Ri-Generation: gli elettrodomestici che fanno bene
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Ri-Generation è un progetto solido, reale ed un esempio perfetto di economia circolare applicata ad un settore, quello dei RAEE (Rifiuti di Apparecchi Elettrici Ed Elettronici), tra i più delicati da un punto di vista della gestione dei rifiuti e del loro impatto ambientale e umano.
Ma come funziona? L’obiettivo di Ri-Generation è relativo ad un’attività di rigenerazione di lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e forni a suo tempo dismessi dai rispettivi proprietari, quindi diventati RAEE. Grazie a Ri-Generation e al lavoro di Astelav (uno dei principali distributori europei di ricambi per elettrodomestici) e del Sermig (Il Servizio Missionario Giovani nato nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero), questi elettrodomestici dopo essere stati rigenerati vengono venduti a condizioni molto vantaggiose: un esempio perfetto e concreto di economia circolare nel segno dell’uso, della riparazione e del riuso e della conseguente concezione di uno sviluppo socio-economico responsabile.
Il progetto ha sede a Torino, dove da gennaio 2017 sono attivi i laboratori dove operano gli addetti di Ri-generation: è qui che vengono testati i RAEE, comprati direttamente dai conferitori, e sostituiti i pezzi danneggiati per dare nuova vita agli elettrodomestici, che rientrano poi sul mercato. I due punti vendita e di ritiro degli elettrodomestici di Ri-Generation si trovano a Torino e a Vinovo, ma è possibile anche acquistare i vari pezzi sul sito internet di Ri-Generation e ricevere a casa la merce acquistata anche se si è lontani dal Piemonte.
Oltre all’economia circolare, un altro punto che caratterizza fortemente il progetto è l’obiettivo sociale ed è qui che entra in gioco il ruolo del Sermig, che fornisce la rete per impiegare persone con esperienza nel settore degli elettrodomestici ma che si trovano in difficoltà lavorative. Di cinque nuovi assunti nel progetto a giugno 2017, tre sono persone in età adulta che avevano perso il lavoro in seguito al fallimento dell’azienda presso cui lavoravano e due sono ragazzi giovani inseriti in un processo di formazione.
La speranza è che progetti di questo tipo, già diffusi fuori dai nostri confini nazionali, possano espandersi anche in altre città italiane: per quanto riguarda specificatamente i RAEE, nel 2015 in Italia ne sono stati trattati in modo appropriato circa 250.000 tonnellate con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente; questo dato però rappresenta solo il 40% del totale degli elettrodomestici realmente dismessi. Le restanti 350.000 tonnellate di RAEE sono gettate in discariche abusive o esportate illegalmente in paesi in via di sviluppo, sia come apparecchi funzionanti sia come fonte di componenti e materie prime di recupero. La possibilità concreta di poter creare nuove occasioni lavorative traendo ispirazione dalla Natura e dai suoi processi, nei quali materia ed energia vengono scambiati tra i diversi sistemi secondo tematiche a ciclo chiuso dove i rifiuti non esistono, è la speranza concreta affinché il ruolo del lavoro non sia più solo relegato e fine a se stesso, ma utile al miglioramento reale delle condizioni di vita dell’uomo e del Pianeta.
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