26 Ott 2017

FoodReLOVution: ciò che mangiamo può cambiare il mondo

Scritto da: Laura Pavesi

"Food ReLOVution" è l'ultimo documentario di Thomas Torelli - lo stesso registra di "Un altro mondo" - nel quale vengono analizzate le conseguenze che hanno le nostre scelte alimentari sulla salute pubblica, sull’ambiente e gli ecosistemi, sulla fame nel mondo e sul benessere degli animali.

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“Food Relovution: tutto ciò che mangi ha una conseguenza” è l’ultimo documentario di Thomas Torelli – lo stesso regista di “Un altro mondo” – nel quale vengono analizzate le conseguenze che hanno le scelte alimentari quotidiane sulla nostra salute e sulla salute pubblica, sull’ambiente e gli ecosistemi naturali, sulla fame nel mondo e sulla distribuzione delle risorse, sul benessere degli animali. Il film-documentario ci mostra, attraverso dati scientifici, statistiche e interviste ad esperti di fama mondiale, come tutte le scelte che ci sembrano innocue, in realtà influiscano pesantemente su tutte queste tematiche globali. Un atto così personale e “banale” come fare la spesa sotto casa non solo è correlato con il resto del mondo, ma lo è anche molto di più di quanto immaginiamo.

 

 

Tutto ciò che mangiamo, dicevamo, ha conseguenze ben precise e conoscere i dati scientifici, sapere da dove viene e come è stato trasformato il cibo che mettiamo nel piatto, ci permette di valutare in modo critico i “dogmi” alimentari che ci vengono raccomandati e di fare scelte non condizionate da pubblicità e mass media. Gli esperti intervistati in “Food ReLOVution” – tra cui scienziati e ricercatori (il biochimico T. Colin Campbell e il figlio Thomas. M. Campbell, il fisico Noam Mohr, il medico ed epidemiologo italiano Franco Berrino, Vandana Shiva, la dottoressa Marilù Mengoni) filosofi e attivisti (Peter Singer, Frances Moore Lappé, James Wildman e Carlo Petrini) – sono concordi nell’affermare che scegliere il cibo con consapevolezza è un atto rivoluzionario che può davvero cambiare il mondo.

 

Il film-documentario di Torelli parte dagli studi di T. Colin Campbell relativi alla correlazione fra cibo e malattie per arrivare ai danni che il consumo eccessivo di proteine animali produce sulla salute pubblica e sull’ambiente. Per produrre 1 kg di carne da allevamento intensivo si consumano migliaia di litri d’acqua e gli animali mangiano i cereali che potrebbero sfamare direttamente migliaia e migliaia di persone malnutrite (allo stesso costo di una singola bistecca, si potrebbero riempire 50 scodelle di cereali cotti e sfamare 50 persone). Gli animali allevati per produrre bistecche, inoltre, vivono in modo del tutto innaturale, spesso condizioni di crudeltà indescrivibile.

 

Food_ReLOVution_1

 

L’industria alimentare – in particolare l’industria della carne – è diventata un processo finalizzato solo al guadagno e il suo fine non è nutrire, sfamare, ma generare il massimo profitto. Oggi assistiamo al paradosso per cui, da un lato, gli abitanti dei paesi ad alto reddito hanno accesso al cibo prodotto dall’industria che, nella maggior parte dei casi, è dannoso per la salute e, dall’altro gli abitanti dei paesi a medio-basso reddito non hanno accesso alle risorse alimentari prodotte nei loro paesi perché queste sono destinate all’esportazione versi i paesi ad alto reddito. Ogni cosa che mettiamo nel piatto ha un impatto sul Pianeta e avere informazioni corrette e oggettive sulle conseguenze delle nostre azioni ci permette di fare scelte alimentari consapevoli e finalizzate a salvaguardare la nostra salute, l’ambiente, gli animali e le popolazioni più povere del Pianeta.

 

“Food ReLOVution”, ha spiegato il regista Thomas Torelli ad una recente proiezione del film sul Lago di Garda, “vuole fornire gli strumenti necessari a chi è abituato a mangiare carne senza preoccuparsi delle conseguenze, ma mi preme sottolineare che il film non vuole trasformare tutti in vegani o demonizzare in alcun modo chi mangia carne. Da parte nostra non c’è alcun giudizio di fondo o pregiudizio, ma solo ed esclusivamente il desiderio di stimolare una riflessione, una ricerca personale, una presa di coscienza del volto nascosto dell’industria alimentare – in particolare dell’industria della carne” – e del consumo esasperato di proteine animali che fa ammalare l’uomo e l’ambiente e fa soffrire inutilmente gli animali.”

