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Contrastare la vendita della Fattoria di Mondeggi rivendicando la terra come bene comune, grazie alla comunità che la presidia, la cura e la custodisce attraverso pratiche di autogoverno per trasmetterla in buone condizioni alle generazioni future. A questo scopo un gruppo di accademici ha lanciato un appello ampiamente sottoscritto da un crescente numero di professori, ricercatori e studiosi, è stato allargato anche a realtà sociali e soggetti della società civile.
Finalità dell’appello è quella di alzare l’attenzione intorno a questa vertenza, di supportare ed incrementare la credibilità dell’esperienza di Mondeggi Bene Comune di fronte all’opinione pubblica e di conseguenza di fronte alla Città Metropolitana di Firenze (proprietaria del bene), che sta rilanciando la vendita della fattoria in modo sempre più determinato.
L’appello fa parte di un insieme di pressioni volte all’interruzione della scrittura del bando di vendita e al riconoscimento della Gestione Civica della Comunità di Mondeggi, definita nella ‘Dichiarazione di gestione civica di un bene comune‘ e già in atto.
“Sentiamo il bisogno di intervenire perché sebbene da un lato la comunità che si prende cura di Mondeggi si è ingrandita e consolidata, dall’altro la pubblica amministrazione continua a perseguire la strada dell’alienazione, ignorando ciò che sta succedendo in quelle terre ed evitando un confronto serio teso a dare spazio a quel progetto nato dal basso, che ha mobilitato tanta energia sociale e solidale”, si legge nell’appello.
“Alienare Mondeggi – si legge ancora – vuol dire negare e perdere per sempre l’opportunità di far crescere ulteriormente un processo di costituzione, recupero, utilizzo e godimento di un bene comune che i cittadini hanno autogestito in questi anni con successo, senza l’appoggio delle istituzioni e di finanziamenti pubblici. Dal 2014 per opporsi alla vendita si è attivata a Mondeggi una comunità inclusiva di persone che presidia, custodisce e mantiene gli immobili e le terre. Questa comunità, che si organizza in forma assembleare e utilizza il processo decisionale condiviso, ha mostrato caratteri positivi ed innovativi, sotto vari punti di vista che vanno da quello prettamente agricolo a quello sociale e pedagogico”.
In stato di semi abbandono per anni, questa terra sta ora rivivendo grazie al lavoro e agli sforzi di decine di donne e uomini. Da tre anni la Fattoria di Mondeggi viene infatti gestita dalla comunità che l’ha trasformata in un bene comune.
“Mondeggi rappresenta un esperimento riuscito di gestione di un bene secondo logiche comunitarie, contro l’individualismo dilagante, solidali, contro l’onnivora competizione, autogestionarie, al posto dell’onnipresente gerarchia. Per questo l’esperienza di Mondeggi è al contempo un tassello importante dell’urgente riflessione mondiale sui limiti dello sviluppo agro-industriale e un’alternativa reale e funzionante. L’attivazione propositiva di un bene comune consente di dare una risposta pratica e attuabile alle perduranti crisi ecologiche, alla disoccupazione, al progressivo scadimento della qualità degli alimenti, alla frammentazione del tessuto sociale rurale.
Non chiediamo l’appoggio solo di chi condivide i nostri principi ma anche di coloro che credono nell’importanza di strade non omologate, nutrite da un protagonismo dal basso come premessa per una diffusione del potere, delle opportunità, dei modelli culturali per un futuro sostenibile e solidale, che oggi in Toscana appare utopico, mentre in altri contesti è diventato pratica comune”.
Chi non conosce Mondeggi, può approfondire la questione leggendo questo Dossier che ne ripercorre la storia e prendere visione in questo Dossier fotografico di ciò che a grandi linee è stato fatto in questi anni. Qui potete leggere l’appello di tre anni fa (a cui aderirono circa ottanta professori).
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