Il Parco Arte Vivente: arte, natura e tecnologia in simbiosi a Torino
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Torino - Vi riproniamo un articolo di Roberto Battista uscito nel dicembre 2016 su Italia che Cambia.
Da più di dieci anni esiste a Torino un luogo particolare che meriterebbe di essere meglio conosciuto.
Il PAV (Parco Arte Vivente) è un sito urbano dove l’arte incontra l’ecologia, la tecnologia incontra la comunità, e lo spazio diventa una vera sintesi di realtà contemporanee diverse ma che interagiscono tra di loro e si sviluppano organicamente.
L’idea originale si deve a Piero Gilardi, artista torinese che negli anni ha mantenuto un’invidiabile coerenza e indipendenza, i cui lavori sono sempre stati contraddistinti da elementi di interattività con il pubblico e una grande sensibilità ambientale. L’artista oggi cura l’Art Program del PAV.
Il PAV occupa un grande spazio ex industriale nella periferia sud della città. Abbandonato per anni come tanti altri relitti dell’era industriale torinese, ora è un luogo dove la comunità locale può partecipare ad attività ecologiche e formative, dove installazioni artistiche vivono e si integrano con la vegetazione e gli orti cittadini.
Al centro dello spazio un edificio passivo e quasi invisibile ospita un museo interattivo e spazi espositivi, per laboratori, seminari e conferenze.
Le attività del PAV sono sempre articolate e multiformi, così che un artista invitato a creare una nuova installazione lavora allo stesso tempo con i cittadini che partecipano a laboratori, coinvolgendo insegnanti, bambini e pubblico di tutte le età. In tutte le attività natura e tecnologia sono viste come cooperatrici da toccare con mano e comprendere, integrandole nella realtà della gente di ogni classe.
Gli artisti invitati appartengono all’ambito di Bioarte, Biotech art, l’Arte transgenica e l’Arte ecologica e si impegnano in ricerca collegata alla creazione e all’interazione col pubblico e l’ambiente, utilizzando sia gli spazi esterni del parco che quelli interni dell’edificio bioclimatico che interagisce con l’ambiente circostante.
Il PAV mette in atto una serie di principi sperimentali, facendoli interagire e analizzando il processo e i risultati, mantenendo una struttura aperta e flessibile, così che lo spazio e ciò che vi si svolge sono in continua mutazione, adattandosi alle esigenze di chi di volta in volta ne fa uso.
In questo il luogo si presenta come un esperimento urbano in continuo divenire, dove viene dato spazio ai ricercatori che operano in campi disparati perché collaborarino senza mai astrarsi dalla realtà delle persone che abitano gli spazi circostanti.
Questa natura di laboratorio perenne che segue un filo logico di etica ecologica e sostenibile potrebbe essere un esempio per altre città, un modello di integrazione e interazione tra artisti, cittadini, ricercatori, ambiente naturale e urbano.
Anche i lavori artistici esposti nelle mostre che vengono regolarmente organizzate non sono mai statici e fini a se stessi, ma sempre coinvolgono il pubblico nella produzione o manipolazione, spesso diventando parti viventi e in continua evoluzione dello spazio stesso.
Il confine tra fruitori e creatori si dilegua e ciascuno si può appropriare della conoscenza, dell’arte, e della natura, così che gli abitanti dei quartieri circostanti si sentono coinvolti nella vita del parco e partecipano alle iniziative, al contempo acquisendo coscienza ecologica e tessendo una comunità urbana più umana.
Il sito del PAV è una miniera di informazioni utili e documentazione sulle attività, che possono essere d’ispirazione per iniziative simili in altre città, e se vi trovate a Torino non mancate di andare a vedere e soprattutto toccare con mano.
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