 

locandina Food_A3_web“Man mano che giravamo il film”, ha raccontato Torelli, “il mio rapporto con il cibo, in senso lato, è molto cambiato. Qualche anno fa, in quanto vegano, avevo un atteggiamento di giudizio e pre-giudizio nei confronti dei ‘carnivori’, ma ho lentamente compreso che in questo modo non sarei arrivato da nessuna parte. Il primo titolo che avevo dato al film era “Food killers” perché, in buona fede, ero convinto che chiunque si cibasse di carne e prodotti animali (uova, latte, ecc.) fosse un triplice killer: di se stesso, del pianeta e degli animali.

 

Durante la lavorazione del film, però, mi sono reso conto che spesso le persone mangiano in un certo modo solo perché hanno informazioni incomplete sulla produzione di cibo industriale e sulle conseguenze delle loro scelte alimentari. E col tempo ho constatato che quando le persone acquisiscono queste informazioni, tendono a fare scelte molto più salutari e consapevoli e a fare proprio il motto di Ippocrate, il medico greco che già nel IV secolo a.C. affermava “fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”.

 

“Mi sono accorto, inoltre – ha continuato – che essere costantemente nel giudizio non fa altro che generare divisioni e fazioni opposte – carnivori contro vegetariani, vegetariani contro vegani, vegani contro tutti, ecc. – che non portano da nessuna parte. Se dividiamo il mondo in ‘buoni’ e ‘cattivi’ non riusciremo mai a raggiungere l’obiettivo di parlare a tutti, di comunicare come alcune scelte siano oggettivamente deleterie per salute, ambiente e animali. Il modo migliore per affrontare l’argomento alimentazione e per arrivare a più gente possibile è evitare le ‘etichette’ e rispettare tutte le scelte alimentari. Se ci dividiamo in fazioni sul fronte alimentare, allora manca l’arma vincente per tutti, cioè l’unione che fa la forza. Ognuno di noi ha il suo percorso, i suoi tempi, e l’idea di fondo del film è questa: mangia ciò che vuoi, ma sappi cosa succede ogni volta che mangi e interrogati su quello che c’è ne tuo piatto. L’obiettivo è rendere consapevoli più persone possibile, perché solo quando si sa e si conosce, le abitudini e gli sili di vita cambiano”.

 

“Sono convinto che il primo passo per cambiare il mondo, per renderlo migliore – ha concluso Torelli – sta nelle azioni quotidiane e, tra queste, la prima è la consapevolezza di ciò che mangiamo. La produzione di cibo ha tre macro-conseguenze impattanti a livello globale: sull’essere umano (cioè sulla sua salute), sull’ambiente e sugli animali, ma il punto di partenza di tutto è l’informazione.

 

Food_ReLOVution_3

Lo scopo del film FoodReLOVution non è raggiungere i ‘carnivori’ per ‘convertirli’, anzi è l’esatto contrario: è dare informazioni corrette e scientificamente documentate al maggior numero di persone affinché comprendano cosa succede quando scelgono la carne. Se poi, chi guarda il film decide di passare da un hamburger al giorno a due hamburger a settimana, per me è già una vittoria a livello globale. Fare scelte consapevoli anche solo in una delle tre grandi categorie trattate nel film corrisponde già ad un miglioramento globale. Bisogna sfatare una volta per tutte il mito che il comportamento individuale non influisce sul tutto: come il mare è fatto da singole gocce e ogni goccia che si muove, muove tutto il mare, così ogni singola azione ha conseguenze su tutto il pianeta. Oggi sapere esattamente cosa mangiamo, è davvero il primo passo verso un mondo migliore”.

 

Ricordiamoci, quindi, che ogni cosa che mangiamo e acquistiamo ha un impatto preciso sul Pianeta, che siamo perfettamente in grado di cercare e discernere in modo autonomo i dati e le informazioni che ci servono e che possiamo cambiare le cose partendo da noi stessi. Il cambiamento che attendiamo non arriva dall’esterno, ma parte dall’interno, da noi stessi. L’arma più potente per migliorare il mondo è la scelta basata sulla conoscenza, una scelta che ci permette di agire con coerenza, consapevolezza, amore e rispetto per la Vita in tutte sue forme.

 

 

 

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