Economia e Finanza, questi sconosciuti
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Economia e Finanza, sono due parole e due mondi dai quali ci teniamo a debita distanza e che portano con sé sentimenti contrastanti, pregiudizi, paura e rifiuto. Nonostante i nostri sforzi, questi due mondi continuano ad assillarci ogni volta che accendiamo la tv o sfogliamo le prime pagine di quotidiani e riviste.
Spesso e volentieri ci imbattiamo in “parolacce” quali Spread, Bund, Bond, Btp, Quantitative Easing accompagnate da grafici incomprensibili ed altrettanto criptiche spiegazioni di sommi “esperti” pronti a far luce su cotanta inesplicabile complessità. Appena finiscono di parlare, ci rendiamo conto di capirci ancora meno di prima, e spesso ci rassegniamo, constatando che l’Economia, come la Fisica, sia una scienza troppo complessa per essere compresa dai non addetti ai lavori.
Eppure, riflettendo su queste ripetute e frustranti esperienze, iniziano a sorgere alcuni dubbi: Perché questi presunti scienziati economici non sono stati capaci di prevedere la crisi? Per di più sono ormai dieci anni che ci sottoponiamo alle loro dolorosissime “cure” di austerità, ma non vediamo alcun miglioramento. Se si fosse trattato di medici o ingegneri, già sarebbero stati screditati da pazienti e clienti; chi non riesce a svolgere il proprio lavoro con successo dovrebbe porsi qualche domanda, forse cambiare mestiere e dedicarsi ad altro.
Invece i nostri esperti restano lì, dietro le loro scrivanie, e sulle comode poltrone dei talk-show, come se niente fosse successo. A pensarci bene, c’è qualcos’altro che non quadra: questa idea di Economia come scienza non convince troppo. Se, quando parliamo di Economia, ci riferiamo “al modo in cui produciamo beni e servizi, distribuiamo il reddito creato nel processo e consumiamo ciò che abbiamo prodotto”, è evidente che si tratti di qualcosa di ben diverso da formule chimiche, principi della fluidodinamica o traiettorie astrali.
Infatti ci stiamo occupando di persone, più precisamente dell’agire di donne e uomini per produrre e scambiarsi tutto ciò che serve per vivere. Avendo a che fare con la libertà d’azione degli esseri umani, con l’insondabile complessità della nostra mente, i nostri valori e sentimenti, dobbiamo rigettare ogni speranza di arrivare ad una scienza esatta confortata da più o meno complesse formule matematiche.
Ogni pensiero o dottrina economica infatti è il riflesso dell’idea che gli economisti hanno dell’uomo e del mondo, il riflesso dei loro valori morali e obiettivi politici. Per questi motivi non possiamo lasciare l’economia agli “esperti” mainstream, abbiamo infatti la straordinaria opportunità di conoscere le differenti scuole di pensiero, la base morale che le sostiene, e impegnarci affinché si affermi quella visione dell’Economia che più si avvicina al nostro sistema di valori e alla nostra idea di società.
Gli esperti mainstream hanno sbagliato e ci vuole qualcuno che vada a dirglielo, bisogna mettere in discussione gli assunti delle scuole di pensiero dominanti, ovvero quella neoliberale e quella neoclassica, scuole di pensiero che hanno le loro radici in una visione dell’uomo da far venire i brividi. Appena siete pronti, leggete attentamente la definizione di uomo da loro proposta:
l’uomo è un essere unidimensionale, individuo razionalmente ed egoisticamente orientato al soddisfacimento di bisogni infiniti in un contesto di risorse scarse (1).
Io, per esempio, di questa definizione condivido solo le preposizioni e congiunzioni (e spero di non essere il solo). Ora non scoraggiatevi, non tutti gli “economisti” hanno una visione così deprimente del genere umano, ancora oggi ci sono innumerevoli scuole di pensiero alternative, portate avanti dentro e fuori gli atenei da persone che non si ritrovano nella definizione di homo oeconomicus che avete appena letto.
Più o meno lo stesso discorso appena fatto per la parola “Economia” vale per la parola “Finanza”. Dunque qual’è la differenza tra le due? Si può dire che la Finanza sia uno dei rami dell’Economia, uno un po’ speciale però, infatti si occupa della produzione e distribuzione di un bene particolare, il denaro. Esiste infatti un “mercato del denaro” dove entra in contatto chi ha soldi con chi ne ha bisogno. Come al mercato ortofrutticolo troviamo contadini e fruttivendoli, al “mercato del denaro” troviamo investitori, risparmiatori e banchieri. Come il fruttivendolo ha la sua ragion d’essere nel mettere in contatto i contadini e i consumatori (vegani per lo più) con il suo ruolo di intermediario, così il banchiere mette in contatto investitori e risparmiatori con chi ha bisogno di soldi.
Chiudendo questa infelice metafora bucolica, spero di aver chiarito il ruolo cruciale della Finanza e dei suoi attori nel nostro sistema economico. Proprio perché è così importante, forse è il caso di iniziare ad occuparcene, a capirci qualcosa per poter dire la nostra sul modo in cui viene gestita.
Tornando agli ortaggi, e prometto che è l’ultima volta che lo faccio, vi lancio uno spunto: in questi anni siamo sempre più consapevoli e esigenti per quanto riguarda i metodi di produzione e distribuzione degli alimenti che mangiamo, ed è giustissimo. Perché non iniziamo ad avere la stessa attenzione verso i metodi di gestione del denaro? In fin dei conti, anch’essi influenzano enormemente la nostra vita; un esempio? Nel 2015 per la prima volta dal dopoguerra in Italia si è abbassata l’aspettativa di vita, sarà forse colpa della crisi?
Ora che vi siete spaventati vi lascio due libri, eh sì bisogna pur leggerli i libri, due testi da cui partire per capirci qualcosa di Economia e Finanza. Sono libri la cui lettura non è affatto pesante, ma che vi daranno gli strumenti necessari per iniziare a capirci qualcosa. Buona Lettura!
“Economia. Istruzioni per l’uso” di Ha-Joon Chang
“Non con i miei soldi!” di Andrea Baranes, Ugo Biggeri, Andrea Tracanzan e Claudia Vago.
Note
1. Becker, Gary S., and Kevin M. Murphy. 1988. “A Theory of Rational Addiction.” Journal of Political Economy 96 (August)
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