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Ricominciare a vedere un futuro. Difficile per una donna che ha subìto violenza, ma non impossibile. Gettare le basi per ricostruire il proprio progetto di vita è uno degli obiettivi su cui lavora l’associazione Donne & Futuro di Torino, un impegno fondamentale – quello delle associazioni – per arginare questa piaga.
Ecco una rapido riepilogo dei numeri aggiornati del fenomeno secondo una recente ricerca congiunta di ISTAT e Ministero di Giustizia: sono 120 le vittime di femminicidio solo nel 2016, quasi 7 milioni di donne hanno subìto almeno una volta una qualche forma di violenza nel corso della loro vita, più dell’82% degli omicidi commessi a scapito di una donna nel nostro paese è classificato come femminicidio. Numeri agghiaccianti che parlano di un femminicidio ogni due giorni.
Ma i centri antiviolenza continuano a chiudere i battenti e il lavoro di organizzazioni indipendenti come Donne & Futuro assume un ruolo sempre più centrale per fare fronte al problema. L’associazione interviene nelle varie sfere che coinvolgono il delicato tema della violenza sulle donne, a cominciare dal centro di ascolto e la help house, fino alla formazione nelle scuole o altre attività di prevenzione.
Attivo 24 ore ogni giorno dell’anno, il centro di ascolto raccoglie le esigenze di donne e adolescenti – di ogni classe sociale, native o straniere, sole o con figli a carico – che hanno subìto violenze. Il servizio cerca sia di accompagnare il processo di allontanamento dal luogo dell’abuso, sia di facilitare un rapido reinserimento lavorando sulla valorizzazione delle capacità della donna e sulla riconquista della sua indipendenza.
Proprio per riuscire nell’intento, il centro Donne & Futuro mette a disposizione un servizio di help house, con 2 monolocali, 2 bilocali, un trilocale e un altro spazio ad uso dell’equipe per garantire, anche se temporaneamente, un luogo sicuro da cui poter ripartire per riprendere in mano il proprio progetto di vita.
“Vogliamo una società senza donne offese e sfigurate nel corpo e nell’anima, umiliate e uccise per mano degli uomini”, si legge sul sito dell’organizzazione. Non un’utopia ma il risultato di un processo educativo che inizia, inevitabilmente, dalle scuole. Il progetto “Videomakerschool” coinvolge studenti e insegnanti in un processo di conoscenza reciproca e si conclude con la realizzazione di alcuni video per permettere l’espressione di emozioni e stati d’animo con un coinvolgimento diretto dei ragazzi nell’ideazione e nella realizzazione del cortometraggio.
L’organizzazione fa parte della rete DiRe – donne in rete contro la violenza e ha sviluppato una rete sociale che comprende varie figure professionali indispensabili per “coprire” tutte le fasi di intervento e riabilitazione in una situazione di violenza: servizi sociali, Forze di Polizia (con particolare attenzione agli operatori che raccolgono le denunce), ospedali.
Oltre ai mezzi più tradizionali per sostenere l’Associazione con donazioni di vario genere, Donne & Futuro offre anche la possibilità di entrare a far parte del “gruppo di volontari anticrisi”, donando tempo e professionalità per attività di promozione e raccolta fondi.
Articolo tratto da Piemonte che Cambia
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