Illich dice che la ricerca anche intellettuale si alimenta delle relazioni e dell’amicizia. “In un certo senso – precisa – prima vengono le relazioni, il Convivium, e poi arriva la ricerca fatta insieme”. Il primo anno il tema degli incontri è stato sui padri della decrescita, Illich e Castoriadis, mentre il secondo è stato sulle utopie concrete, partendo dai classici Tommaso Moro e Roberto Owen, arrivando ad autori contemporanei come Gandhi e Tolstoj. “E giungiamo così al terzo anno – con voce gaudente – in cui si è deciso di dare precedenza al percorso sugli scenari”.
La curiosità ci spinge a chiedergli chi ha partecipato, solitamente, al percorso sulle letture. Chi solitamente partecipa a questo iniziativa? “C’è un po’ di tutto. Si va da qualche giovane studente universitario a persone in pensione. Prevalentemente l’età è quella di mezzo, sulla quarantina”. Ed aggiunge che solitamente “i giovani fanno sempre un po’ più fatica. Qualcuno motivato viene, ma è difficile che si fermino, dato che tendenzialmente sono sempre in movimento”. E ad ogni incontro hanno partecipato tra le dieci e le trenta persone, all’incirca.
Si è giunti, dopo due anni di ritrovi e iniziative, a pensare di organizzare un altro percorso. E la proposta che è stata elaborata, in modo molto graduale, è stata proprio quella incentrata sugli “Scenari di futuro”.
“Si è pensato che c’è una reale esigenza di cambiamento, e tutti noi ne siamo consapevoli”. Tuttavia ci si è chiesti perché sia così difficile cambiare. “Da lì sono venuti fuori molti ragionamenti e si è approfondito il tema e l’urgenza della crisi”.
E sulla crisi Mauro ha le idee chiare. “Per molti è un processo nel quale ancora ci si può adattare, vedasi la green economy e la circular economy. Si pensa che la crisi finanziaria sia un po’ l’esito del comportamento di alcuni cattivi e che – aggiunge con voce ironica ma decisa – una volta messe le cose e le regole al posto giusto, tutto possa rincominciare, più o meno, come prima”. E’ chiaro come per Mauro non sia questa una possibile risposta. “Così non è. E’ necessario raggiungere una certa consapevolezza della crisi”. E, partendo da questa consapevolezza, “bisogna essere accompagnati a questa transizione. La transizione è un percorso difficile, che va seguito e guidato”.
Da qui l’idea della seconda parte del percorso che, deciso e condiviso con tutti i soggetti promotori dell’iniziativa, prevede l’organizzazione di almeno quattro incontri in cui si presenteranno delle pratiche di transizione. Si ragionerà come gruppo “e l’intento è quello di chiarire come e cosa ognuno può fare per cambiare”, dall’Università del Saper Fare, al Cohousing e agli ecovillaggi, ad approfondimenti teorici. Ognuno può fare un pezzo di cambiamento.
Chiediamo a Mauro, infine, qual è il suo scenario di futuro? Ovviamente non intendiamo a livello personale, ma sistemico. E la sua visione è netta, con la percezione di un futuro “estremante rischioso. Molto probabilmente i prossimi trenta anni non assomiglieranno per nulla ai precedenti trenta. Se c’è un modo abbastanza sicuro di sbagliare le previsioni, è quello di pensare che il futuro sarà più o meno come il passato”. Aggiunge che se agire in quel modo non funziona in generale, ancora meno funziona nei periodi di transizione e crisi come questo.
“Stiamo attraversando una crisi progressiva”. Un declino che ci sembra episodico, fatto di sali e scendi. Però se lo sguardo è di lungo periodo, “vediamo che l’Europa sta percorrendo un sentiero discendente”. E ciò pone dei problemi enormi, in un modello economico basato sulla crescita.
“Questa consapevolezza ci pone difronte ad un’urgenza”.
Prepariamoci, dice Luca Mercalli. Proprio come nella locandina degli scenari: “prepariamoci perché il cielo è un cielo nuvoloso, molto nuvoloso”. Può arrivare la pioggia o il temporale da un momento all’altro. Per Mauro dire “prepariamoci significa costruire dei percorsi alternativi esterni e sganciati del modello economico dominante”. E’ una sfida enorme. Da combattere insieme per costruire nuovi scenari di futuro, sostenibili e densi di vita.
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