23 Ago 2017

A.C.MO.S., dalla formazione permanente alle coabitazioni solidali

Scritto da: Alessia Canzian

Aggregazione, Coscientizzazione e Movimentazione Sociale, i tre passaggi della Pedagogia degli Oppressi di Paulo Freire rinchiusi in un’unica sigla: A.C.MO.S. A parlarci di questa associazione torinese è Diego Montemagno: “ho iniziato questo cammino a 17 anni e adesso, dopo 16 anni, sono Presidente dell’Associazione”.

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Torino - A.C.MO.S. nasce a Torino nel 1999, ad opera di un gruppo di amici e amiche con il sogno di costruire una società più inclusiva attraverso la promozione di progetti educativi.
Con questo obiettivo è nato il Progetto Scu.Ter., nulla a che vedere con il famoso cinquantino, ma un divertente gioco di parole che racchiude i termini: Scuola e Territorio. Scuola perché è il luogo in cui si attua il progetto; Territorio perché si propone di fare da ponte tra gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di secondo grado e le realtà territoriali torinesi. Un progetto nato contemporaneamente all’Associazione e ancora attivo oggi in 11 istituti superiori della provincia di Torino.
“Il progetto”, ci spiega Diego, “pone al centro della sua metodologia l’animazione d’ambiente, ovvero la presenza di animatori all’interno delle scuole per una mattina a settimana. Gli operatori, che sono a loro volta ragazzi e ragazze giovani, realizzano le loro attività negli spazi informali degli istituti, tipo i corridoi. L’intento principale è di incontrare e fare aggregare i ragazzi e cercare di favorire il protagonismo territoriale degli studenti e delle studentesse”.

Sempre in un’ottica di formazione personale e collettiva permanente, si sono realizzati i G.E.C., acronimo di Gruppo di Educazione alla Cittadinanza. I G.E.C. promuovono tutto l’anno la Campagna per la Cittadinanza, ovvero una riflessione settimanale, su un tema specifico, che inizia a settembre e termina a giugno. “Si tratta di una palestra di attivismo”, sottolinea Diego, “l’idea è che dalle Campagne possano emergere delle azioni pubbliche. Abbiamo anche un centro studi che sostiene il lavoro dei G.E.C.”.
Un altro degli strumenti educativi dell’associazione è il Campo di Boves, ossia quattro giorni immersi nella natura per celebrare e riflettere sul lavoro svolto dai G.E.C.
“Durante tutto l’anno”, ci spiega il Presidente, “i G.E.C. si ritrovano per organizzare la Campagna e, fin da subito organizzano il Campo. Essendo in tanti, non tutti si vedono e si conoscono, quindi il campo e il campeggio è un momento per stare insieme e per vivere la vita comunitaria”.

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Oltre alla formazione, la vita comunitaria è l’altro cuore pulsante dell’Associazione. Nel 2001, infatti, nasce a Torino Casa A.C.MO.S., un progetto di vita comunitaria. Una vera e propria casa condivisa realizzata all’interno delle mura dell’ex fabbrica CEAT alla periferia di Torino Nord.
L’idea che soggiace a tutto il progetto è: condividere la quotidianità e provare a generare cambiamento. “Casa A.C.MO.S. è un posto dove sperimentiamo stili di vita alternativi e riflettiamo anche su come abbattere i consumi e gli sprechi della società e del sistema economico”, ci spiega Diego.

Una realtà estremamente interessante che non si è esaurita nella sua attuazione, ma si è evoluta in un’idea ancora più matura e a favore del territorio: le Coabitazioni Solidali.

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La prima realtà di Coabitazione Solidale a Torino nasce ad opera dell’Associazione A.C.MO.S. che, nell’ormai lontano 2006, aveva proposto al Comune di prendere in gestione alcuni appartamenti di edilizia residenziale pubblica negli stabili di Via San Massimo 31 e 33, in cambio di attività di aggregazione per la realizzazione di comunità.
All’interno degli stabili sarebbero stati inseriti alcuni giovani under 30 che, in cambio di un affitto calmierato, avrebbero dovuto garantire 10 ore di volontariato.
Così nacquero I Tessitori, il progetto pilota di Coabitazioni Solidali così denominato in memoria dei lavoratori di telai che nel 1700 abitavano lo stabile.
Visti i risultati positivi dell’inclusione sociale, oggi le realtà di Coabitazioni Solidali torinesi sono esponenzialmente aumentate. Attualmente A.C.MO.S., oltre a I Tessitori di via San Massimo, coordina La Sorgente di via Como e Filo Continuo nel quartiere Spina 3, all’interno dell’ex-villaggio media delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.

Inoltre, da un paio di anni l’Associazione ha iniziato ad affrontare anche il tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo, sempre animati dallo spirito comunitario che caratterizza tutte le azioni di A.C.MO.S., afferma Diego: “noi non ci chiamiamo centri di accoglienza, ma centri di convivenza”.

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Una realtà che non solo opera, ma che sa anche cooperare con le altre realtà del territorio torinese, esemplare è l’appoggio e il sostegno offerto alla rete di Libera. “La lotta contro la mafia è stata, fin dagli inizi di A.C.MO.S., uno di quei solchi entro il quale lavorare”, sottolinea Diego, “l’azione dell’antimafia sociale era intimamente legato a quell’orizzonte di giustizia a cui puntavamo. Sconfiggere le mafie in questo paese significa costruire un mondo diverso”.

Vita comunitaria, educazione nelle scuole, aggregazione e movimentazione sociale tutti elementi fondamentali per la realizzazione di una società migliore in cui poter vivere il nostro domani.

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