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Centinaia di persone hanno preso parte il 13 novembre all’assemblea cittadina organizzata presso la Casa Internazionale delle Donne per dire “no” allo sfratto di questo luogo unico in Europa, patrimonio della città di Roma e risorsa per tutte le donne. Nei giorni scorsi, infatti, la Casa delle Donne ha ricevuto un avviso di pagamento entro 30 giorni di un ‘vecchio’ debito di oltre 830 mila euro.
“Anche la Casa – scrive in un comunicato stampa il Direttivo della Casa Internazionale delle donne – corre ora il pericolo di chiusura cui sono andate incontro tante associazioni e realtà sociali di Roma. Il debito che ci viene attribuito dall’Amministrazione non tiene conto del valore dei servizi che vengono offerti. In tal senso la Casa Internazionale delle Donne, fin dal 2013, ha iniziato un’interlocuzione con il Comune di Roma il quale, dopo avere verificato la qualità dei servizi, proponeva una valutazione del loro valore economico dell’ordine di € 700.000 annui”.
“Con questa Giunta – si legge ancora nel comunicato – la Casa aveva avviato un confronto per risolvere il problema del debito e la definizione di un affitto realmente sostenibile, salvaguardando e rilanciando il valore della Casa e il suo futuro al servizio della cittadinanza. Per questo la lettera di richiesta di rimborso immediata, in mancanza del quale ‘si procederà all’attivazione, senza ulteriore comunicazione, sia della procedura coattiva; in sede civile, per il recupero del credito, sia della procedura di requisizione del bene in regime di autotutela’ è giunta del tutto inattesa”.
Il valore e l’utilità sociale di questa struttura sono riconosciute da tutti, come testimoniano le manifestazioni di vicinanza che la Casa ha ricevuto in questi giorni. “La Casa Internazionale delle Donne è molto grata per la solidarietà ricevuta da tantissime donne e uomini, associazioni e Istituzioni. Queste testimonianze confermano il valore e l’apprezzamento di cui la Casa gode non solo nella città di Roma ma in tutto il Paese”, conclude il Direttivo che ha risposto alla comunicazione del Comune chiedendo con urgenza alla Sindaca e alle Assessore competenti di riaprire l’interlocuzione e di sospendere il termine perentorio di pagamento. Il Direttivo invita inoltre Virginia Raggi a recarsi presso la Casa delle Donne per osservare da vicino questa preziosa realtà oggi a rischio chiusura.
Ieri, intanto, un incontro del Direttivo con le assessore alla Casa e alle Pari Opportunità Rosalba Castiglione e Flavia Marzano ha acceso le speranze. A dicembre partirà infatti un tavolo di confronto con l’amministrazione locale, per scongiurare lo sfratto. “Abbiamo incontrato le rappresentanti del Consorzio Casa Internazionale delle Donne ed esaminato con attenzione la documentazione – hanno riferito tramite una nota stampa le assessore Castiglione e Marzano – è stato un confronto aperto e costruttivo. Abbiamo concordato di vederci nuovamente i primi di dicembre. Siamo sicure, anche alla luce dei nuovi elementi esaminati, di poter arrivare a una soluzione condivisa”.
Grande spazio nel cuore di Trastevere; insieme di organizzazioni, di donne e servizi sociali e culturali; simbolo del movimento femminista degli anni ’70; piazza che ospita eventi di musica, arte e spettacolo, un ristorante, una foresteria; giardino di permacultura; un palazzo del ‘600 nato come reclusorio di donne, ma soprattutto una casa e, da oltre trent’anni un punto di riferimento per le donne italiane e straniere.
Tutto questo è la Casa Internazionale delle Donne, apprezzata e riconosciuta per la sua capacità di autogestione e per avere mantenuto in ottimo stato un bene pubblico frequentato annualmente da oltre 30.000 persone. Grazie al lavoro volontario e all’impegno quotidiano e gratuito di centinaia di donne e di decine di associazioni, per decenni questo luogo è stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della capitale.
Attualmente ci sono dalle 32 alle 40 associazioni che fanno capo a questa struttura. Esse svolgono attività a tutto campo: dall’assistenza psicologica, a quella legale, sanitaria, ai servizi per la violenza contro le donne, al supporto alla genitorialità. Presso la struttura vi sono anche un asilo nido e un ostello per sole donne. La Casa delle Donne ospita poi la biblioteca Archivia – specializzata in storia e cultura delle donne – che raccoglie le produzioni della teoria e della pratica del movimento femminista dalla fine degli anni ’60, e la testimonianza delle tappe del processo di modernizzazione del Paese, scandite dalle lotte per l’emancipazione delle donne.
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